Walesa: per favore, non scioperate

Walesa: per favore, non scioperate Accordo alla miniera di Belchatow ma in tutto il Paese continuano le agitazioni selvagge Walesa: per favore, non scioperate «Abbiamo atteso tanti anni, pazientate ancora» - Parla il ministro Ksasnicwski: alla Tavola Rotonda accordo sulla legalizzazione di Soiidarnosc - «Ma i sindacati dovranno dimostrare senso di responsabilità» DAL NOSTRO INVIATO VARSAVIA — L'improvviso sciopero spontaneo dei minatori di Belchatow che rischiava di avvelenare i negoziati della -tavola rotondapolacca è cessato all'alba di ieri dopo un'estenuante notte di trattative tra la direzione aziendale ed il comitato di agitazione di Soiidarnosc. Per sbloccare la vertenza, aspramente criticata dal governo e sconfessata in parte dall'ex sindacato indipendente, i responsabili del gigantesco complesso estrattivo di Ugnile a cielo aperto presso Lodz hanno concesso un aumento salariale di 21 mila zloty (circa 60 mila lirej al mese contro i 30 mila richiesti dai lavoratori. Gli ottomila scioperanti dell'impianto, che impiega dodicimila persone, si sono presentati compatti al primo turno delle 7 del mattino riprendendo il flusso dei rifornimenti alla vicina centrale elettrica, la più grande d'Europa funzionante a carbone. Mercoledì sera i tecnici di Belchatow avevano spento cinque delle dodici stazioni di erogazione con il monito: «Ci sono soltanto due giorni di riserva per evitare il black-out-. Ma nel corso della giornata una dura dichiarazione del portavoce ufficiale Jerzy Urban aveva gettato altra benzina sul fuoco. Ha rovesciato di colpo su Soiidarnosc l'accusa di minare l'«entente cordiale» in atto a Varsavia tra governo ed opposizione. Contro le aspre parole di Urban ha subito replicato Alojzy Piertzyk, spedito seduta stante da Lech Walesa a sedare gli animi. 'E'falso, sono corso laggiù non come incendiario ma con la funzione di pompiere, ed i risultati smentiscono affermazioni cosi gratuite». Poi, a sottolineare ulteriormente la volontà di moderazione, è intervenuto lo stesso Premio Nobel. Poco prima di recarci in pellegrinaggio al santuario mariano di Jasna Gora per pregare dinanzi all'immagine della Madonna Nera, la Regina madre della Polonia, Walesa ha rivolto dal microfoni della radio di Stato un accorato appello a sospendere Immediatamente qualsiasi sciopero per tutta la durata della tavola rotonda. -Abbiamo atteso tanti anni, — ha esclamato, —possiamo dunque pazientare ancora qualche giorno. Bisogna evitare ad ogni costo di inasprire la conflittualità». Un invito drammatico, pressante, giustificato dalla gravità della situazione, rimasto tuttavia inascoltato sotto rincalzare di notizie negative sulla sua capacità di persuasione. Infatti a Poznan gli addetti delle autoambulanze proseguono il rifiuto di lavorare in straordinario, a Gniezno sanitari militari hanno sostituito i medici i quali non effettuano più i servizi di emergenza, la fabbrica di macchinari di Klobuch, a Czestochowa, è entrata in sciopero. Di queste luci ed ombre parliamo al giovane ministro Aleksander Kwasniewski, presidente del comitato politico e sociale del Consiglio dei ministri, durante una pausa della tavola rotonda, ora alle prese con la spinosa questione del pluralismo sindacale. — Ministro Kwasniewski, al momento attuale oltre duecento microconflitti aziendali proliferano nel Paese. Saprete mantenere i nervi saldi? «In Polonia operano circa 30 mila imprese, è dunque un'esigua maggioranza che sta scalpitando. Per fortuna stiamo registrando grossi Drogressi. Appena qualche ora fa abbiamo raggiunto un accordo di massima sulla legalizzazione di Soiidarnosc. Si è deciso infatti di avviare la procedura per cambiare la legge sindacale del 1982. Cosa vuol dire? Che tutti 1 movimenti di rappresentanza dei lavoratori avranno gli stessi diritti, potranno costituire cellule in ogni fabbrica ed avere un'organizzazione nazionale». — Ma quando? «In tempi brevissimi, subito dopo l'approvazione da parte del Consiglio di Stato. E' chiaro che non aboliremo il diritto di sciopero, una conquista democratica ormai intoccabile. Chiederemo soltanto ai sindacati di dimostrare il loro senso dì responsabilità, di non avanzare ritocchi salariali assurdi». — Avete in tasca il consenso dell'Opzz, il sindacato ufficiale, a dividere la torta con Soiidarnosc, a subire un'inevitabile emorragia di iscritti? «Sì, anche se sanno di dover pagare un prezzo salato sull'altare del dualismo che li oppone a Soiidarnosc». — Lei è comunista. La imbarazza di trattare ad armi pari con gli uomini di Walesa? «Niente affatto perché abbiamo finalmente gettato dietro le spalle gli orrori dello stalinismo. Non mi sento più debole di prima, sono anzi orgoglioso di contribuire alla rinascita della Polonia». Piero de Garzarolli

Persone citate: Aleksander Kwasniewski, Jerzy Urban, Kwasniewski, Lech Walesa, Piero De Garzarolli, Urban, Walesa

Luoghi citati: Europa, Polonia, Poznan, Varsavia