Ciak, a Piombino si gira lo Squalo di Pierangelo Sapegno

Ciak, a Piombino si gira lo Squalo Dopo la morte del sub si è iniziata la caccia ad un nemico introvabile Ciak, a Piombino si gira lo Squalo Dodici barche pronte a cominciare la battuta - In porto un'enorme folla di curiosi - Centinaia di false segnalazioni ritardano le ricerche DAL NOSTRO INVIATO PIOMBINO — Adesso comincia la caccia allo squalo. Le barche ci sono già, dodici e grosse, i pescatori sono pronti, nessuno si tira indietro. Anche se Antonino Munafò, il comandante del porto, scuote il capo: •Calma, calma. Non precipitiamo le cose, non perdiamo la testa. Se lo squalo c'è, può essere pericoloso andare cosi allo sbaraglio-. Una carola. C'è persino l'ordinanza che vieta alle barche piccole di uscire al largo. Dal cielo, un elicottero controlla le ricerche. Ormai il pescecane e un incubo, per questa gente di mare, una malattia. Lo vedono, lo inseguono, lo fotografano, lo sognano tutti: da quando Luciano Costanzo, un sub di 46 anni, è scomparso al largo di Baratti, ingoiato dal mare, inghiottito nel rulla, davanti al figlio, Gianluca, e a un amico. Paolo Bader, fermi sulla barca che si dondolava accanto a uno scoglio. 'Uno squalo-, dissero i due. Cominciò allora quest'incubo, come in un film di Spielberg. Chi vede il mostro, chi ricorda d'averlo già visto. Chissà: vero o falso? L'ultimo è Augusto Bizi, 23 anni, la pelle cotta dal sole: mostra una foto, la pinna che esce fra le onde, giura che è lui, lo squalo: -Ecco/o, eccolo-. Macché. La pinna è leggermente ricurva, e Munafò sorride: -E' un delfino, non c'è dubbio-. Anche un altro signore che è arrivato alla capitaneria con la pancia in fuori s la sua bella foto a colori ha ricevuto la stessa risposta: ■Stia tranquillo, questo non è un pescecane-. Nell'errore sono caduti in tanti. Ma non importa. C'è chi giura di non poter sbagliare, come Piero Simoni, mascelle larghe, capelli corti e naso a patata: -Un pesce molto grande. £" affiorato a cento metri da noi. La pinna era dritta e viaggiava a notevole velocita-, H primo a vederlo è stato Gianluca Costanzo, il figlio di Luciano, sempre lui: -Guardate, guardate!-, ha urlato come un ossesso E gli altri. Guido e Piero Simoni, e Andrea Guardavilla, hanno guardato il mare. -C'era un pesce enorme che affio- rava quasi in verticale, tutto il dorso fuori-. Possibile? Possibile che uno squalo salti nell'acqua? Non importa. La gente ci crede, questo conta. Due marinai, ?ila capitaneria, piegano la bocca come cospiratori: -E' vero, è vero. Non ci sono dubbi. Lo dicono i pescatori, lo dicono tutti. Mica saremo lutti visionari?: Certo che no. Davanti al golfo di Baratti, stanno in centinaia, a scrutare lontano, con i figli in braccio o avvinghiati alla fidanzata. Vengono alla mattina, si portano i panini con il prosciutto dietro, e aspettano fino a quando calano le ombre della sera. Allora, i vigili del fuoco smettono le ricerche, ritirano la telecamera subacquea, lampeggiano le sirene. Domenica pomeriggio sono riusciti a trovare le bombole di Luciano Costanzo con segni che sembrano graffi, con le cinghie strappate, una cintura da sub quasi intatta, e le pinne. Del cadavere, ancora nessuna traccia. Sparito nel nulla, inghiottito dal pescecane? -L'ha tranciato a metà-, dicono adesso a Piombino: -Spezzato in due-. E come mai i sommozzatori ritrovano le pinne? Ve lo immaginate: uno squalo prima le sfila, poi uccide la preda? Risposta: -Di fronte alla perdita del tono muscolare provocala dalla morte, si possono sfilare tranquillamente-. La verità è che la storia dello squalo, nel golfo di Baratti, sembra un giallo a puntate, con il passar delle