Berio: «Londra mi offre una grande orchestra»

Berio: «Londra mi offre una grande orchestra» « Un re in ascolto» stasera al Covent Garden Berio: «Londra mi offre una grande orchestra» L'opera diretta dall'autore • La Royal Academy gli dedica la stagione LONDRA — Installato nell'appartamento di Placido Domingo, tra sofà a fiori e carta da parati a fiori blu, circondato da amici, cantanti e ammiratori, Luciano Berlo è a Londra per una doppia maratona. La sua opera Un re in ascolto debutta al Covent Garden questa sera diretta dallo stesso compositore; alla «Royal Academy of Music» è in corso una stagione dedicata alla musica di Berlo; il 13 alla -Ica» parlerà su Italo Calvino e sull'esperienza di librettista di quello scrittore. Compare sorridente e intervistato sui giornali inglesi. -Sicuramente per quest'opera a Londra ho il cast migliore compresa Salisburgo e la Scala- dice rimproverando le mie critiche al Covent Garden. -L'orchestra poi è meravigliosa perché in Ingnillirà le scuole sfornano 7nusicisti di prima qualità, così che le orchestre inglesi non sono piene di stranieri, coreani o polacchi, ma di inglesi autentici». C'è da osservare che i sindacati locali su questo fatto sono ferrei e che i polacchi a Londra non potrebbero lavare neanche un finestrino delle automobili, ma non interrompiamo il Maestro. -Questo lavoro. Un re in ascolto, ha avuto delle reazioni strane, ha emozionalo Lorin Maazel che lo ha diretto a Salisburgo. Christa Ludwig era in lacrime. Forse perché spazia a un livello ben più ampio che una storia vera e propria". Massimo Mila era molto vicino a questo lavoro. -Dopo aver visto quell'opera mi aveva scritto una lunga lettera che mi ha commosso. Era cosi intensa che, da buon ligure, non ho saputo rispondere. Per nascita, per educazione, per fallo genetico, geografico non sono propenso all'apertura spontanea, diretta. Cosi non scrissi a Massimo Mila come avrebbe meritato con una risposta complessa, articolata: non sono riuscito. Me ne sono sempre pentito, anche vedendolo'. Un re in ascolto, libretto di Italo Calvino, è stato dato a Salisburgo, Vienna e alla Scala prima di approdare qui a Londra. -Presenta gli ingredienti di un grande processo. Sono icone dell'addio. Era nelle mie intenzioni presen- tare dei gesti non collegati da un filo. Perché non si può chiamare la morte la fine di una storia dato che la morte e sempre presente, è sempre li, non è la fine. Mi interessava sfruttare questo spazio musicalmente-. La storia di Un re in ascolto è la lenta e reticente morte di Prospero, di un uomo. Parliamo del suo «Tempo Presente», l'Ircam fiorentino che sta prendendo piede a poco a poco; parliamo del Lingotto e di Torino dove Berto è in arrivo. Perché ha scelto Firenze per il suo istituto musicale fra tutte le città italiane? -Avevo pensato a Bologna-. Ma poi Firenze lo ha catturato: -Benché Firenze sia cosi chiusa in se stessa, ancora presa dalle lotte tra Guelfi e Ghibellini. Non e cambiato niente a Firenze. Il solo fatto che non ci sia un aeroporto, è sintomatico-. Gaia Servadio Luciano Borio impegnato a Firenze e al Lingotto di Torino