Massari: «Non più film, ma gatti» di Fulvia Caprara

Massari: «Non più film, ma gatti» Parla l'attrice protagonista de «Una donna spezzata», da mercoledì su Raidue Massari: «Non più film, ma gatti» «Ho proposto alla terza rete un programma per la difesa degli animali. Lo farei con anima e corpo» - Il tv-movie (tratto da Simone de Beauvoir) racconta il trauma di un abbandono coniugale - Nel cast anche Erland Josephson, regista Leto ROMA—'E' successo trent'anni fa: al termine delle riprese de L'avventura sono tornata a casa e ho trovato mia madre sola, distrutta, perché mio padre aveva deciso di andarsene. E' stato uno shock, ho sofferto in maniera abnorme e mia madre, che doveva essere consolata, ha dovuto impiegare molto tempo, invece, a consolare me". Lea Massari, bellezza fiera e immutata nel tempo, una donna e un'attrice difficile, da sempre votata al rigore e alla coerenza, parla del vincolo molto personale che la lega al suo ultimo ruolo, quello di Virginia, protagonista di Una donna spezzata, film tv liberamente tratto dal romanzo omonimo di Simone de Beauvoir, in onda su Raidue mercoledì 15 e giovedì 16 febbraio alle 20,30 con la regia di Marco Leto. 'La storia raccontata da Simone de Beauvoir ha una valenza esemplare e anche per questo ho accettato di interpretarla: Virgìnia rappresenta il caso tipico di una donna solida, importante, che ha tutto e che di fronte al trauma dell'abbandono del marito, vive una sorta di regressione. Si comporta come un'adolescente viziala, come una donnetta qualunque che cerca conforto andando dalla grafologo e si abbassa al punto di pedinare il marito. E' una donna che si disfa pian piano perché ha posto il baricentro dell'esistenza nel suo uomo e quando questo viene a mancare, non ha nulla con cui sostituirlo. Alla fine deve accettare di vivere con i rimasugli di se stessa-. Accanto alla protagonista ha recitato, in un ruolo forse un po' troppo somigliante a quello interpretato per Bergman in Scene da un matrimonio, l'attore Erland Josephson, il marito che lascia la moglie: 'Siamo stati molto divisi dalla lingua: io recitavo in italiano, lui in un francese molto stentato e questo ha creato sul set un notevole disagio. Ho sentito, nonostante tutto, la consapevolezza di lavorare al fianco di un grande attore». Il film, interpretato anche da Jean Lue Bideau, Marisa Bartoli, Francesca Neri e Agnes Blanchot, è stato prodotto, per il costo di due miliardi e 700 milioni, da Raidue e dalla Eidoscope International. Nei desideri di Lea Massari, Una donna spezzata doveva essere il primo elemento di una trilogia dedicata ad alcuni difficili amori femminili: dopo Simone de Beauvoir dovevano venire le trasposizioni televisive di due racconti, Il manoscritto di Sin¬ ger e L'inganno di Thomas Mann. -Ma non credo che questi progetti si realizzeranno — spiega pensosa la Massari — sono stanca, ora basta: non ce la faccio più a ricominciare daccapo-. Verrebbe voglia di pregarla, ma lei è una donna decisa, dai modi netti: «A causa del mio rigore mi sono fregata tutta la vita, sia nei rapporti professionali che in quelli personali. Ho rifiutato negli ultimi anni tantissime proposte cinematografiche, perché non mi interessavano e mi sono accontentata, almeno per quanto riguarda il cinema italiano, di piccole apparizioni, senza mai avere la possibilità di misurarmi con un vero ruolo da protagonista. Con la televisione invece ho avuto sempre un ottimo rapporto: cinque personaggi, ne I fratelli Kpramazov, I Promessi Sposi, Anna Karenina, La vigna delle uve nere, Una donna a Venezia, che mi hanno dato belle soddisfazioni-. Adesso, però, la voglia di continuare è andata via: 'Tornerei a recitare solo in Francia, dove ho molti amici cari; magari in teatro, con una piccola cosa. Non un impegno troppo prolungato nel tempo, per carità: ho sempre pensato che il teatro non mi si addica per una questione di bioritmi, mi al¬ zo presto la mattina e la sera devo andare assolutamente a dormire-. Di un altro impegno, invece, Lea Massari ha tantissima voglia, ma in questo caso si frappongono ostacoli indipendenti dalla sua volontà: •Da tempo ho proposto alla Terza rete un programma dedicato agli animali, un programma serio, che servisse a denunciare tutti gli abusi compiuti dagli uomini. La cosa è stata più volte discussa, poi i tempi si sono allungati e non si è mai passati alla fase pratica della realizzazione; mi è stato invece proposto di partecipare al gioco Waku Waku, ma ho rifiutato, perché non era assolutamente il genere di impegno che mi interessava-. -Nel programma che vorrei fare — si scalda Lea Massari — mi interesserebbe promuovere la creazione di camper di pronto soccorso per cani e di squadre di veterinari che girino la città per sterilizzare le gatte evitando il continuo massacro dei cuccioli. Sono temi che mi coinvolgono moltissimo e quando ne parlo non posso fare a meno di provare emozione: so che se riuscissi ad avere questo programma mi ci dedicherei anima e corpo, con tutto l'entusiasmo che mi resta-. Fulvia Caprara

Luoghi citati: Francia, Raidue, Roma, Venezia, Virginia