L'Orni tenta di sfamare Kabul

L'Onu tenta di sfamare Kabul Le Nazioni Unite stanno organizzando un ponte aereo di emergenza L'Onu tenta di sfamare Kabul NOSTRO SERVIZIO KABUL — Se il principe Sadruddin Aga Khan, coordinatore dell'Onu per le operazioni umanitarie e di ricostruzione in Afghanistan, riuscirà ad ottenere il consenso di tutte le componenti della resistenza afghana, una prima operazione potrebbe essere realizzata nei prossimi giorni. Consiste nell'organizzazione di un ponte aereo per far confluire a Kabul 390 tonnellate di viveri destinati a una parte della popolazione che gli esperti definiscono a rischio. In tutto, circa 30 mila persone, bambini, donne incinte o che allattano, degenti degli ospedali. Questa parte della popolazione si troverebbe in una situazione critica se la capitale, a causa dei combattimenti e di un «Dlocco economico», non potesse essere rifornita dall'esterno. L'operazione punta a garantire circa 13 ciii- li di alimenti a persona per un mese, ai tre ospedali per bambini dela capitale sarebbero destinati due mesi di rifornimenti. Questo aiuto d'urgenza sarebbe costituito da 300 tonnellate di farina, 45 di zucchero e 45 di olio. Tanto la mobilitazione dei rifornimenti non pone grosse difficoltà (esistono già degli stock in Pakistan, soprattutto nei magazzini del Pam, il Programma alimentare mondiale, e dell'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati), quanto il suo inoltro a Kabul è un problema ben lontano dall'essere risolto. Sul piano pratico bisogna trovare aerei e equipaggi che accettino di correre il rischio di atterrare qui. L'ideale sarebbe di disporre di due Eoeing-cargo, cosa che sembra possibile. Ogni aereo non trasporterebbe che 35 tonnellate a rotazione, poiché dovrà avere nei serbatoi il kerosene ne¬ cessario al ritomo, dato che diventa introvabile a Kabul. A causa dei due turni quotidiani, cinque o sei giorni sarebbero sufficienti (undici turni in tutto). Resta il problema più importante, quello della sicurezza. Bisogna evitare che un -comandante» mujaheddin isolato non tiri un missile Stinger sull'aeeo che trasporta aiuti (solo gli aerei militari sono dotati di dispositivi antimissile). Non basta avere l'aiuto del governo di Kabul (il problema pare risolto) e dei capi dei sette partiti di Peshawar: i -piccoli comandanti» locali devono garantire la sicurezza di questo ponte aereo e bisogna fare presto. Via via che la data del 15 febbraio si avvicina la sicurezza della capitale afghana e soprattutto del suo aeroporto diventa sempre più aleatoria. Laurent Zecchini Copyright «Le Monde» e per l'Italia «La Stampa» Kabul. Un militare di guardia all'aeroporto della capitale, dove un jet da trasporto dell'Aeroflot sta per partire verso l'Urss con gli ultimi civili sovietici che erano in servizio in Afghanistan (Ap)

Persone citate: Aga Khan, Laurent Zecchini