«No al monolocale psi» di Alberto Rapisarda

«No al monolocale psi» II pei risponde alla proposta unitaria di Martelli «No al monolocale psi» «Possiamo stare in una stessa casa prima del '92, ma deve essere nuova» - «Abbiamo già trovato l'unità sul fìsco, si può andare avanti» - Fassino presenta il congresso: si terrà a Roma il 18 marzo ROMA — La sinistra italiana tutta sotto lo stesso tetto entro il 1992, come si augura Claudio Martelli? «Ci si potrà arrivare anche prima», rilancia il segretario del pei Achille Occhetto, a patto che i socialisti comincino da subito a verificare con gli altri le proposte di programma da mettere in comune. Così, una battuta lanciata quasi per caso dal vicesegretario socialista durante una pausa del dibattito sull'eredità di Saragat, viene presa alla lettera dal pei che, anzi, ricorda che è stato il primo a proporre una casa comune per pei, psi ed altri auspicabili coinquilini. Achille Occhetto si è incaricato ieri sera di dare la risposta comunista al massimo livello, con una intervista al Tg2. 'Avevamo chiesto ai compagni socialisti di scegliere anche un solo punto su cui era possibile l'unità di tutte le forze di sinistra — ha detto —. L'abbiamo trovato nel fisco. Ora bisogna andare avanti. Dobbiamo impostare un'unità nuova attraverso la scella di un rigorismo riformatore che permetta di risanare i servizi. Perché i servizi siano servizi per l'utente, cosa che in Italia putroppo non avviene». E, ancora una volta, il nuovo segretario del pei tallona e sorpassa i fralc'n del psi nella rincorsa a chi fa l'ultima e più sorprendente proposta. Gli scontri a base di anatemi di un anno fa sembrano definitivamente di¬ menticati. Tra comunisti e socialisti è ora in corso una schermaglia di punture di spillo. E questo è già nuovo. Ma la novità vera è che sia gli uni che gli altri sembrano rapidamente convincersi di ciò che pareva chimerico sino a sei mesi fa: che è forse è possibile cominciare a lavorare sin da ora per costruire una maggioranza alternativa alla de. Dimentichiamo il passato, dice Occhetto, finiamola con la concorrenzialità a sinistra, altrimenti «non si im¬ pedisce alla de di dominare chissà per quanto tempo la scena politica. L'ho detto ad un convegno ad Amato e lui ha convenuto». E quando si chiede ad Occhetto se la sperata unità della sinistra prevede che 11 pei diventi un partito socialdemocratico, lui risponde, di fatto, che il pei già lo è. Spiega che il pei «é una forza riformatrice», che ha confronti con le forze socialiste europee, con i socialdemocratici tedeschi, che ha trovato sul fisco «un importante accordo con i socialisti italiani. La vecchia divisione tra riforme e rivoluzione è superata con il fatto che siamo in una democrazia». Dimentichiamo il passato, esorta il segretario del pei, e pensiamo al futuro. Intanto il psi cominci da subito a pensare all'alternativa. E stiano sicuri che il pei «non chiede per il momento una crisi di governo». Quel che il pei non accetta, aveva ricordato in mattinata Claudio Petruccioli, è che Craxi pensi di fare l'unità della sinistra sotto il tetto del psi. 'Non la si può fare nel monocamera socialista. Occorre un edificio nuovo», ha detto Petruccioli ricordando quel che disse Occhetto già tre anni fa. Se per il psi l'unità è vista come una porta aperta offerta dal psi, per 1 comunisti è vista come un traguardo in campo aperto verso il quale debbono camminare tutti, socialisti compresi. Questa sembra essere rimasta la divergenza di fondo tra i fratelli separati delia sinistra. Si rallegra Giorgio Napolitano per le novità che Occhetto sforna a getto continuo. Gli sembrano giuste per seguire la via riformista, ma lamenta che nel documento della maggioranza per il congrasso il cammino non sia altrettanto chiaro. Ieri Fassino e Petruccioli hanno presentato alla stampa il congresso che si terrà il 18 marzo. Hanno rilevato che c'è più partecipazione ai congressi di sezione della volta passata, che Cossutta raccoglie meno consensi di allora (circa il 10 per cento contro il 19). n senatore Armando Cossutta, che ha presentato l'unico documento alternativo a quello della maggioranza, sostiene invece che bisogna mettere in conto anche le astensioni finora note (il 10 per cento nelle federazioni di Lucca e Viareggio) per avere un quadro corretto. Alberto Rapisarda

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