«Mosca è sfiduciata Riforme più lontane»

«Mosca è sfiduciata Riforme più lontane» Kissinger, taccuino di viaggio dalla perestrojka «Mosca è sfiduciata Riforme più lontane» «Ho visto un Gorbaciov pensoso» - Le chances dell'Europa Mosca d'inverno è triste. Nonostante la perestrojka, l'aspetto della città non è cambiato dalla mia ultima visita, due anni fa. Oggi i negozi sono più vuoti che mai. Il concetto di servizio non ha ancora raggiunto la terra natale del socialismo. Resta un mistero come un popolo apparentemente così inetto sia riuscito ad espandersi in soli quattro secoli dall'Elba, ad Ovest, a Vladivostok, sul Pacifico. Come sia divenuto una superpotenza ed abbia tenuto il mondo in scacco per la maggior parte di questo secolo. Ma così è stato. L'arretratezza della Russia è stata notata da tutti gli osservatori solo per essere smentita da risultati straordinari, raggiunti con una combinazione di energia, disciplina e coraggio. Su invito del governo sovietico ho visitato Mosca insieme all'ex presidente francese Giscard d'Estaing e all'ex primo ministro giapponese Nakasonc, autori con me di un rapporto sulle relazioni Est-Ovest che sarà pubblicato in aprile dalla Commissione Trilaterale. Se la Russia non è cambiata dalla mia ultima visita, l'atmosfera psicologica è invece leggermente mutata. Due anni li. la classe dirigente sovietica sprizzava ottimismo c fiducia, come se le riforme si potessero realizzare solo cambiando qualche procedura. Oucsta volta il clima era molto più tetro. Forse un effetto della tragedia in Armenia, forse l'improvvisa consapevolezza che il tempo a disposizione per le riforme sta per finire. Gorbaciov mi è sembrato meno esuberante, più riflessivo, a dire il vero più pensoso che nelle occasioni precedenti e, per quanto mi riguarda, più gradevole. Chiaramente la perestrojka si è scontrata con l'intangibilità del suo stesso sistema. Il punto, ora, è se le istituzioni sovietiche siano compatibili con la modernizzazione. Una delle ragioni è che nell'economia centralizzata non esiste il concetto di responsabilità. Tutta la struttura di amministratori ha ingresse a concludere pani di non aggressione reciproca. Mentre la teoria postula una pianificazione centrale, la realtà produce collusioni tra manager, amministratori e ministri, ognuno con i suoi incentivi a soltoslimare la propria capacità produttiva e gonfiare invece i risultati ottenuti, per proleggersi dal biasimo in caso di fallimento. I tentativi di cambiamento amministrativo, allora, tendono a crollare sotto il peso mortale dello status quo, mentre i tentativi di riforma politica sono osteggiali da una miriade di amministratori e funzionari di partito. Chiaramente il Paese ha bisogno di una nuova classe imprenditoriale, capace di diminuire i costi di produzione e fissare prezzi realistici per le merci. Dato che il 25% del bilancio statale serve a sussidiare i prezzi — una stima ufficiale quasi certamente troppo bassa — non c'è un metro obiettivo per giudicare l'efficienza. I leader sovietici ammettono che bisogna introdurre un sistema di incentivi e che l'Urss non può rimanere una potenza mondiale se la sua economia è in ritardo sulla concorrenza int-rnazionale. Ma, al di fuori del circolo di Gorbaciov. il sistema sovietico non ha gruppi di potere organizzati per sostenere le riforme. Il gruppo più capace di comprendere la necessità delle riforme è la polizia segreta, perché per il suo lavoro si confronta con il mondo esterno. Ma l'entusiasmo di questo gruppo si fermerà al punto in cui le riforme metteranno in pericolo la disci- plina civile. Anche l'establishment militare favorirà la modernizzazione solo finché non dovrà pagarla con una riduzione troppo forte delle forze armate. Il coraggioso