Urss: «Processiamo il partito»

Urss: «Processiamo il partito» Sulla rivista Neva attacco senza precedenti al ruolo del pcus Urss: «Processiamo il partito» Uno studioso di Leningrado: «Ha portato il Paese alla crisi economica e alla decadenza morale» - «Per la Costituzione il potere è dei Soviet» - «Bisogna dare al popolo la facoltà di correggere anche il Segretario Generale» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — n potere del partito è smisurato e rappresenta un pericolo per la riforma avviata da Michail Gorbaciov. Negli anni, con Stalin e poi con Breznev, il pcus è diventato una forza senza controlli, che niente nella Costituzione consente di correggere o arginare quando sbaglia: tanto che, -seguendo la logica della Costituzione-, non è troppo affermare che «é stato il partito a portare il Paese sull'orlo della crisi politico-economica» e alla 'decadenza morale», perché ha messo gli interessi dell'apparato al di sopra di quelli del popolo. Fra le riflessioni sul partito e sul suo ruolo, sempre più numerose in Urss, quella del giovane Serghei Andreev, uno studioso di Leningrado schierato fra le avanguardie della perestrojka, è certo la più ardita. Perché, con una durezza senza precedenti, sembra avviare un processo pubblico alla massima «forza» del Paese, e solleva per la prima volta interrogativi inquietanti sul ruolo che il pcus potrà e vorrà giocare per il successo della riforma. A pubblicarla è la rivista Neva, organo degli scrittori di Leningrado e fra i giornali più progressisti del momento. Per questo, l'intervento di Andreev ha soprattutto il significato di una sonda e i toni di una provocazione politica clamorosa ma «dosata», nei suoi riflessi e nei suoi effetti. E conferma, insieme, ,il ruolo che la pubblicistica sovietica più coraggiosa e avveduta sta assumendo: di avanguardia critica. Perchè, scrive ad esempio Andreev, dai testi sui quali riposa la legittimità del partito affiorano una contraddizione e una certezza: «All'articolo sei della Costituzione leggiamo che "armato della teoria marxista-leninista, il partito comunista determina la prospettiva generale dello sviluppo della società". Afa nella Costituzione c'è anche l'articolo due, nel quale leggiamo che "Tutto il potere appartiente al popolo e il popolo attua il suo potere attraverso i Soviet", cioè i consigli elettivi. "Tutti gli altri orga¬ nismi", si legge ancora, "sono subordinati ai Soviet". Sembra che il partito sia una forza uguale ai Soviet, mentre nella realtà non deve rendere conto al popolo di quel che fa». Accadde cosi che, svincolato dal controllo popolare, -il partito non trovò niente da contrapporre al culto della personalità di Stalin». Accade così che il partito riconosce i propri errori soltanto a posteriori, come si è visto dopo la morte di Stalin e poi quella di Breznev: «Ma non sarebbe stato meglio non commetterli, gli errori?», si chiede Andreev. E poi, che garanzie ci sono «cfte non compariranno altri individui come quelli»? La crìtica sfiora il Segretario Generale, ma dal lungo articolo una cosa è chiara: le contraddizioni attribuite a Gorbaciov sono soprattutto quelle del ruolo piuttosto che della persona, alla quale si rimprovera soltanto una eccessiva timidezza sulla via delle trasformazioni. Perché, scrive Andreev, -a tutti è chiaro che la figura centrale della vita del Paese è il Segretario Generale e non il Presidente. Ma il Segretario Generale viene eletto da un circolo piuttosto ristretto di persone, con poche centinaia di voti. Così che di fronte ai 280 milioni di sovietici i cui interessi deve rappresentare, viene violato il principio base di uno "Stalo del popolo". E ciò avviene in pieno accordo con la Costituzione». Piuttosto, par di capire, Gorbaciov ha troppo esitato nella «ridefinizione delle istituzioni», n suo progetto di riforma politica, è il timore di Andreev, rischia di restare debole di fronte al vero nemico della riforma economica, l'apparato del partito, e di lasciargli dunque spazi d'intervento ambigui. Perché Gorbaciov è stato frenato, o perchè non ha voluto? Andreev non risponde, ma chiude con un appello quasi: -Bisogna dare al popolo il patere di correggere il capo del parlilo. Se è necessario, anche il potere di metterlo apollo». e. n.

Luoghi citati: Leningrado, Mosca, Urss