Fiducia al governo su Montalto di Maria Grazia Bruzzone

Fiducia al governo su Montalto Ma la decisione sulla mega-centrale termoelettrica è slittata a oggi Fiducia al governo su Montalto Mancano solo tre giorni alla scadenza del decreto (già ripresentato tre volte) - Dopo il voto della Camera dovrà tornare al Senato - Le opposizioni: costruiamo un impianto più piccolo ROMA — Il governo ha ottenuto ieri la fiducia che aveva chiesto per il decreto sulla centrale di Montalto di Castro, ma il voto finale sulla conversione in legge del provvedimento che dovrebbe dare il via ubera alla megacentrale termoelettrica alle porte della capitale è slittato a questa mattina. Alle nove e mezzo di sera il presidente Nilde lotti ha dato l'annuncio della decisione presa dai capigruppo parlamentari, n dibattito sulla fiducia — chiesta per superare il preannunclato ostruzionismo delle opposizioni — era infatti durato troppo a lungo, con i sedici deputati verdi, radicali e comunisti che si erano alternati al microfono dal primo pomeriggio. E dopo il voto di fiducia avrebbe dovuto cominciare un altro dibattito sulla legge. Proseguire ulteriormente, fare notte fonda, avrebbe significato rischiare un'ennesima mancanza del numero legale, dopo le altre già verificate nei giorni scorsi: uno scacco che la maggioranza non si sarebbe potuta permettere Per evitare sorprese i deputati sono comunque restati in aula per accelerare i tempi, discutendo i cinque ordini del giorno presentati. Mancano solo tre giorni ormai alla scadenza del decreto già reiterato per tre volte, e dopo il voto della Camera il provvedimento dovrà ancora tornare al Senato: riuscirà a farcela? Nessuno è disposto a giurarlo. 'Tranquilli non possiamo dire di esserlo. Determinati si, che è un'altra cosa» diceva ieri il responsabile de per l'energia Bruno Orsini nel Transatlantico. 'Posso solo dire che tenere paralizzato in questo modo il Parlamento è un gesto irresponsabile" dichiarava il portavoce di Craxi, Ugo Intini, mentre il comunista ambientalista Chicco Testa commentava, ripetendo il leit motiv da due giorni sulla bocca dei deputati dell'opposizione di sinistra: «Se Battaglia fosse stato meno testardo, una soluzione si sarebbe trovata». Al ministro dell'Industria i verdi, radicali e comunisti e demoproletari rimproverano di non aver voluto cedere un palmo dalla proposta del governo: costruire a Montalto una centrale da 3800 megawatt policombustibile. Un impianto di grandi dimensio¬ ni dunque (quasi il doppio della potenza prevista per la primitiva centrale nucleare •mentre il piano energetico prevede centrali di piccole dimensioni», ha ricordato il verde Massimo Scalia) e in più alimentato non solo a gas, come chiedono gli ambientalisti, ma anche a olio e a carbone, sìa pure rispettando rigide disposizioni in materia di impatto ambientale. L'opposizione continua a contestare alla maggioranza il punto di partenza: quello che sarà il fabbisogno energetico dell'Italia nei prossimi anni -Avevamo proposto un emendamento ragionevole — ha spiegato per l'ennesima volta il deputato radicale Vesce nel corso del suo intervento —. Non tocchiamo la potenza della nuova centrale ma facciamola almeno costruire in due tranches, come si fa del resto in ogni cantiere. Costruiamone una parte e poi verifichiamo: se davvero il Saese avrà la fame di energia che l'Enel dichiara oggi, si andrà avanti. Se le previsioni saranno meno pessimistiche, come i verdi e noi andiamo dicendo, allora ci si potrà fermare». Maria Grazia Bruzzone

Persone citate: Bruno Orsini, Chicco Testa, Craxi, Fiducia, Massimo Scalia, Montalto, Ugo Intini, Vesce

Luoghi citati: Italia, Montalto Di Castro, Roma