Bloccata il tribunale dei ministri

Bloccata il tribunale dei ministri Contestazione della procura di Roma su chi deve sorteggiare i magistrati Bloccata il tribunale dei ministri Un decreto del governo ha stabilito che l'estrazione dei tre giudici incaricati di condurre le indagini preliminari spetta alla corte d'appello - Secondo il pg è invece competente il tribunale - Il caso potrebbe finire alla Consulta ROMA—Rischia di saltare ancora la nascita del nuovo tribunale dei ministri. L'estrazione a sorte dei magistrati incaricati delle indagini preliminari, già rinviata una volta, verrà nuovamente contestata oggi dal procuratore generale di Roma Filippo Mancuso. Il rappresentante della pubblica accusa sosterrà l'incompetenza del presidente della corte d'appello a provvedere all'estrazione. H decreto legge varato dal governo venerdì scorso non ha sciolto i dubbi di legittimità. Il nuovo tribunale dei ministri che sostituisce la commissione Inquirente è stato istituito con una legge costituzionale, che ha riformato la Carta del 1948. Una norma di tale valore, sosterrà stamane il pg, non può essere interpretata, né integrata da un decreto-legge, cioè da un'altra disposizione che ha il valore di legge ordinaria, e quindi inferiore ad una di rango costituzionale. Si tratta di una sottile questione giuridica, che però potrebbe bloccare non solo l'elezione del collegio, ma anche ogni suo successivo atto che potrà essere impugnato damanti alla Corte Costituzionale. Mancuso. d'accordo con il procuratore della Repubblica Ugo Giudiceandrea, ritiene che il «sorteggio» debba essere deciso e regolato dal presidente del tribunale presso cui, come recita la legge costituzionale, è istituito. Giovedì scorso la commissione incaricata di procedere all'estrazione a sorte l'aveva rinviata di fronte alla asserita incompetenza del presidente della corte d'appello a nominarla. Il giorno dopo per risolvere il dilemma è intervenuto il governo, che ha dichiarato legittima la prima interpretazione, e cioè che fosse il presidente della corte d'appello a decidere. Adesso, di fronte a quel decreto-legge, la contestazione passa sul piano dell'incosti¬ tuzionalità. E se oggi l'estrazione non verrà nuovamente sospesa, pg e procuratore della Repubblica potranno rivolgersi alla Consulta. Gli avvocati difensori dei politici potranno, a loro volta, sollevare ricorsi a raffica contro gli atti del costituendo «tribunale dei ministri», a causa della invalidità della nomina in qualunque fase dei futuri processi. La nascita di questo collegio di giudici, al quale spetta l'indagine preliminare sull'inchiesta a carico di ciascun ministro denunciato con la facoltà di archiviarla o rinviarla alla procura per lo svolgimento delle indagini, si fa più complicato del previsto. Come può essere sanata questa situazione di stallo? Secondo i giuristi vi sarebbero almeno due soluzioni: l'intervento della Consulta o l'approvazione alle Camere di un disegno di legge costituzionale che dia l'esatta interpretazione dell'articolo 7 della legge del 16 gennaio. Ma quanti sono i politici in attesa di giudizio, e per quali reati ministeriali? A Roma sono approdati 48 dei 50 fascicoli smistati dall'Inquirente. Dentro c'è mezzo governo, denunciato perle vicende più disparate, da quelle famose come le «carceri d'oro» alle lamentele di funzionari pubblici che ritengono di aver subito un torto. In testa alla classifica c'è il titolare della Sanità Carlo Donat-Cattin con ben 11 inchieste a suo carico. La maggior parte riguardano i temi dell'ecologia e dell'ambiente, come il mancato campionamento delle acque balneabili e la non eliminazione delle sostanze nocive dai detersivi. Ma c'è anche chi l'ha citato in giudizio per alcune ispezioni svolte presso l'Ordine dei medici o per non aver istituito il servizio informativo nazionale. De Mita ha una sola denuncia per omissione d'atti d'ufficio, mentre tutti i ministri in carica dal 1983 ad oggi so¬ no stati chiamati a rispondere per l'assunzione degli invalidi civili nel dicasteri. La denuncia più antica risale al 1974. Undici ministri dell'epoca, tra cui figura il giudice costituzionale Mauro Ferri, sono stati accusati di aver commesso irregolarità nelle promozioni a catena dei superburocrati. In 14 anni l'Inquirente non è riuscita a concludere le indagini. Ma sono bastati pochi giorni alla Procura di Roma per chiedere l'archiviazione del «caso». Una delle due inchieste sul ministro della Difesa Zanone riguarda l'incidente di Ramstein in cui sono morti tre piloti delle «Frecce tricolori» e numerosi spettatori. L'accusa più curiosa è senz'altro quella rivolta a Remo Gaspari: quando era ministro della Protezione civile un certo signor Bonardi l'ha denunciato per 'abuso della credulità popolare' dopo alcune sue dichiarazioni sul disastro in Valtellina. Pierluigi Franz

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