Il psi mira più in alto «Unità anche col pci» di Alberto Rapisarda

Il psi mira più in alto «Unità anche col pci» Al convegno su Saragat non c'è stato però l'abbraccio coi ribelli psdi Il psi mira più in alto «Unità anche col pci» Martelli pone una scadenza: il 1992 - Craxi ai socialdemocratici: o con noi o è guerra ROMA — Doveva essere l'incoronazione ufficiale di Craxi ad erede legittimo di Giuseppe Saragat come guida dei riformisti italiani. Sede della cerimonia il teatrino «La cometa», ai piedi del Campidoglio, tra velluti rossi e frange d'oro, con gran contorno di storici e filosofi ex comunisti, di dirigenti socialisti e della pattuglia di socialdemocratici che sono sul piede di partenza dal loro partito. E' diventato invece, inopinatamente, il lancio di una operazione-unità ben più importante, addirittura con i comunisti. Data sperata della riunificazione, il 1992, centenario della nascita del partito socialista, secondo la tabella di marcia annunciata da Martelli. Qualcosa non era andata per il suo verso rispetto alle previsioni del psi, in questo convegno ufficialmente indetto per discutere di: 'Giuseppe Saragat e l'eredità del riformismo italiano». Nel psdi Cariglia ha ancora la forza di puntare i piedi contro l'unificazione. Ed anche i dirigenti ribelli a Cariglia, presenti al convegno, non sono parsi disposti alla confluenza immediata nel psi. Un intervento conclusivo di Craxi era atteso come certo lunedì. Ieri mattina era in forse. Alle 17 era sicuramente «no». Alla fine, il segretario socialista si è deciso ed è intervenuto pe- dire che non gli è piaciuto il comportamento dei convenuti socialdemocratici. 'Siamo in ritardo sul processo di unità socialista in Italia, sulla chiarificazione di fondo che deve essere fatta all'interno della sinistra italiana, anche perché sono alle nostre spalle non solo le divisioni di Palazzo Barberini, ma anche gran parte, se non tutte, quelle della scissione del '21», ha esordito impaziente Craxi. E poi: 'Il psdi, o sviluppa una politica di sempre più stretta unità col psi e di unità organica, oppure rifiuta questa politica e si mette su un terreno conflittuale col psi». Ai fratelli socialdemocratici, Craxi non ha lasciato alternative tra l'unificazione o la guerra. 'Non capisco tutto questo piagnucolio cui stiamo assistendo per le sorti del psdi». Ha parlato anche Claudio Martelli, che ha tirato fuori il convegno dall'Imbarazzo in cui si stava Impantanando a causa dei sussulti di orgoglio di alcuni dei ribelli socialdemocratici. Pietro Longo, in particolare, non si sa se per calcolo o per imprevidenza, ha detto quel qualcosa di troppo che ha bloccato definitivamente la «cerimonia». L'ex segretario del psdi, già socialista e segretario di Pietro Nenni e sordamente rivale del quasi coetaneo Bettino, si è presentato ai convenuti come l'unico legittimato a dare a Craxi l'investitura a nuovo re della socialdemocrazia, per conto di Saragat. Messa così, la cosa stava prendendo una china non prevista. Già un altro socialdemocratico ribelle a Cariglia, Averardi, aveva avvisato i socialisti che il processo di unità non si può fare alla spicciolata, ovvero non lo si può 'lasciare allo spontaneismo». E, soprattutto, aveva ammonito che il psi deve evitare le provocazioni. Si riferiva a quanto aveva detto in mattinata con brutale franchezza Giuseppe Tamburrano, della direzione del psi: 'Non so se il psdi è un peso morto nel governo, ma lo è senz'altro nel socialismo italiano. L'unico vero partito socialista, in Italia, è il psi». In pratica, Tamburrano diceva che i socialdemocratici debbono confluire nel psi senza condizioni. Martelli ribadiva il concetto, ma con più tatto e con qualche assicurazione: «Non mancherà il nostro sostegno a coloro che hanno intrapreso coraggiosamente la strada» del passaggio al psi. In pratica, i socialisti hanno dato per tacitamente avvenuto il passaggio di consegne da Saragat a Craxi, scavalcando questo convegno. La vicenda del psdi è fatto contingente e di poco conto, fanno capire sia Craxi che Martelli, a paragone dell'attesa riunificazione con i comunisti che lasciarono la casa socialista nel 1921, casa 'dalla quale tutti deriviamo" ha detto Martelli. Alberto Rapisarda

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