Donat-Cattin: 50 ospedali ai manager di Gian Carlo Fossi

Donat-Cattin: 50 ospedali ai manager Il ministro propone esperimenti-pilota con Tiri per introdurre più produttività Donat-Cattin: 50 ospedali ai manager ROMA — Un esperimentobomba è stato proposto ieri dal ministro della Sanità Carlo Donat-Cattin per dare una sferzata al sistema ospedaliero, sempre più attaccato per inefficienza, sperperi, scarsa produttività. Aziende Iri o, comunque, a partecipazione statale dovrebbero gestire da 20 a 50 ospedali pubblici, magari quelli che funzionano di meno, con criteri addirittura rivoluzionari per il settore: tariffe concorrenziali fra loro e con le cliniche private, nuova organizzazione del lavoro e dei servizi, semplificazione delle procedure e rapidità di analisi e interventi, eliminazione di -sacche» improduttive e spese ingiustificate. Come per l'area privata, l'equilibrio costi-ricavi dovrà essere assicurato esclusivamente dalle condizioni tariffarie. Se i bilanci si chiuderanno in rosso, gli amministratori verranno sostituiti senza tanti complimenti, perché -hanno dimostrato di non saper stare sul mercato». Le tariffe, che saranno giudicate ottimali per assicurare il binomio efficienza-conti in pareggio, potrebbero essere poi applicate a tutti gli altri ospedali: i fondi verrebbero erogati in rapporto alla capacità delle strutture pubbliche di rispettare quei livelli di entrate e di garantire un'assistenza qualificata. La proposta è stata lanciata da Donat-Cattin a un convegno della Uil sul primo piano sanitario nazionale (198991), presentato finalmente dopo una «attera messianica». L'esperimento durerebbe cinque-sei anni e, a seconda dei risultati, potrebbe costituire il parametro operativo di riferimento per il rilancio dell'intero sistema ospedaliero. Ma, già in occasione del prossimo rinnovo, si dovrebbe tentare -di superare l'ingessatura costituita dal rapporto di lavoro di tipo pubblico, se si vuole salvare un servizio sanitario che copra la società». Invece, secondo il ministro della Sanità, vanno respinte sia l'ipotesi riduttiva della copertura sanitaria (provvedimento presentato dai liberali), sia quella di estendere a tutta la popolazione l'assistenza indiretta, cioè a pagamento e successivo rimborso, spesso parziale. -L'indiretta — ha precisato — può avere alcune limitale applicazioni, ma non può essere generalizzata in un sistema unitario come il nostro». Infine, ha ringraziato i sindacati per la disponibilità dimostrata nel collaborare. Però — ha avvertito il segretario confederale della Uil, Giancarlo Fontanella — bisogna fare molta attenzione perché il neo-piano sanitario non si trasformi in un -libro dei sogni e nulla più». Gli stanziamenti appaiono insufficienti ed incerti: vi sono solo per l'esercizio 1989, mentre per il fabbisogno integrativo degli anni 1990 e il 1991, indicato rispettivamente in 2401 e in 4306 miliardi, non solo non esistono corrispondenti risorse, ma mancano fino a questo momento anche segnali positivi da parte del governo e del Parlamento a provvedere alle necessarie risorse nell'ambito della finanziaria del prossimo anno o di appositi provvedimenti di accompagnamento. Fontanelli ha, quindi, criticato la tendenza a lasciare alcuni importanti settori socio-sanitari quasi esclusivamente alla iniziativa privata e alle istituzioni di volontariato, ma soprattutto l'assenza di precisi riferimenti ad alcune priorità, che mantengono inalterato il loro carattere di emergenza e di importanza, quali la lotta al cancro e agli infortuni sul lavoro. Apprezzabili, peraltro, le Inizia¬ tive previste per l'Aids e le tossicodipendenze. E sull'intera questione della -sanità allo sfascio* — ha concluso il segretario confederale della Uil — il sindacato non può rimanere alla finestra: -E'giunto il momento di aprire specìfiche vertenze finalizzate alla soluzione di problemi settoriali, specie quelli che riguardano le aree di maggiore emarginazione, individuando precise responsabilità nelle inadempienze e mobilitando i lavoratori per un fronte comune in difesa della salute». E' una battaglia, come quella contro l'ingiustizia fiscale, difficile e piena di ostacoli, ma che-deve vedere i lavoratori, i pensionati, i cittadini uniti nel tentativo di bloccare il pauroso degrado del sistema e rilanciare i servizi che lo Stato è tenuto a fornire con puntualità, efficacia e dimensione umana». Gian Carlo Fossi

Persone citate: Carlo Donat-cattin, Donat-cattin, Fontanelli, Giancarlo Fontanella, Sanità Carlo

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