«Contro l'atrazina 600 miliardi» di Maria Grazia Bruzzone

«Contro l'atrazina 600 miliardi» Donat-Cattin minaccia di non firmare il nuovo decreto «Contro l'atrazina 600 miliardi» Venerdì il governo vara il piano per bonificare le falde entro due anni e vietare diserbanti nelle zone a rischio - Il ministro: «Bevete pure l'acqua, non è velenosa» ROMA — n governo presenterà al Consiglio dei ministri di venerdì il decreto legge che fissa Comune per Comune le deroghe, valide per due anni, alla direttiva Cee sulla presenza di diserbanti nell'acqua potabile, vara piani per il risanamento degli acquedotti, stabilisce il divieto d'uso degli erbicidi sotto accusa nelle «zone a rischio». I 570 miliardi necessari andranno trovati, in barba a ogni economia. Donat-Cattin ha infatti annunciato che non rottoscriverà alcun decreto sen'H la certezza del finanziarr. i .1,0. •Non firmo parole — hp. detto il ministro al centro ai una nuova polemica, dopo quella dell'Aids e dell'aborto —. Né Ruffolo né io firmeremo senza che sia garantita la copertura». Giocando d'anticipo, il governo sembra dunque aver scelto la strada più semplice per riportare ordine nella situazione paradossale che si era creata ieri. Dopo che il Tar del Lazio aveva annullato l'ordinanza di Donat-Cattin che elevava i limiti Cee sulla tollerabilità degli erbicidi nell'acqua potabile, 728 Comuni in sei regioni italiane si erano ritrovati fuorilegge. I ministri della Sanità, dell'Ambiente, dell'Agricoltura avevano già cominciato a lavorare al decreto con le Regioni interessate alle quali tocca proporre i piani per decontaminare a breve termine gli acquedotti e per modificare le abitudini degli agricoltori, anche vietando l'uso dei prodotti Scriminati. Ma il decreto era atteso per il 28 febbraio, data di scadenza dell'ordinanza ministeriale. Ora i tempi vengono acce- lerati. Andrà trovato il consenso su alcuni punti in sospeso (per esempio: vietare l'uso di erbicidi solo nelle zone a rischio o anche in quelle confinanti?) mentre altri verranno eliminati (un altro esempio: manca un accordo su chi debba controllare le migliaia di pozzi privati della Valpadana moltissimi dei quali, oltre a essere inquinati, causano a loro volta Inquinamento delle falde), n decreto, insomma, sarà un provvedimento essenziale. «Il rischio — fanno capire al ministero dell'Ambiente — è che sia un provvedimento tampone: che l'emergenza concentri l'attenzione sull'immediato, facendo slittare quei piani di conversione agricola che possono eliminare alla radice gli inquinamenti di domani». Anche i Verdi ribadiscono la necessità di una proibizione dell'uso degli erbicidi «come condizione minima di qualunque piano serio». Ma chiedono che venga avviato il risanamento agricolo. «La lotta integrata rimasta sulla carta—secondo Anna Donati — farebbe risparmiare il 30-40 per cento di tutti i fitofarmaci». Sulla sostituzione degli erbicidi scriminati con altre sostanze attive è d'accordo anche la Coldiretti. Intanto parole rassicuranti contro i ventilati pericoli per la salute dell'«acqua all'atrazina» arrivano dal presidente del Consiglio Superiore di Sanità, professor Beretta Anguissola: «E' bene chiarire: i limiti fissati in Italia escludono qualsiasi pericolosità per la salute umana, anche se si discostano da quelli Cee. La Comunità ha fissato soglie vicine allo zero chimico. Ma la valutazione minima tossicologica, cioè in grado di provocare disagi alla salute, è diversa. L'OMS ha indicato valori limite superiori a quelli Cee e a questi ci si è riferiti in Italia». Maria Grazia Bruzzone

Persone citate: Anna Donati, Beretta Anguissola, Donat-cattin, Ruffolo

Luoghi citati: Italia, Lazio, Roma