Muore una stella, nasce la trottola cosmica di Piero Bianucci

Muore una stella, nasce la trottola cosmica Gli astronomi seguono la trasformazione dell'astro in pulsar: ruota a 2000 giri al secondo Muore una stella, nasce la trottola cosmica Il copione di un dramma cosmico che potrebbe intitolarsi -Morte di una stella» è stato rispettato fino all'epilogo: la supernova esplosa due anni fa nella Grande Nube di Magellano, a 170 mila anni-luce dalla Terra, si è trasformata in un pulsar, cioè in un corpo celeste eccezionalmente denso e costituito di neutroni, che ruota su se stesso a grande velocità: in questo caso ben 2000 giri al secondo, un primato assoluto. L'annuncio /iene da un gruppo di radioastronomi americani e deve ancora essere confermato da una più accurata serie di osservazioni. Se la conferma arriverà, potremo dire di aver vissuto una straordinaria avventura scientifica. Per la prima volta, infatti, gli astronomi hanno assistito alla nascita di uno dei più esotici oggetti celesti —- un pulsar — e per di più questo pulsar, essendo il primo che viene visto nella sua «infanzia», è il corpo celeste con il più rapido moto rotatorio che sia mai stato misurato. Vediamo di spiegare meglio il significato della scoperta. La supernova esplosa nel febbraio del 1987 è la più vicina e luminosa dopo quella avvistata da Keplero nel 1604, quando ancora non esisteva il telescopio. Una stella muore come supernova quando, pur possedendo una massa pari ad almeno una volta e mezzo quella del Sole, esaurisce il combustibile nucleare da cui traeva la sua energia. Allora le parti esteme della stella vengono proiettate nello spazio, mentre quelle interne collassano e si concentrano in una slera densissima, dal diametro di una decina di chilometri. Questo oggetto ultracompatto ruota su se stesso molto velocemente per il fenomeno fisico della «conservazione della quantità di moto». Pensate a una pattinatrìce che, a braccia tese, piroetta su se stessa. Se accosta le braccia al corpo, il suo moto accelera. Alla stella succede la stessa cosa. Prima dell'esplosione essa ha un diametro di qualche milione di chilometri e ruota al ritmo di un giro ogni 10-30 giorni. Collassando, la sua materia si concentra (come le braccia della pattinatrìce riaccostate al corpo) e tende a conservare il movimento rotatorio, che a sua volta, in certo senso, si concentra. Di qui l'alta velocità di rotazione dei pulsar, che in genere è di qualche decina di giri al secondo. L'esistenza dei pulsar è rivelata da un fitto susseguirsi di segnali radio, in quanto questi corpi celesti si comportano come fari e a ogni giro inviano un impulso, captabile con i radiotelescopi. D primo pulsar fu scoperto nel 1967 da Jocelyn Bell, una laureanda dell'Uni'/ersità di Cambridge. Si trovava nella Nebulosa Granchio (costellazione del Toro) e presto fu chiaro che il messaggio radio (prima scambiato per un segnale artificiale di qualche «omino verde» ) veniva dai resti di una stella esplosa nel 1054, dalla quale è derivata anche la nebulosa. In questo caso la -stella di neutroni» compie 33 giri al secondo. In altri pulsar sono stati osservati periodi più lunghi (un paio di secondi) e anche molto più brevi (un duecentesimo di secondo). Per tutti quanti si è anche potuto accertare che «perdono giri», cedendo gradualmente la loro energia di moto. Poiché i pulsar finora conosciuti si sono formati tutti parecchi secoli o millenni fa, è logico pensare che oggi ci appaiano più lenti di quando erano «giovani», n pulsar della supernova del 1987 è invece appena nato, e cosi si spiega l'incredibile velocità di 2000 giri al secondo rivelata da questa affascinante trottola cosmica. Piero Bianucci

Persone citate: Jocelyn Bell, Keplero

Luoghi citati: Cambridge