«Mettete una taglia sullo squalo» di Pierangelo Sapegno

A Piombino paura, polemiche e affari fanno da contorno alla caccia in mare A Piombino paura, polemiche e affari fanno da contorno alla caccia in mare «Mettete una taglia sullo squalo » I pescatori: «Quel mostro può mandare in crisi il tu DAL NOSTRO INVIATO di fama internazionale, s'è precipitato da Napoli: «Afa che fate? Siete pazzi? Se continuate così fra un po' vi ritroverete attorno tutti gli squali del Mediterraneo...'. Niente da fare. Il gozzo di Enzo Papi va, la prua che beccheggia in alto, e la poppa quasi schiacciata sull'onda. Il castello di Populonia da una parte e quello della Gherardesca dall'altra, come sentinelle all'ingresso dell'insenatura. Là dove lo squalo avrebbe colpito, a un miglio dalla Torraccia, una spiaggia nella pineta con un rudere alle spalle, c'è ancora il ronchetto, una piccola boa, che aveva piazzato Luciano Costanzo prima di essere aggredito. E c'è il palamite che ha ap¬ pena messo Carlo Gasparri: due catene legate alle boe di capo e sei uncini appesi con le esche vive, n pescecane in teoria dovrebbe arrivare, addentare l'esca e portarsela via senza riuscire più a liberarsi: fino a quando crolla, esausto. In teoria. Gasparri è sicuro: 'Tutte le razze di squali vanno via. Meno lo squalo bianco, lui no. Ha bisogno di mangiare mollo e quindi dove ha trovato una bella preda, lì resta*. Dal mattino fino alla sera, attorno alle trappole, ci sta una vedetta dei carabinieri, tre militari a bordo, pronta a dare l'allarme. Ma adesso, che il giorno è cominciato, parte la kermesse. La caccia allo squalo diventa quasi un film di terza categoria. Ci sono le vedette dei carabinieri e della Capitaneria. Poi arrivano i pescherecci: l'ilarsimon II, gozzo cabinato di 11 metri, che pesca le esche, e le sistema; l'Ammiraglia; e un cabinato bianco, «Va Va Vumma». Poi si avvicina il Caprice, uno scafo, fra spruzzi alti mezzo metro. Le esche sono gronghi e razze. Vengono calate dalla barca. Le attaccano ai ganci e le infilano in acqua. Prendono quattro o cinque gronghi grandi ognuno come due pugni e li immergono su un filo con tanti braccioli attaccati a un cavetto d'acciaio. Luciano Mazzarri, occhiali da sole, maglione dolcevita e giaccone verde, dal Caprice spiega: «Con le esche ci sono PIOMBINO — -Dobbiamo prenderlo, costi quel che costi'. Giuseppe Pancotto, la barbetta e il cappello da nostromo, al porto. -Io ho un piano. Bisogna cacciarlo con le flottiglie'. Panico e polemiche, attorno al pescecane. Il piano aspetta. Ma la caccia allo squalo è già aperta. Un po' drammatica, un po' ridicola. Ai primi chiarori del giorno, Enzo Papi accende il motore. Il golfo di Baratti non è più avvolto dal buio. Pescatori fermi sul moletto, barche alla fonda. Si va fuori, a cercare il grande nemico, l'assassino del mare che terrorizza la fantasia popolare. Il gozzo di Papi ronfa e parte. n cadavere di Luciano Costanzo, sub di 46 anni, è scomparso cinque giorni fa, chissà se davvero inghiottito dal mostro. Ma non si può più aspettare. Per ora è una caccia d'attesa, pattuglie in perlustrazione e esche vive là dove il pescecane ha già ucciso e dove si pensa possa tornare, o dove si vuole che torni. L'incubo di questa gente di mare comincia a tener sveglia una città intera. Hanno paura i pescatori, hanno paura i commercianti e gli operatori turistici che temono già una stagione senza clienti. Mauro Bianchi, su una pilotina che ha chiamato Antares: 'Non era mai successa una cosa così. Dovete capirci'. Pancotto, il berretto tra ' le mani: «Mio figlio stanotte era fuori. L'ho chiamato col