Deraglia un treno, otto feriti E' un attentato della mafia

Deraglia un treno, otto feriti E' un attentato della mafia Binari divelti vicino ad Agrigento, i vagoni finiscono nella scarpata l Deraglia un treno, otto feriti E' un attentato della mafia Forse le cosche locali volevano <lawertire» due aziende che hanno vinto un appalto delle Ferrovie AGRIGENTO — Gli inquirenti non hanno dubbi: è sta-: ta la mafia a far deragliare' l'altra notte il treno 3841 Catania-Agrigento, che viaggiava con una trentina di passeggeri. Con una pala meccanica gli uomini di Cosa Nostra hanno divelto i binari all'altezza di una curva, 200 metri prima della piccola stazione di RacalmuttHil paese dello scrittore Leonardo Sciascia), a una ventina di chilometri da Agrigento. I vagoni, dopo aver distrutto un traliccio dell'Bnel. sono finiti in una scarpata, ma sono stati trattenuti da alcuni grossi alberi. I sabotatori avevano lasciato la ruspa con il motore acceso accanto ai binari, tanto che il convoglio l'ha sfiorata. Otto i feriti ricoverati in ospedale, ma nessuno in condizioni gravi. Tra loro il macchinista Gaspare Donato, 47 anni, di Caltanissetta, e il suo aiuto, il palermitano Francesco Di Stefano, 35 anni. I sei passeggeri ricoverati sarebbero t dovuti scendere poco dopoaj in particolare Angelo Abe, iti anni, avrebbe lasciato U treno alla stazione successival quella di Racalmuto, il svio paese. Una decina di pass èggeri sono rimasti contusi; medicati in ospedale, sono stati subito dimessi. Tra loro'tpe operai senegalesi, diretti.zjd Agrigento per lavoro. ■ Uscivamo dalla curva e. quando ha visto che davanti a noi noni c'erano binari, ho azionato i freni, ma era già lardU, hairaccontato il macchinista otre nell'ospedale di Canicattììè stato interrogato dal sostituto procuratore della Repubblica di Agrigento Michele Emiliano che coordina le indagini. "Abbiamo visto .la morte in faccia", ha detto imo dei passeggeri, Angelo Gambino, 57 anni, di Agrigento». E Antonino Sciarrabba, 58j anni, di Cattolica Eraclea: «14 un certo punto ho creduto che non ce la saremmo cavata-. n trend aveva lasciato alle pioppeto 21,05 la stazione centrale di Catania. Il deragliimento è avvenuto 40 minuti dopo la mezzanotte di giovedì; nonostante il lavoro senz;i soste di quattro squadre di tecnici, il traffico ha potuto riprendere soltanto ieri alle 15. n primo a parlare di attentato è stato l'ingegner Claudio La Mantia del compartimento ferroviario di Palermo, quando ieri mattina qualcuno pensava ancora ad un incidente. 'Indaghiamo in tutte le direzioni", ha detto il tenente colonnello Mario Catalano che comanda il gruppo Agrigento dei carabinieri. La ruspa utilizzata per sfasciare la linea ferrata appartiene alla Moviter di Racalmuto, una piccola azienda subappaltatrice della «MGC- (Mediterranea Grandi Costruzioni) di Siracusa che ha una cinquantina di dipendenti e ha da poco vinto un appalto dell'Enel per la costruzione di una centralina indispensabile per l'elettrifi¬ cazione della linea ferroviaria. I carabinieri sono convinti che r«awertimento» fosse destinato alla MGC o alla Moviter. Quest'ultima azienda già tre mesi fa a Milena, un paesino nella vicina provincia di Caltanissetta, ha subito un altro attentato: lo scoppio di una bomba aveva semidisirutto un suo escavatore. I fratelli Alessi, titolari della Mcviter, e Franco Messina, ventottenne di Siracusa, titolari? della MGC, sono stati interrogati a lungo dai carabinieri. Le ipotesi sulle quali si sta sviluppando l'inchiesta sono due: l'attentato è opera della mafia delle estorsioni che non dà tregua nel triangolo Racalmuto, Aragona, Favara, oppure della mafia degli appalti e del subappalti che non tollera -intromissioni» nella zona di sua influenza e avrebbe mal sopportato l'arrivo dei tecnici siracusani della MGC. a. r.