ore. E d'altro canto, agli inizi, quel giovedì mattina, nessuno — ma proprio nessuno — ci aveva creduto. Gianluca Costanzo era partito con il padre e l'amico da Baratti. Dopo la scomparsa del babbo, era rientrato a Piombino, seguendo il tragitto più lungo. E poi aveva raccontato che suo padre l'aveva ucciso uno squalo bianco, -enorme, forse lungo dieci metri-. Disse che l'aveva visto affiorare con le mani sul viso e pei nscomparire. Niente sangue, però, né sangue né altro. Luciano Costanzo era proprio sparito in un attimo, inghiottito dal nulla, n mare in quel tratto è profondo 27 metri, il pescecane poteva averlo tirato giù. Alla capitaneria storsero il naso. Sequestrarono la barca, controllarono l'elica per scoprire se con quella, era stato ucciso Luciano Costanzo: Niente, nessuna traccia. Cercarono anche in un'altra direzione: forse una bomba, per pescare di frodo. -Ma sui piombi e sulle bombole ci sono graffi e sulla cinghia uno strappo come quello di un uncino-. Allora, anche alla capitaneria di porto, hanno cominciato a crederci alla storia dello squalo. Giuseppe Notarbartolo, che dirige il centro cetacei di Milano, è sicuro: -Ci sono sempre stati gli squali, anche nel Mediterraneo. Ma di solito non attaccano l'uomo-. Carlo Gasparri, campione mondiale di pesca subacquea, è stato chiamato a coordinare le ricerche. Compito ingrato, in mezzo a questa gran confusione. Ci sono i pescatori che vanno al largo e avvistano. I curiosi con i binocoli e le macchine fotografiche con i teleobiettivi per scattare i:r.rr igini da lontano. I pescai. che vanno davanti elli ',apitaneria, alzano le mara, urlano: 'Vogliamo scendere anche noi, comandante Munafò ci dia il permesso-. Poi vedette dei carabinieri, motoscafi della guardia di finanza, sommozzatori e vigili del fuoco con la telecamera da sub. Persino un elicottero che volteggia in cielo e ogni tanto si abbassa, quasi a pelo d'acqua. E folla in attesa, di fronte al golfo di Baratti, o al porto di Piombino. E decine di segnalazioni che fanno solo perdere tempo a quelli che lavorano sul serio. Gasparri si arrabbia, allarga le braccia: •Non serve l'elicottero per cacciare lo squalo. Si caccia con l'amo e basta. Il resto sono tutte cavolaie-. Ma anche questa confusione è frutto della psicosi che attanaglia una cittadina intera. Ormai al pescecane ci credono tutti. E pensare che soltanto sei mesi fa il primo a parlarne era stato un poliziotto, Valerio Franceschini: faceva sci d'acqua con un collega, giurò d'averlo visto. Partirono le ricerche, ma senza risultato. Dieci giorni dopo, a Ferragosto, Andrea Fei, fiorentino, disse d'averne visti due, di fronte a Follonica. E appena quindici giorni fa, un pescatore elbano parlò di un pescecane lungo sette metri nel golfo di Procchio. "Certo, ci sono gli squali-, ripetono gli esperti: -Però raramente attaccano l'uomo-, E allora? Davanti al molo, Gino Menicucci, con gli stivali larghi fino alle ginocchia, un maglione dolcevita: •Adesso i pescatori ricordano quella volta che videro le reti spezzate o che pescarono pesci morsicali Adesso ricordano tutto. Vogliamo la caccia, con la lupara*. Per sparare addosso all'Incubo di questa gente di mare. Munafò, il comandante, è attorniato dalla gente: •Ragazzi, sono il primo a dire che bisogna farla finita, sono il primo a voler fare tutto il possibile. Ma non facciamo i pazzi, ragazzi, per carità...-. E lo squalo dove sarà? L'unica risposta per ora l'ha data Renato Fiorini, di professione veggente. Ha scritto a Munafò: -Cercatelo tra le isole Gorgona e Capraia. Lo troverete, me lo hanno detto gli extraterrestri-. Pierangelo Sapegno

Luoghi citati: Follonica, Milano, Piombino