Atrazina, decreto a metà di Bruno Ghibaudi

Atrazina, decreto a metà Donat-Cattin non firma: «Non è chiaro come si troveranno i soldi» Atrazina, decreto a metà Il ministro della Sanità insiste: «Servono 570 miliardi per la bonifica» - Ruffolo non li vuol dare Amato sostiene che si possono recuperare da altri stanziamenti ■ E tutto slitta di una settimana ROMA — Il decreto sull'atrazina sta acquistando i connotati di un giallo. Il Consiglio dei ministri avrebbe dovuto approvarlo ieri, fissando un tetto massimo di un microgrammo per litro. Invece il provvedimento è ancora un'ipotesi, una dichiarazione di buona volontà. La riunione si è infatti conclusa con la semplice approvazione di uno schema di massima, sul quale c'è stata una convergenza di principio ma anche qualche riserva. Una di queste è la copertura finanziaria, che deve ancora essere trovata. Si tratta di 570 miliardi. E proprio per vederci chiaro, Carlo DonatCattin ha dichiarato di non aver firmato -perché il modo di finanziare il provvedimento non è ancora chiaro: e finché non lo sarà io non firmerò-. E poi è partito per Torino. Del decreto legge vero e proprio, definitivo, si dovrà dunque riparlare la prossima settimana. Con questa pausa imprevista si ritoma perciò alla situazione del 30 dicembre, quando il Tar ha dichiarato illegittimo il decreto con cui il ministro della Sanità aveva prorogato ancora una volta (fino al 28 febbraio) i livelli -italiani" dei diserbanti nell'acqua potabile (più alti di quelli dichiarati dallaCee). La legge da rispettare era perciò quella comunitaria, del resto recepita dall'Italia fin dai 1985. Sindaci e amministratori che non operavano per fornire acqua potabile non inquinata e per limitare l'inquinamento potevano perciò essere incriminati. Se i magistrati non si sono ancora mossi è forse solo perché il governo, il giorno dopo, si è impegnato ad emanare in tempi brevi un decreto che avrebbe vietato, seppure con gradualità relative ad alcune zone e ad alcune colture l'uso dei diserbanti, in particolare atrazina, nfolinate e bentazone. Ma un primo mese è già trascorso, rapidamente e inutilmente. L'altro ieri un nuovo allarme: il Consiglio Superiore di Sanità ha indicato limiti rigorosi per i diserbanti nell'acqua, più bassi non solo di quelli fissati dal ministero della Sanità ma anche di quelli previsti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (due microgrammi per litro). E ha invitato a rientrare gradualmente, entro due anni, nei limiti indicati dalla Cee (0,1 microgrammi per litro). All'uscita numerosi ministri si sono comportati come se il decreto fosse già stato definitivamente approvato. Giorgio Ruffolo, ministro dell'Ambiente, ha tenuto a precisare che i miliardi non verranno ritagliati dal suo bilancio. Quindi ha anticipato che l'uso di atrazina, molinate e bent azone sarà vietato in tutte le zone in cui i limiti Cee saranno superati e che limiti più rigorosi, da precisare in un decreto congiunto con il ministro della Sanità, saranno posti anche nelle zone in cui i tetti Cee non sono stati violati. Calogero Mannino, ministro dell'Agricoltura, ha anticipato che 'il decreto prevede che una struttura della pubblica amministrazione individui i prodotti alternativi all'atrazina e ne accerti la possibilità di utilizzarli-. Per chi vive in situazioni d'emergenza sarà sicuramente un conforto sapere che dopo tanti anni di emergenze, di preoccupazioni e di polemiche siamo ancora a questo punto. Mannino ha poi aggiunto che -bisogna aiutare gli agricoltori a scegliere i diserbanti, gli anticrittogamici e gli antiparassitari e ad usarli con estrema razionalità-. Un altro futuribile, dal momento che non si conoscono programmi o progetti già pronti a questo sco- PO. Giuliano Amato, ministro del Tesoro, dopo aver accennato all'intesa trovata, ha spiegato che la copertura del decreto sarà a carico di una pluralità di stanziamenti già stabiliti e che perciò non sarà necessario cercare nuovi finanziamenti. Nel tardo pomeriggio, al termine di una riunione a cui hanno partecipato i rappresentanti dei ministeri interessati a fornire la copertura finanziaria, il ministro Maccanico si è limitato a dichiarare che -il problema è praticamente risolto-. Un ottimismo che Verdi e demoproletari non condividono. -Con la riunione di oggi il governo ha raggiunto il pieno stato confusionale —. hanno commentato i Verdi — dichiarazioni contrastanti sulla possibilità di finanziamento da parie di Amato e Donai Cattin. Mannino che conferma nei fatti la latitanza del suo ministero, Ruffolo che pensa ad un decreto interministeriale quando quello di cui si parla non è stalo ancora varato-. Per dp non è solo una questione formale: • Proibire latrazina, violinate e bentazonc solo nelle regioni dove le falde sono già inquinate può sembrare un passo positivo ma in realtà potrebbe rivelarsi grave errore. Potrebbe significare che nelle altre regioni questi diserbanti possono essere usati, estendendo cosi l'emergenza idrica a tutto il Paese, inquinando anche le falde finora incontaminate'. Bruno Ghibaudi

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