«Cossiga dica la verità sul traghetto»

«Cossiga dica la verità sul traghetto» Una lettera del presidente della Regione sarda riapre il caso del «siluro fantasma» «Cossiga dica la verità sul traghetto» Melis denuncia «il colpevole silenzio di autorità militari e politici» - Ieri la Capitaneria di porto di Cagliari ha vietato qualsiasi attività marinara: al largo è in corso un'esercitazione DAL NOSTRO CORRISPONDENTE CAGLIARI — Un traghetto della «Tirrenia» finito sugli scog'i a poca distanza dalla costa di Perdasdefogu (la Cape Canaveral italiana^, un siluro fantasma che l'avrebbe colpito, navi militari impegnate nella zona in esercitazioni top-secret, un vecchio missile incastrato nelle rocce sotto la chiglia della nave in avaria: sono gli ingredienti fondamentali di un giallo politico-militare che da martedì scorso calamita l'attenzione dei sardi, da sempre in lotta per ridurre l'ingombrante presenza delle servitù militari nell'isola, per scacciare l'incubo dei war games che periodicamente si trasformano in mortali insidie. In più ci sono le inquietanti dichiarazioni del marconista del traghetto, Francesco D'Anzelmo. 56 anni, di Torre del Greco, diventato inavvicinabile dopo aver rivelato di aver sentito «un colpo sulla fiancata destra del Sardegna prima che gli scogli mordessero lo scafo del mercantile», un tuttomerci che trasportava un centinaio di pesanti autoarticolati e 31 persone, 29 membri dell'equipaggio e 2 autisti. "In quel punto c'erano 46 metri di profondità», avrebbe aggiunto il marconista negando la possibilità di un incidente provocato da una «secca». Dopo smentite categoriche quanto obbligate, atteggiamenti di sfiducia tra amministratori, militari e fonti di informazione, il «caso» sembrava essersi sgonfiato, dopo l'attribuzione dell'incidente ad un errore di navigazione, con cause ancora da verificare. E invece l'affare è riesploso sull'onda di un lungo e polemico telegramma inviato dal presidente della Regione sarda, Mario Melis, al Presidente della Repubblica, al capo del governo, ai ministri della Difesa, della Marina Mercantile e dei Trasporti. Melis ha chiesto di poter designare un "osservatore tecnico di nomina regionale» nell'inchiesta che il governo dovrà promuovere per "dare ai cittadini le necessarie certezze sulle cause del naufragio del traghetto». La proposta sembra mettere in dubbio l'accettazione della tesi ufficiale di un «normale» incidente. Tanto più che nel messaggio il presidente della Regione sostiene che il Sardegna sarebbe stato costretto a uscire dalla rotta di sicurezza e a navigare sottocosta da insensate esercitazioni militari, in corso al largo delle cosfìé orientali. Melis è esponente di punta del partito sardo d'azione, schieramento che si batte per ridurre il peso degli insediamenti militari nell'i¬ sola. Ma l'incarico costituzionale che ricopre non giustifica il sospetto di una manovra in chiave elettorale, anche se a giugno i sardi dovranno rinnovare il Consiglio regionale. Che interpretazione dare allora al telegramma? Forse è bene attendere. Non senza aver sottolineato un altro passo che si presta a varie interpretazioni, n presidente della Regione ha infatti chiesto a Cossiga "di farsi garante del diritto dei cittadini alla libertà di movimento nell'ambito dell'intero territorio dello Stato, dando pubblica informazione di quanto realmente accaduto al traghetto della Tirrenia e impedendo il ripetersi di situazioni manifestamente illegali e comunque pericolose». Dopo aver denunciato allarme e preoccupazione per il ripetersi di "gravi inciI denti sulle rotte aeree e su quelle marittime a danno di mezzi di linea», Mario Melis si è spinto oltre mettendo sotto accusa il "colpevole silenzio sulla verità dei fatti del potere politico e delle autorità militari». D «caso» riprende a montare, ma i giochi di guerra non si placano. Mentre il presidente della Regione inviava il messaggio al Capo dello Stato, la capitaneria di porto di Cagliari ne rilanciava un altro: dalle 16 di ieri alle 8 di domani è vietata qualsiasi attività marinara nelle acque territoriali comprese nella giurisdizione del circondario marittimo del capoluogo sardo. Dal largo diverse navi sono impegnate in un cannoneggiamento contro le coste di Teulada, prologo ad una successiva operazione di sbarco. Tutto ciò non aiuta a smorzare il tono delle polemiche. E neanche a fare luce sulle cause del naufragio di martedì scorso. Le posizioni sono bloccate. Incidente del tutto casuale, insistono le fonti ufficiali. «La falla sulla chiglia del traghetto Tirrenia è il tipico danno provocato dall'urto contro uno scoglio. Lo si potrà verificare nel momento in cui il Sardegna entrerà in bacino a Cagliari», sostiene a Roma lo stato maggiore della Marina. «Le dichiarazioni del marconista del traghetto sono gravi, ma di certo dettate dall'emozione personale», aggiunge il capitano di fregata Berardinp Schiruiccnio, capo ufficio stampa del comando regionale della Marina. E da Roma chiariscono che il razzo recuperato dai sub sotto la nave è ormai solo un vechio catenaccio, un tubo dal diametro di due pollici, lungo 72 centimetri e mezzo, completamente inoffensivo, in acqua da almeno 3 anni, come dimostrano le incrostazioni. Veniva impiegato da aerei G-91 e Aermacchi. Resta da vedere come sia potuto finire in un corridoio di mare aperto alla navigazione. Corrado Grandesso

Persone citate: Cape, Corrado Grandesso, Cossiga, Francesco D'anzelmo, Mario Melis, Melis