Giovani in pensione, un sogno americano

Giovani in pensione, un sogno americano Un commercialista divulga con successo la ricetta per un agiato ritiro dal lavoro Giovani in pensione, un sogno americano DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — E' l'ultima versione dell'American dream, il sogno americano: un lauto reddito in giovane età, una vita da signori senza lavorare, insomma una sorta di dolce far niente made in Usa. n suo teorico è un ex commercialista oggi quarantenne, senza figli, Paul Terhorst, da cinque anni in ozio più o meno lussuoso In vari Paesi del mondo insieme con la moglie. Terhorst, musicista dilettante, scrittore occasionale di racconti, si è stancato della sua proficua carriera un decennio fa. Ha pubblicato un libro fortunato, che è divenuto la Bibbia degli aspiranti a un confortevole riposo prima degli acciacchi della mezza età. n titolo è significativo: Riscuotere il sogno americano: come andare in pensione a 35 anni. n messaggio di Terhorst: •La nostra società considera normale che noi dedichiamo al lavoro la parte migliore della nostra vita, e riserviamo a noi stessi la peggiore. Siamo pazzi? Perché rassegnarci? Fate lavorare i vostri soldi per voi, adesso». Detto fatto? Non esattamente. Paul Terhorst può sembrare l'Oblomov del 2000, la reincarnazione del giovin signore russo che trascorreva a letto la maggior parte del suo tempo. In realtà, insieme con la moglie, si è sudato il pensionamento anticipato con un'attività frenetica che ha finito per angosciarlo. Terhorst racconta l'intuizione avuta in un aeroporto, durante una pausa impostagli da un aereo In ritardo: professionista di successo, ricco, sempre in viaggio, non aveva più tempo per sé, né per congiunti, e amici. •Mi resi conto che perdevo le cose più preziose della vita, e decisi di programmare il mio ritiro». Due anni dopo si dimetteva per andare a vivere In provincia. La tesi dell'ex commercialista è che ci siano quattro milioni di americani in condizioni di imitarlo. Il metro di misura? Un capitale di 400 mila, o meglio di 500 mila dollari da far fruttare: è l'equivalente di 520-650 milioni di lire. L'autore di Riscuotere il sogno americano, non è un Fantozzi qualunque. Insieme con la moglie, guadagnava ogni anno tra 100 e 150 mila dollari netti, 130-195 milioni di lire; possedeva una grande villa, sia pure acquistata con un mutuo; guidava due fuoriserie, n guaio è che più intascava più spendeva: »VAmerican dream finisce per consegnarti ostaggio al possesso, ti moltiplica i bisogni e accresce l'insoddisfazione». Una volta cambiato atteggiamento, non gli è stato difficile, confessa, giungere a mezzo milione di dollari, anzi qualcosa in più, •vendendo tutto ciò che non aveva valore affettivo». Il mestiere gli ha Insegnato, inoltre, a ottenere 11 massimo profitto col minimo rischio. Paul Terhorst ha investito tutto in «CD», o Certificati di Deposito, a blocchi di 50 mila dollari, ricavando un interesse dell'otto per cento. Ha evitato la Borsa e altri Investimenti 'perché la certezza del reddito sono fondamentali: la serenità dell'esistenza quotidiana esclude la cupidigia». Paul Terhorst stabilisce poche regole ma chiare per la vita spensierata del giovanotto in pensione. Disporre di un reddito annuo di 40 mila dollari, 52 milioni di lire; non superare in media 1 50 dollari al giorno di spese, 65 mila lire; spostarsi dove vivere costa meno, almeno per buona parte dell'anno. Nel caso specifico, l'ex commerciamta prima di mettere i soldi in banca ha acquistato una casetta, spendendo molto meno di quanto gli era costata la villa. La affitta mensilmente a un canone modesto, e vi fa ritorno per brevi periodi. Il re¬ sto dell'anno viaggia con la bella moglie Vicky, senza negarsi nulla, da una stazione balneare a una di sci, nel Profondo Sud, in America Latina e in Asia, dove tutto è più a buon mercato. Terhorst e consorte non si negano l'Europa, ma soggiornano in Spagna o in Grecia «cfte sono molto meno care dell'Italia, per non parlare della Francia o dell'Inghilterra». Le difficoltà maggiori di questa condizione di privilegio, ammonisce l'autore, non sono finanziarie, sempre che il candidato alla pensione sappia liberarsi da ogni residuo consumistico, ma psicologiche. Tale è il lavaggio del cervello cui siamo sottoposti, sostiene il dissidente della «cultura del lavoro-, che un senso di colpa o di inutilità può sopraffarci. Infine, è meglio essere preparati — anche in Usa potrebbe esplodere l'inflazione — al rientro nel mondo produttivo. e.c.

Persone citate: Fantozzi, Paul Terhorst