assalto di Gorbaciov alle istituzioni esistenti esige anche un tributo in termini psicologici e politici. Lo scoppio dei moli nazionalistici in Asia centrale e negli Stati ballici mostra che in una certa misura la glasnost (lademocratizzazione) è in conflitto con la pereslrojka (la riforma economica). Non meraviglia quindi che Gorbaciov divenga quasi malinconico quando contempla le sue prospettive. ..Ad ogni modo — ci ha detto — le cosinoli saranno più le stesse in Urss». Sarebbe rn risultalo modesto per uno sforzo simile. I cambiamenti decisivi nella gestione economica del sistema sovietico dipendono dal consolidamento dei potere di Gorbaciov. E per lui quest'anno sarà decisivo II nuovo Soviet Supremo, un organo che deriva da un complesso processo elettorale, dominalo da Gorbaciov, elegge il Presidente e resterà in sessione permanente per scoraggiare sollevazioni nel partito. Il Presidente ha un mandato di cinque anni e controlla la politica estera ed interna. Quando questo processo verrà completato. l'Urss sarà governata da un sistema pluralistico ibrido in cui Gorbaciov, come presidente, siederà in una miriade di strutture burocratiche, e lui solo avrà accesso a tutte. A quel punto — entro un anno — Gorbaciov dovrà varare il suo piano di riforma economica. Questi mutamenti politici ed economici non possono essere attuati in una situazione di tensione intemazionale. L'espansionismo russo e sovietico è stato possibile perché su uno dei suoi fronti l'impero russo ha sempre trovato un vicino impotente. La politica estera russa e sovietica ha quindi sempre favorito questo stato di cose. Ma per la prima volta i Paesi confinanti — Cina, Giappone, India, Europa occidentale — così come l'altra superpotenza, gli Usa, stanno crescendo più velocemente dell'Urss. Inoltre questi Paesi, con la sola eccezione dell'India, sono più o meno alleati nella determinazione a resistere all'espansionismo sovietico. La prima reazione di Gorbaciov è stata di lanciare offensive di pace per cercare di rompere questa tacita coalizione. Ma il prezzo che ha dovuto pagare è un cambiamento della pressione che l'Urss esercitava tradizionalmente sui suoi vicini. Se l'espansionismo sovietico dovesse manifestarsi di nuovo, questo menerebbe in gioco la nuova immagine dell'Urss. L'Europa è più vulnerabile. La sua politica interna la spinge ad essere sedotta dai mutamenti del clima intemazionale, la divisione della Germania dà ai sovietici una carota per stimolare il nazionalismo tedesco. Molte mosse recenti dell'Urss possono essere interpretate come un tentativo di attirare l'assistenza economica europea riducendo allo slesso tempo la sua potenza militare con un sottile assalto alla coesione della Nato. Ma alla fine, a meno che i leader occidentali non rifiutino le loro responsabilità, questa politica finirà nel nulla o si rivelerà troppo pericolosa. Qualsiasi errore di valutazione i leader europei possano fare in politica interna, rifiuteranno di barattare la protezione americana con lo dichiarazioni di buona volontà sovietica. E una Germania neutralizzata — se possibile — presenterebbe grossi problemi per l'Urss. perché le aspirazioni tedesche insoddisfatte sono tutte verso Oriente. Così l'Urss. se è realistica, è condannata dalle circostanze a cercare una politica estera realistica, sempre ammesso che l'Occidente sappia dare un contenuto concreto al suo concetto di pace attraverso una serie di accordi politici precisi. Henry Kissinger Copyright «Los Angeles Times» e per l'Iiaha «La Slampa- «La perestrojka si è scontrata con l'intangibilità del sistema. Il punto, ora, è se le istituzioni siano compatibili con la modernizzazione. Gorbaciov mi ha detto: "Ad ogni modo, le cose non saranno più le stesse in Urss".»