Dopo la candidatura di Martinazzoli alla segreteria

Dc, i giochi si riaprono Dopo la candidatura di Martinazzoli alla segreteria Dc, i giochi si riaprono Lo stesso capogruppo dice: «Spero che il mio gesto movimenti uno scenario scontato» - Forlani: non ci sono solo due personaggi nel partito - De Mita, anche se spiazzato, può tornare a mediare detto il presidente della de — ne abbiamo tanti. Tra questi ce n'è uno che preferisco: I like Mino». In più Forlani individua subito un elemento positivo tra i tanti fastidi che l'iniziativa del presidente dei deputati de può dare ai candidati del «centro»: la conferma che l'ex area Zaccagnini non è più vincolata alla leadership di De Mita. 'Uno degli errori che abbiamo commesso come partito — spiega — è staio quello di credere che la vita politica fosse legala solo ad un paio di personaggi». Insomma, ora i giochi sono più aperti. Se prima il copione di questo congresso sembrava scontato, ora c'è una variante in più. De Mita e la sinistra debbono decidere, però, come impostare nuovamente la partita. Oggi il segretario rivedrà nuovamente lo stato maggiore della sua corrente. Nella riunione dovrà esserci un chiarimento sulle incomprensioni e sui dissensi, più o meno espliciti, che hanno portato al colpo di scena del congresso milanese. Probabilmente De Mita riceverà anche indicazioni più chiare sui margini della trattativa che sta conducendo con gli altri gruppi. Fuori della «sinistra» tutti assicurano che l'obiettivo è l'accordo unitario. Gli uomini della corrente del segretario rispondono che questo è possibile se la soluzione offrirà a De Mita garanzie sulla stabilità del suo governo. Gli organigrammi si susse¬ ROMA — «£' una buona candidatura-. Ciriaco De Mita si limita a dare questo giudizio sul nome di Mino Martinazzoli. Sta uscendo da Palazzo Chigi dove ha avuto l'incontro con Delors e corre a casa per mettersi a letto vittima dell'influenza. Ma i cronisti non hanno pietà. Qualcuno gli chiede se la candidatura del capogruppo dei deputati alla segreteria de arriverà al congresso. 'Questo proprio non lo so. Davvero' risponde un De Mita raffreddato. I cronisti insistono e nella foga sbagliano i nomi. 'Ma se arriverà al congresso voterà Forlani... scusi volevo dire Martinazzoli?", domanda uno. Il presidente sorride e risponde con una battuta non priva di una punta di malizia: 'No... ma il no è riferito al suo errore». Certo la sortita della -sinistra lombarda» ha colto impreparato Ciriaco De Mita. Ma ora il segretario-presidente deve pensare soprattutto a come utilizzare un'iniziativa che un po' lo ha spiazzato. Anche se la mossa della sinistra lombarda mette definitivamente in soffitta l'ipotesi del doppio incarico, bene o male però gli offre anche la possibilità di svolgere un ruolo di mediazione più efficace. Lo stesso interessato, il primo candidato ufficiale alla segreteria de, dà questa lettura della sua iniziativa. 'Certo — dice Martinazzoli — orac'è una possibilità di mediazione che prima non c'era. Prima c'era solo il doppio incarico. Spero che il mio sia stato un gesto utile a spiazzare una certa fissità del copione, a movimentare uno scenario troppo scontato". Anche dal «centro» arrivano segnali che tentano di dare una lettura accomodante della candidatura. Ieri in Transatlantico Arnaldo Forlani ha ripetuto che non c'è nessuna pregiudiziale verso una candidatura della sinistra. 'Di personaggi -P-ìià guono. Forlani rimane il candidato più accreditato, accoppiato ad una presidenza del partito affidata a De Mita o a Martinazzoli. Ma sono alte le quotazioni anche di Gava e di Scotti. I candidati del «grande centro» doroteo rimangono i favoriti. Però il congresso non è ancora scontato e la candidatura Martinazzoli ne è il segno più evidente. 'E' tutto aperto», non si stanca di ripetere Giuseppe Gargani, sottolineando che l'azzeramento nelle alleanze tra i gruppi potrebbe lasciare aperta la porta ad altre soluzioni. Uno schema che, portato alle sue estreme conseguenze, potrebbe anche allargare la «rosa» dei papabili. a. m.

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