Allarme per i tassi Usa

Allarme per i tassi Usa La finanza americana attende le decisioni della Fed Allarme per i tassi Usa Dopo il ritocco del prime rate si parla di un aumento da parte di Greenspan Bush: il rialzo dell'inflazione è solo temporaneo - Sì aggrava la crisi delle Casse WASHINGTON — La finanza americana attende con improvvisa inquietudine l'apertura dei mercati azionari e dei cambi domani. In due soli giorni, giovedì e venerdì scorsi, il suo orizzonte si è Inaspettatamente rabbuiato: la gravità della situazione si è ripercossa su Wall Street, con una grave caduta dell'indice Dow Jones dei titoli industriali, 57 punti nelle ultime due sedute. Le cause dell'apprensione: la minaccia di un rialzo del tasso di sconto da parte della Fed (secondo quanto scrive il New York Times), l'inadeguato programma ni risanamento del deficit del bilancio di Bush, il quinto aumento consecutivo in un anno del prime rate, il tasso d'interesse delle grandi banche per i clienti principali, e una nuova, inquietante notizia ieri, che a dicembre i risparmiatori hanno ritirato depositi per oltre 8 miliardi di dollari dalle Casse di Risparmio in crisi. Gli operatori finanziari si sentirebbero più tranquilli se a questi colpi inaspettati il Congresso e il G7 avessero reagito in maniera costruttiva. Ma il Congresso, che questa settimana sarà in vacanza, ha seccamente invitato Bush a integrare il suo progetto di bilancio con indicazioni più specifiche sui tagli da apportare alle spese, cosa che provocherà forti ritardi nell'adozione delle sia pur deboli misure di austerità. Il G7 ha dato segno di disunirsi: all'inizio del mese aveva chiesto agli Usa di ridurre subito il disavanzo pubblico e di fare scendere i tassi, e vedendoli procedere in senso esattamente contrario potrebbe prendere duri provvedimenti. Partendo ieri per una rapida visita ai Paesi della Nato, il segretario di Stato Baker non ha nascosto di temere -una valanga di critiche- alla politica economica americana. Dietro il disorientamento della finanza c'è lo spettro dell'inflazione, riaffiorato all'annuncio che i prezzi alla produzione sono saliti a gennaio dell'I per cento. In Canada, dove è stato a colloquio col premier canadese Mulroney, il presidente Bush ria minimizzato il dato negativo, dovuto, ha detto, a fattori stagionali, il rincaro degli alimentari e del riscaldamento. Secondo l'economista Martin Feldstein. ex consi¬ gliere della Casa Bianca, Bush avrebbe in parte ragione, nessuno prevede che il tasso inflazionistico nell'89 sarà il 12 per cento. Ma, ha aggiunto Feldstein, è indubbio che la spinta dei prezzi e dei salari è diventata violenta, e che l'inflazione sia destinata a salire. La vera mina vagante per le strutture finanziarie americane è tuttavia la crisi delle Casse di Risparmio. Per risanarle occorrono 100 miliardi circa di dollari, di cui 60 miliardi dovranno essere addossati ai contribuenti. Già a novembre, i risparmiatori, spaventati da queste cifre, avevano ritirato 7 miliardi di dollari; a dicembre hanno superato gli 8 miliardi; se a gennaio i ritiri cresceranno, sarà un disastro e molti istituti andranno in bancarotta. Le Casse di Risparmio sono state messe k.o. da investimenti sbagliati, soprattutto nei settori dell'edilizia e dell'energia, tra 200 e 350 stanno per essere prese in amministrazione controllata dal governo, e. c. il presidente George Bush in una caricatura di David Levine (Copyright N.Y. Review of Books. npa e per l'Italia -La Stampa-)

Luoghi citati: Canada, Italia, Usa