«Francesi, basta accenti» di Enrico Singer

«Francesi, basta accenti» Appello di 11 studiosi per una lingua più semplice «Francesi, basta accenti» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — Ormai è diventata una vera e propria crociata: il francese scritto deve essere riformato. Deve perdere le complicate reliquie di un passato fatto di accenti, di dittonghi e di doppie mute. Deve adeguarsi ad una fonetica in continua e inevitabile evoluzione. In sostanza: deve essere "aggiornato-. Questa volta l'appello, pubblicato in prima pagina dal giornale Le Monde, è firmato da dieci tra i più grandi linguisti francesi ed è destinato a fare rumore. Appena due mesi fa erano stati gli insegnanti delle scuole elementari e medie a chiedere una riforma dell'ortografia. Per loro l'obiettivo era di risparmiare degli inutili trabochetti agli studenti. Adesso gli esperti vanno niù in là: "Una lingua che non si evolve, rischia di morire-. Non siamo ancora a questo punto, dicono i firmatari dell'appello, ma i sintomi sono allarmanti. La complessità delle regole ortografiche marginalizza sempre più il francese. Scoraggia gli stranieri •che devono perdere mollo tempo per studiare dettagli senza importanza e interminabili liste di eccezioni-. Mette in difficoltà anche le tecnologie informatiche -costrette a piegarsi a simboli partico¬ lari- con il risultato che le tastiere dei tenninali non sono compatibili con quelle usate negli altri Paesi europei. Senza parlare degli effetti perversi già denunciati dagli insegnanti che 1 linguisti giudicano una-insanabile contraddizione- con la volontà dichiarata di facilitare l'itinerario scolastico dei ragazzi. Sotto accusa ci sono prima di tutto gli accenti che sono delle -memorie- di lettere cadute. E, in particolare, l'accento circonflesso che non ha alcuna funzione fonetica, ma — come nel caso di ile (isola) — ricorda che. un tempo, dopo la -inella grafia c'era una -s-. Eliminare tutti gli accenti circonflessi, secondo i dieci linguisti, creerebbe al massimo una trentina di casi ambigui, tipo -tache- che vuol dire macchia e "tàche- che significa compito. Ma di ambiguità il francese scritto è già pieno: -Je suis-, per esempio, può voler dire tanto io sono quanto io seguo. • E di questo nessuno si è mai scandalizzalo-, dicono i linguisti per dimostrare che i vantaggi del bando definitivo dell'accento circonflesso sarebbero superiori ai danni. Nella lista delle regole da modificare ci sono, poi. le doppie consonanti (dovreb¬ bero rimanere soltanto nei rari casi in cui modificano la pronuncia) e 11 complicato accordo dei participi passati. Tutto questo, secondo i firmatari dell'appello, non significa sconvolgere la lingua francese. Tantomeno offenderla, come qualcuno aveva detto due mesi fa in polemica con i progetti riformatori espressi dagli insegnanti. Per i dieci linguisti, si tratta soltanto di -rivedere l'ortografia cosi come si rivedrebbe un motore che non funziona più a dovere-. La lingua, è scritto nel loro documento, non consente immobilismi e quella francese è ferma da più di un secolo. Sono giudizi che, espressi da sette professori universitari, da due ricercatori del Cnrs e da un professore del Collège de France, tutti autori di alcuni dei testi sacri della linguisitica e della grammatica francese, suonano come un invito a prendere provvedimenti concreti, il primo potrebbe essere la creazione di una -commissione di saggi- incaricata di studiare i.dettagli della riforma. -Nell'anno del bicentenario della Rivoluzione sarebbe anche una sfida politica-, conclude l'appello dei -rivoluzionari dell'ortografia-. Enrico Singer

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