Lazio regina del catenaccio di Marco Mazzocchi

Lazio regina del catenaccio Dopo il silenzio-stampa, anche feroci sbarramenti agli allenamenti Lazio regina del catenaccio Per ordine del presidente, solo i giornalisti autorizzati possono accedere al campo «Maestrelli» Ma proprio da quando i giocatori si sono cuciti la bocca, è cominciata la crisi di risultati ROMA — Da alcuni giorni, chi tenta di trare al «Tommaso Mae*.'.: .Ili», quartier generale dellr> Lazio, ha di primo acchito la sensazione d'aver sbagliato indirizzo, d'essersi avvicinato all'ingresso della vicina caserma dei carabinieri. •Aliala, chi va là!», sembrano dire ì feroci guardiani posti davanti al cancello. Sguardi duri, inquisitori, che incutono soggezione in colui che si trova al volante della propria auto. •Lei è un giornalista?-, è il primo quesito. -Mi mostri il "pass" permanente», è il secondo. Richiesta perentoria, praticamente un ordine, e chi malauguratamente ne è sprovvisto è costretto a tornare in redazione a taccuino vuoto, non senza essersi bravamente consumato in espressioni di sdegno. Questo, il simpatico clima instaurato dalla Società Sportiva Lazio nei confronti della stampa. Un'atmosfera di terrore, un'accoglienza «calda», in cui è francamente diffìcile ambientarsi. Proprio così: senza il permesso speciale non si entra. Disposizione secca del presidente Calieri, stufo del trattamento riservato alla Lazio negli ultimi tempi e fermo nell'impedire soprattutto ai rappresentanti di due quotidiani romani di attingere no¬ tizie sulla Lazio alla fonte originaria. Una situazione paradossale, nella quale anche i ben accetti, coloro cioè che ancora non si sono esposti alle ire dei vertici biancocelestì, stentano a trovarsi a proprio agio. Cancelli chiusi, inservienti che controllano ogni mossa e, probabilmente, ogni parola. Quasi una prigione, con la sola ma sostanziale differenza che in questo caso i carcerati, più che gli «inquilini- del Maestrelli, sembrano essere i visitatori. E già da un mese della Lazio si poteva parlare in maniera molto limitata. Un silenzio-stampa assurdo, deciso dal tecnico e dai giocatori, si sta protraendo senza soluzione di continuità. Un black-out che non ha alcuna ragione di esistere. Non vogliamo proprio credere che ci siano sotto motivazioni scaramantiche, anche perché, dal giorno in cui le bocche biancocelestì si sono magicamente cucite ad oggi, la Lazio è precipitata in zona retrocessione. Tanto meno vogliamo pensare che le insufficienze nelle pagelle del lunedì mattina possano avere così profondamente ferito l'animo dei capitolini. Questo, evidentemente, è lo stile Lazio. Lungi dal voler biasimare l'operato di questa gloriosa società ci permettiamo però di sollevare un quesito: -Non è meglio leggere un articolo in cui si parla dell'allenamento della Lazio, dell'affiatamento che c'è tra giocatori e stampa con qualche dichiarazione dei protagonisti, piuttosto che righe piene di ironia, prese in giro nemmeno troppo velate, insomma: critiche da un po' tutte le parli?». H quiz non ci sembra di cosi difficile soluzione. Marco Mazzocchi

Persone citate: Calieri, Maestrelli

Luoghi citati: Lazio, Roma