baracchino, non m'ha risposto per 4 ore, e mia moglie è scesa dal letto, mi girava intorno: è successo qualcosa? Basta, o si prende questo squalo o non si va più avanti-. Servono a poco le raccomandazioni della Capitaneria, gli inviti aila calma del comandante Antonino Munafò, le critiche che arrivano da fuori. Massimo Scarpati, sub rismo, dateci sold i e Io prenderemo le catene che gli strisciano sui denti e gli impediscono di liberarsi. Se si aggancia, prima o poi morirà". Anche Mazzarri non ha dubbi: «E' da queste parti, troppe volte l'abbiamo visto per poterci sbagliare. Ci davano dei visionari: ma quale squalo? Adesso se ne sono accorti. E ormai siamo tutti convinti: se lo prenderemo, lo prenderemo qui. Perché qui ci sono cavi elettrici che l'attirano, qui c'è la corrente calda che viene dal laghetto delle Terme, lì vicino*. La battuta è una lunga attesa. Il mare adesso è una tavola d'olio, una linea di foschia all'orizzonte: «£' il fumo delle fabbriche di Piombino*, dicono i pescatori. Dal cielo arrivano gli elicotteri. » - Nessuna tracci Ecco quello verde dell'esercito. Poi quello dei carabinieri, CC90, che volteggia a lungo, si piega, quasi scende a sfiorare l'acqua prima di allargare la curva e andarsene. Un aereo, l'Arca II, che chiamano «il labbrone» perché ha la pancia rigonfia per tenere le attrezzature che servono a scrutare il fondo del mare. Di solito, è utilizzato per la ricerca dei naufraghi. Ma questa volta è partito da Guido nia anche lui alla caccia dello squalo. Mazzarri sullo scafo ha pure lo Sten, un fucile a pompa: si mette una cartuccia esplodente in cima e si spara allo squalo, perchè solo così lo si può uccidere con un'arma. «/ panettoni appena colpiscono l'ostacolo esplodono e gli a del pescecane fanno un buco così». La scena della cattura è raccontata, immaginata, inventata. Appartiene alla fantasia popolare, un modo come un altro per esorcizzare il nemico. Pancotto, lui è contrario a questo tipo di caccia con le esche vive: 'Così gli facciamo solletico*, n suo piano è wia vera e propria azione militare: «Ci vuole esca viva e pastura. Poi mezzi veloci e tiratori scelti. Tre giorni di lavoro, stiamo fuori dal mattino alla sera, rinunciamo al nostro lavoro, ma ci garantiamo il futuro*. La verità è che attorno all'incubo comincia a crescere di tutto. C'è la kermesse, la caccia per le telecamere della tivù, ma c'è anche chi pensa all'affare, chiede una taglia, vuole soldi, sovvenzioni. «Lo squalo è un pericolo pubblico per noi ma anche perii turismo. Se ci impegniamo a farlo fuori, qualcosa ci dovranno ben pur dare per coprirci le perdite*. Una delegazione è anche andata in Comune, dall'assessore alle Finanze, Giovanni Tortai. Picche. 'Non abbiamo coperture per risarcirvi*, gli hanno risposto. Allora, si sono rivolti alla Marina mercantile. Chi.sà che a Roma non siano più generosi. E intanto la caccia va avanti. Così, improvvisata. Fra le polemiche. Pure il Wwf ha scritto per protestare: «Con le esche vive, farete una strage di delfini. Mettete la carne*. E Antonino Munafò, il comandante del porto, è d'accordo: 'Dev'essere un'azione mirata. Non deve coinvolgere altre specie». I pescatori lo chiamano già 'il pompiere'. Va bene, dicono, metteremo la carne. L'attesa continua, lo squalo non si vede. Enzo Papi, capelli ricci, la pelle a squame cotta dal sole, gira il gozzo. Si ritorna. Spume d'acqua a prua. Restano i carabinieri a far la guardia. La guardia alle esche. AEROHAUTICA MUTUE SERVIZIO METE0DOL0SICO FttOMEK! KME SS nbtia T7 romei _ _ quticil» «■"■ * MtQMUlA L Pierangelo Sapegno

Luoghi citati: Napoli, Piombino, Roma