Proietti: «Vi canto la Storia»

Proietti: «Vi canto la Storia» L'attore debutta martedì al Sistina nellospettacolo «I sette re di Roma Proietti: «Vi canto la Storia» Scritto da Gigi Magni, regia di Garinei, musica di Piovani, lo spettacolo è una romanesca leggenda musicale che racconta 244 anni: dalla fondazione di Roma alla proclamazione della Repubblica Nel cast Gianni Bonagura nella parte di Giano e un coro di 14 giovani che cantano dal vivo ROMA — Accantonati prima i Papi (da San Pietro a Wojtyla) e poi 1 Cesari (da Cesare a Domiziano) — sempre per ragioni cronometriche — Gigi Magni è arrivato ai -sette re di Roma-,tutti con il volto di Gigi Proietti. Una romanesca leggenda musicale, che con la regia di Pietro Garinei, debutta martedì prossimo al Teatro Sistina, da dove difficilmente si muoverà per tutto il 1989 avendo, tra l'altro, Gigi Proietti per il prossimo autunno un impegno televisivo con Raidue. 'Il progetto dei Papi — precisa lo scrupoloso scrittoreregista romano — era troppo ambizioso. Uno spettacolo dura mediamente 150 minuti. Dividendoli per i 264 Papi della storia avrei finito per dedicare a Pio IX trentaquattro secondi per trentadue anni di Pontificato'. "Ripiegai poi su "I dodici Cesari "e per esclusione arrivai a "I sette re di Roma" che mi consentivano di soffermarmi anche su altri personaggi'. I sette re di Roma abbraccia, sia pure in chiave leggendaria e fantastica, 244 anni di storia: dalla fondazione di Roma alla proclamazione della Repubblica che vede protagonista Bruto, anche lui impersonato da Gigi Proietti. -Oltre che divertire — spiega Gigi Magni — lo spettacolo vuol essere anche il riproponimento di certe cose che è bene non dimenticare; e che sono alla base della nostra cultura, soprattutto in un momento in cui tutte quello che è di produzione nazionale viene insidiato da modelli e prodotti stranieri che non ci assomigliano e non ci appartengono. La sostanza del racconto è tuttavia quella vera, quella storica e ci sono anche riferimenti alla Roma di oggi». Oltre a Gigi Proietti, nel cast artistico figurano Gianni Bonagura nella parte di Giano, l'interlocutore dei re romani, e un coro di quattordici giovani attori — sopravvissuti ad una dura selezione — che cantano tutti dal vivo. Nel cast tecnico spiccano (per quanto riguarda le produzioni di «Garinei e Giovannini») tre nomi nuovi e sono quelli del coreografo Micha Van Hoecke, già collaboratore di Béjart e direttore del Balletto di Bruxelles, del musicista Nicola Piovani e della costumista Lucia Mirisola, che ha predisposto 220 costumi. -Mi sono ispirata — precisa — alla storia dei popoli che precedettero i romani e poi ho curato molto i colori. Ci sono tutti, tranne uno che da sempre, nell'ambiente teatrale, è considerato l'innominabile'. Nonostante il suo nome sia oggi legato al più celebri regi¬ sti cinematografici (-ho appena finito con il film di Moretti e mi appresto a comporre le musiche del prossimo di FellinU), Nicola Piovani con / sette re di Roma debutta nel grande spettacolo teatrale con musica. -Il teatro — confessa — mi piace, da sempre, più del cinema anche perché un film non troppo convincente si può comunque musicare, ciò, invece, non può avvenire per gli spettacoli teatrali. Questa differenza l'ho provata nel teatro di prosa dove ho curato le musiche di parecchi spettacoli del Gruppo della Rocca, di Carlo Cecchi e di Luca De Filippo'. Nicola Piovani è figlio d'arte: la madre. Pina Piovani, è stata una grande soubrette e nel cinema è ricordata come la mamma di Gina LoUobrigi- da nel film La Romana di Luigi Zampa. Per Gigi Proietti, dei sette re di Roma quello più simpatico è Numa Pompilio: •Perché è saggio, vecchio, arzillo ed ha anche una storia d'amore con la Ninfa Egeria'. Alla domanda se si ricordava, prima di leggere il copione di Gigi Magni, la storia dei sette re di Roma, l'attoremattatore dello spettacolo ha avuto ieri mattina un divertito, ma non troppo, soprassalto: "Certamente non mi sarei rimesso a studiare i sette re di Roma se non avessi dovuto fare lo spettacolo. Tuttavia, anche se la cosa può sorprendere, confesso che sono quasi laureato in legge. E lo dico perché le domande sulla mia presunta incultura sono ricorrenti: ho studiato anche diritto romano!'. E aggiunge: 'La lettura dello spettacolo che affiora dal lesto di Gigi Magni, serve a dare uno sguardo ad una zona della nostra storia che ci riguarda tutti. Ed inoltre ci si rende conto che le nostre radici sono un fatto mollo più importante di quanto non si creda. "I sette re di Roma", senza voler esagerare, offre allo spettatore anche una lettura civile della storia di Roma». Per Pietro Garinei, comunque, / sette re di Roma è lo spettacolo più complicato e difficile finora messo In scena al Teatro Sistina: "Quattro palcoscenici concentrici e girevoli per riuscire a seguire in modo spettacolare 244 anni della storia di Roma». Ernesto Baldo Gigi Proietti (al centro) presenta, con i colleghi della compagnia, la locandina dello spettacolo «I sette re di Roma»