Anche la Puglia alza bandiera bianca di Giuseppe Zaccaria

Anche la Puglia alza bandiera bianca Anche la Puglia alza bandiera bianca Ha l'acquedotto più grande d'Europa, ma le risorse idriche bastano solo per tre mesi DAL NOSTRO INVIATO BARI — Che bella, la Puglia. Non appena l'autostrada abbandona i contrafforti dell'Appennino, i rettilinei nel Tavoliere tagliano interminabili tavolozze di colore: il rosa degli alberi di pesco, il bianco dei mandorli... E' uno spettacolo, questa campagna in Core ai primi di febbraio. Poi ci ripensi un attimo e ti rendi conto. Già, siamo a febbraio. Cosa ci fanno i mandorli fioriti? Anticipano un disastro, proprio mentre la giunta regionale ha chiesto lo stato di calamità naturale. Prima o poi quest'interminabile, anticipata primavera s'interromperà, prima o poi ricomincerà a cadere un po' di pioggia, e marzo porterà qualche gelata. Le gemme di quegli alberi rinati troppo in fretta finiranno col marcire. -Eppure se la siccità dovesse proseguire ancora, non ci resterà che chiudere tutti i canali d'irrigazione. In questo momento abbiamo scorte per tre mesi, a patto che tutta l'acqua degli invasi sia riservata agli usi civili. Se nelle prossime settimane non dovesse piovere, agli agricoltori si potrà dire soltanto: non impiantate nuove colture'. Emilio Lagrotta, 47 anni, democristiano, da cinque anni é il presidente della più grande azienda di distribuzione idrica d'Italia. Si chiama Acquedotto Pugliese ma rifornisce quattro regioni, ogni anno fa (o meglio, faceva) scorrere 290 mila metri cubi d'acqua nei rubinetti di 4 milioni di persone, fino a vent'anni fa rappresentava il più esteso sistema di rifornimento del mondo, tuttora resta il più gran¬ de d'Europa, con quasi tremila dipendenti e 900 miliardi di bilancio. Ebbene, anche nella gloriosa storia •dell'acquedotto' mai era accaduto che una nuova, modernissima diramazione restasse all'asciutto. Succede adesso, alla vigilia degli Anni Novanta, e a poche settimane da una cerimonia d'inaugurazione con tanto di notabili, discorsi e nastro tricolore. L' •acquedotto di parco Marchese', 47 miliardi di investimento, destinato a risolvere una volta per tutte i problemi della Puglia centrale, è stato completato, collaudato, inaugurato e finora non e riuscito a distribuire una stilla d'acqua. Nel panorama della siccità, nel quadro di uno storico, grande problema che modernamente torna ad abbattersi sul Mezzogiorno, quello della Puglia è un caso esemplare. E per molti motivi. Questa è, anzitutto, la sola regione d'Italia che in sedicesimo abbia finito con il realizzare — grazie a una legge del 1910 — quell'«autorità unica delle acque» la cui influenza adesso si vorrebbe estendere a tutto il Paese. E' il solo luogo in cui a sovrintendere all'approvvigionamento, alla distribuzione, alla qualità dell'erogazione per usi civili sia un ente unico. Nello stesso tempo questo apparato, con più di mille chilometri di condotte, costituisce l'esempio della progressiva fragilità dei sistemi. -Un acquedotto esteso come in nostro — spiega Lagrotta — per funzionare ha bisogno di un livello standard al di sotto del quale c'é la paralisi'. In perio¬ do di siccità, é necessario che alcuni milioni di metri cubi d'acqua siano nel circuito solo per permettere al circuito di funzionare. Insomma: nel resto d'Italia l'acqua si spreca mentre qui esistono impianti che potrebbero rifornire la California, se solo sapessero a quali fonti alimentarsi. La Puglia, si sa, é terra di predoni: anche rispetto all'acqua la regione é, come si dice, «tributaria» di altre. Le fonti del Sele, nell'alta Irpinia, gli invasi del Pertusillo e del Sinni, entrambi in Basilicata. "Ma adesso — racconta ancora il presidente — su una portata teorica di oltre 600 milioni di metri cubi, le due dighe ci assicurano scorte per soli 40 milioni. Le sorgenti del Sele, che normalmente erogano 6 mila litri al secondo, adesso ne forniscono non più di 3800'. I conti sono presto fatti: • Se la siccità dovesse proseguire — prevede Lagrotta — le scorte assicurerebbero tre mesi di rifornimenti. A patto, naturalmente, di destinare tutta l'acqua all'uso potabile...-. Questo, in Puglia, significherebbe bloccare tutte le colture proprio al momento della loro massima espansione. D'inverno, da queste parti, si "oltivano soprattutto foraggi e cereali, nelle valli della Capitanata, ettari di campi sono già andati in malora. Ma adesso, tra febbraio e marzo, nel Metapontino sarebbe il turno delle fragole, a Bari e dintorni degli ortaggi, i prodotti più pregiati e remunerativi. •Non siamo ancora all'emergenza, ma ci stiamo avvicinando': Angelo Schittulli, presidente del «con¬ sorzio di bonifica appulo-lucana», scorre i dati senza farsi illusioni. La sua organizzazione, una delle sei che operano in Puglia, assicura l'Irrigazione ad una fascia di 12 mila ettari. Ogni anno, fra aprile e settembre, 30 milioni di metri cubi d'acqua di cui fin d'ora si sa che ne sarà disponibile solo un terzo. I tecnici dell'ente continuano a cercare fonti alternative: Andrea Cignarelli, il direttore generale, ha firmato un piano ambizioso. •In Puglia — spiega — esiste già un progetto che prevede l'installazione di una serie di depuratori sulle coste. Noi diciamo che depurare l'acqua costa, anche se poi la si scarica in mare. Tanto vale allora riciclarla per usi agricoli'. I progetti, in attesa di finanziamento, contengono anche apparenti incongruenze: un impianto del genere, a Bari, costerebbe una trentina di miliardi, la stessa opera progettata ad Andria, grosso centro della provincia, prevede una spesa di dieci volte superiore. Gli esperimenti di «inseminazione» delle nuvole proseguono ("anche se — spiega un esperto — ci é capitato di spargere cloruri su nuvole che poi hanno "scaricato' l'acqua a mare, o addirittura di provocare scariche di grandine...'). Basterà? Dopo questo lungo excursus tecnologico la conclusione potrà anche apparire deludente, eppure la sola risposta possibile riposa ancora sulle ginocchia di quella particolare versione del Fato che un tempo passava sotto il nome di Giove Pluvio. .Giuseppe Zaccaria

Persone citate: Andrea Cignarelli, Angelo Schittulli, Emilio Lagrotta, Lagrotta