Le vacanze romane dell'antiquaria Rose di Fulvia Caprara

Ezralow: «Quando danzo divento bello» Incontro con l'eclettico ballerino, coreografo e attore ospite di «Stasera Lino» sabato su Raiuno Ezralow: «Quando danzo divento bello» ROMA — -Quando parlo non credo di essere molto interessante, ma quando danzo forse divento bello: perché sto facendo la cosa più importante della mia vita, quella che più mi piace, quella in cui mi esprimo al meglio. In quei momenti la mia anima sembra venir fuori: pura, come, déntro un cristallo trasparente». Trentadue anni, il fisico leggero e possente, il viso un po' tenero e un po' sfrontato, le lentiggini, gli occhi chiari, il naso prepotente, i capelli lunghi trattenuti in una coda: Daniel Ezralow, ballerino autodidatta nato a Los Angeles da madre israeliana e padre canadese, ospite ancora domani del varietà ai Raiuno Stasera Lino, è portatore di una filosofia di vita semplice quanto attraente. Una filosofia che vìve nei passi delle sue originalissime coreografie e che lui ha condensato nel nome del gruppo di cui è leader e fondatore: Iso, cioè I'm so oplimistic. Dice Ezralow, mescolando tranquillo inglese e italiano: "Bisogna avere il coraggio di tentare nuove strade, di rischiare, di abbandonare i traguardi consolidati per dedicarsi agli esperimenti più insoliti: se arriva il fallimento non è grave, l'importante è aver fallito con il cuore. E non conta avere mete precise, basta seguire il flusso della creatività, senza deprimersi se un giorno sembra che non ci sia niente di nuovo da inventare, perché magari il giorno dopo arriva un'idea su cui si può lavorare per mesi». Nel segno di questa coerenza Ezralow ha iniziato la sua carriera a New York studiando la tecnica Graham con Lar Lubowitch e Paul Taylor; quando ha capito che le sue basi erano sufficientemente solide e che quel tipo di danza non gli dava la possibilità di esprimersi completamente, si è lanciato, dopo una breve parentesi con i Pilobolus, nell'avventura dei Momix, al fianco del maestro Moses Pendleton. "Il primo spettacolo con i Momix fu tremendo, la gente urlava e fischiava. Poi siamo diventati famosi, è arrivato il successo e i nostri lavori hanno acquistato una specie di marchio di qualità. Allora ho capito che era arrivato il momento di ricominciare, rischiare di nuovo, cambiare tutto. Così è nato riso-. Il gioco e la vita quotidiana sono i principali motivi ispiratori della sua danza, in cui si ritrovano gesti e smorfie che fanno il verso allo stress da vita contemporanea, quella vita concitata e rumorosa che il ballerino ha cercato di rifiutare andando a vivere da solo in campagna, dopo 8 anni di residenza newyor¬ kese. «72 gioco serve per dire le cose più importanti: quando la tua bocca è disposta al sorriso, vuol dire che l'animo è aperto, pronto per recepire anche i messaggi più seri. Per me danza e vita coincidono, non ci sono differenze». Nel suo cammino alla ricerca dell'armonia, Ezralow ad un certo punto ha incontrato il cinema: Lina Wertmùller gli ha affidato la parte dell'amante appassionato di Angela Molina in Complicato intrigo di donne, vicoli e delitti; Bellocchio lo ha fatto recitare nel ruolo dello psicanalista irretito dal fascino della strega Beatrice Dalle in La visione del Sabba. •Il cinema mi ha fatto conoscere una nuova dimensione, un lavoro più di lesta che d'istinto, molto diverso da quello che si fa nella danza. Naturalmente le esperienze si differenziano in base ai registi: con la Wertmùl¬ ler c'è molto spazio per l'espressività, con Bellocchio, invece, il lavoro è di scavo interiore. Marco è sempre alle prese con la mente, con l'introspezione, con il subconscio; è una persona molto interessante che mi ha dato l'opportunità di crescere». Entusiasta dell'esperienza al fianco della Parisi (*E'più brava di me, avrebbe bisogno di ampliare il campo delle sue esperienze, lavorando anche in teatro» ), Ezralow ha in programma una tournée in giro per l'Italia con il suo Iso e coltiva un progetto di cinema-tv: un film, come quelli già girati per Mixer da Gades, Petit, Carlson, Alley. La città protagonista sarà San Francisco: «E' la più bella ^'America, la più europea, la più libera, la più colta, l'unica dove, accanto ai grattacieli, esiste ancora la natura». Fulvia Caprara Daniel Ezralow

Luoghi citati: America, Italia, Los Angeles, New York, Roma, San Francisco