« Riscopriamo il'56 per ribellarci alla geografia di Yalta»

«Kadar, pavido riformista» «Kadar, pavido riformista» DAL NOSTRO INVIATO BUDAPEST — La tragedia magiara dell'ottobre 1956 non va liquidata sotto l'etichetta della controrivoluzione antimarxista, è dunque sbagliata l'interpretazione imposta dall'ortodossia del partito, bisogna riscriverla da cima a fondo. Quella ventata di libertà soffocata dall'intervento dell'Armata Rossa, propone adesso l'ala riformista del pc ungherese in uno strappo dirompente che ha colto di sorpresa la vecchia guardia comunista, dev'essere giudicata invece con il suo vero nome: fu sollevazione popolare giusta e genuina. Sulla lacerante questione che aveva covato sotto la cenere per 33 anni è iniziata alle 10 di ieri una drammatica sessione a porte chiuse del comitato centrale del Posu, il partito operaio socialista unificato, convocato d'urgenza per affrontare a viso aperto il tema tabù. A portarlo in superficie è stato l'esplosivo dossier consegnato dagli uscieri a ciascuno dei 108 membri della dirigenza. •Centotrentasei pagine che scottavo-, dicono a Budapest, redatte in sei mesi di ricerche dalla commissione dì stu^i storici sugli eventi dell'ultimo quarantennio, diretta da Ivan Berend, presidente dell'Accademia delle Scienze. E la conclusione raggiunta dagli esperti scompiglia i dogmi dell'ideologia conservatrice incarnata dal segretario del partito Karoly Grosz dando ragione alle tesi riformiste portate avanti da Imre Pozgay, l'a¬ stro nascente dello schieramento innovatore all'interno del Poiitbjuro. La cortina del silenzio che circonda l'andamento dei lavori è totale, in netto contrasto con la diffusione accordata ai recenti dibattiti politici tenuti nel palazzo bianco che ospita il quartier generale del partito. Nessuna anticipazione sul verdetto che il comitato politico potrebbe emettere, neppure le telecamere della televisione di Stato sono state ammesse all'interno della sala. Anche la conferenza stampa conclusiva, prevista nella tarda serata, è stata annullata. Responsabile della tempesta era stato dieci giorni fa lo stesso Pozgay quando, con un colpo di scena in sintonia alle sue innumerevoli sortite | dirompenti, senza peli sulla l Lngua. aveva anticipato alcuni contenuti del documento dichiarandosi d'accordo sul responso della commissione di studi. Immediata !a replica di Grosz e del primo ministro Miklos Nemeth: si può, anzi si deve, discutere nel 1956, ma sull'argomento non fanno testo le prese di posizione personale da parte di esponenti del partito perché l'ultima parola spetta di diritto alla collegialità del Posu. Difficile a questo punto prevedere se nello scontro al vertice, il primo dopo l'uscita di scena nel maggio scorso dell'anziano leader carismatico Janos Kadar, vincerà una o l'altra delle due anime del partito. Più proi babile il compromesso pur di evitare profonde spaccature nel segno della riconciliazione nazionale che prevede la creazione di espressioni politiche alternative aj sistema, e l'ulteriore rinvio a pronunciarsi in modo netto sul problema. Una fonte che ha potuto prendere visione del rapporto ('Mezz'ora soltanto, di nascosto-), ne rivela i passaggi più significativi. Per l'Ungheria sa/anno uno choc, ma anche la fine di un lungo incubo. Innanzitutto l'analisi della democrazia parlamentare post-bellica dal 1945 al "48 ("Un esperimento positivo sui vantaggi del sistema di governo pluralistico-), poi pollice verso sulla "brutale- meteora di Rakosi "bieco alfiere del peggiore stalinismo- stemperata nel tentativo filo-liberale di Imre Nagy, iniziato nel 1953, "Che solo all'ultimo perse il controllo del movimento di protesta perfinire purtroppo sulla forca-. Quindi il trentennio kadarista, meritevole in quanto riuscì a tirare il Paese fuori dalla bufera restituendo benessere ed allentando le maglie della repressione -con il difetto tuttavia dell'eccessivo paternalismo e dello scarso coraggio riformista-. In mezzo gli entusiasmi suscitati negli Anni Settanta dalla Nep, il nuovo meccanismo economico di Rezso Nyers affondato dagli antiprogressisti, "un salto all'indietro che ha provocato la perdita di fiducia nel regime- riconquistata infine dalla gestione Grosz. Piero de Garzarolli

Luoghi citati: Budapest, Ungheria