E in Sicilia si scopre una «squadro speciale»

E in Sicilia si scopre una «squadra speciale» E in Sicilia si scopre una «squadra speciale» I tre uomini che hanno sequestrato il disc-jockey sono affiliati a una «Special criminal polke» - Un'associazione di privati, con armi e tesserini di riconoscimento PALERMO — Una volta condotti in caserma, ai carabinieri di Petralia Sottana, un centro delle Madonie poco distante da Palermo, i tre avevano lasciato intendere di «avere tutto in regola». E le armi? Anche quelle, secondo i fermati, erano in regola: facevano parte dell'-armamento- in dotazione. In dotazione? Ma a chi? A questo punto l'ufficiale dei carabinieri capi di aver a che fare con i componenti di un'organizzazione di «privati» che tendeva a sostituirsi a polizia e carabinieri. Una sorta di fanatici da braccio violento della legge che dichiaravano di voler lottare con le forze dell'ordine contro mafia, rapinatori e criminali. E vennero fuori i tesserini, documenti plastificati con la dicitura «Special criminal police» e un'aquila con le ali dispiegate sulle sagome di Italia e Stati Uniti. In effetti i tre, Francesco Stazzone, vigile urbano di Valguarnera (Enna), Domenico Manaò e Natale La Rocca, entrambi catanesi, in camera di sicurezza c'erano finiti mentre portavano a compimento un'azione da squadra speciale per «rendere giustizia» a Stazzone, offeso nell'onore. Che cos'era accaduto? Solo un equivoco, ma il commando non poteva saperlo. I tre, infatti, si erano messi insieme per andare alla ricerca di due ragazze scomparse da Valguarnera. Livia Cassarino e Concetta Catalfamo, 30 anni in due, avevano abbandonato le rispettive abitazioni senza dare più notizie. Indagini e ricerche, naturalmente, furono avocate dal vigile urbano che chiese aiuto ai «colleghi» di Catania. Cominciarono le battute con tanto di ricetrasmittenti ed armi corte e lunghe. La traccia arrivò dall'etere: sintonizzan¬ dosi su una radio Ubera di Petralia Sottana i tre ascoltarono il disc-jockey Alfredo Castrianni, sposato e padre, che raccontava di aver ricevuto dalle scomparse più di una telefonata. Le giovani affermavano di voler trascorrere qualche giorno a Petralia in occasione del Carnevale e chiedevano di essere messe in contatto con qualcuno che potesse ospitarle. La decisione di irrompere a Petralia per costringere il disc-jockey a -rivelare il nascondiglio delle ragazze- fu immediata. Castrianni fu sequestrato, ma Livia e Concetta tornarono a casa e l'ostaggio fu rilasciato con tante scuse. E raccontò tutto ai carabinieri. Si chiarisce così la vicenda del «sequestro per onore» ma viene fuori questa sorta di Ku Klux Klan formato Sicilia che non lascia dormire sonni tranquilli al carabinieri. I mancati giustizieri, infatti, sembra abbiano alle spalle una buona organizzazione, come fa pensare l'efficienza delle armi che avevano in dotazione. Una di queste, un «Jager» calibro 7,65, è un fucile che può essere utilizzato come una mitraglietta. Alle contestazioni dei carabinieri i tre replicano di essere amici della legge e di svolgere un'attività importante nella lotta alla criminalità, alla mafia e finanche ai gruppi terroristici. E cacciano fuori i tesserini e le placche metalliche, come quelle degli sceriffi. I tre sono finiti in carcere ma per i carabinieri è cominciata la caccia agli altri «giustizieri». La «Special criminal police» per ora sembra presente solo nella Sicilia orientale. Però i carabinieri vogliono vederci chiaro. I servizi di sicurezza si sono già fatti vivi. ( . oh f.l.L