Walesa: vogliamo anche i partiti

Walesa: vogliamo anche i partiti Aperta a Varsavia la storica «tavola rotonda» tra Solidarnosc e il regime Walesa: vogliamo anche i partiti II premio Nobel: date al Paese le libertà politiche - Il governo offre il riconoscimento del sindacato in cambio dell'appoggio al piano di riforme DAL NOSTRO INVIATO VARSAVIA — La Polonia rompe con U passato e si proietta lentamente verso un'apertura politica senza precedenti nei regimi dell'Est europeo. Otto anni dopo aver imposto la legge marziale, il governo di Varsavia s'è incontrato ufficialmente, dinanzi a una nazione quasi incredula con gU «amici-nemici» dell'opposizione nell'atteso confronto-scontro della «tavola rotonda» fra il potere comunista e la maggioranza del Paese che si riconosce nel modello pluralistico di Solidarnosc. Erano le 14 quando Lech Walesa, giunto in mattinata da Danzica. è passato tra la folla che lo attendeva sotto una pioggia battente lungo la Krakowskie Przedmescie prima di infilarsi nella Sala delle Colonne di Palazzo Radziwill, la sede del Consiglio dei ministri. Dietro di lui lo stato maggiore di Solidarnosc, compresi i cosiddetti «visi pallidi» dell'organizzazione clandestina riemersi per l'occasione, e di 24 delegati alla riunione. Dimagrito, elegante nell'abito blu (»£' nuovo, l'ho comprato per scaramanzia appena mia settimana fa-), il distintivo in plastica della Madonna Nera di Czestochowa sul bavero, il Premio Nobel si è dichiarato fi¬ ducioso sull'esito dei negoziati. "Nel 1980 non eravamo pronti, adesso ci siamo preparati a dovere. So che i nostri antagonisti si batteranno per concederci il meno possibile però neppure noi resteremo con le mani in mano. Lotteremo come leoni per ottenere il massimo-. Dureranno molto le trattative? "Temo di sì, c'è troppa carne al fuoco. Ma siccome anche i bambini sanno discutere con i genitori, non vedo perché noi che siamo adulti e responsabili non dobbiamo riuscire a farci capire. Ecco Bronislaw Geremek, la mente del movimento: •Andrà bene, indietro non si torna. Questa è l'ultima chance della Polonia, sarebbe da criminali gettarla al vento-. Jacek Kuron, il duro dell'ex sindacato indipendente: -Mi pare di sognare se penso che per arrivare qui ho trascorso sette anni in galera'. Parlano tutti, eccitatissimi, mentre gli altri partecipanti alla tavola rotonda, in totale 57 persone, preferiscono sottrarsi alle domande dei giornalisti. Tace il portavoce dell'episcopato Alojzy Orszulik, labbra cucite per l'esponente della Curia varsaviana Bronislaw Dembowski, nessuna dichiarazione preliminare da parte dei «governativi», dal ministro degli Interni Czeslaw Kiszczak al membro del Politburo Stanislaw Ciosek, ad Alfred Miodowicz, leader dei sindacati ufficiali Opzz. Nella dichiarazione introduttiva della tavola rotonda 11 ministro ha tuttavia precisato quale sarà l'atteggiamento guida delle autorità: 1) il metodo dell'esercizio del potere deve sposare le prerogative del sistema socialista con una realtà dal volto umano e democratico; 2) i profondi cambiamenti che si stanno verificando in Polonia impongono il superamento delle posizioni conservatrici e di postulati irrealizzabili; 3) dobbiamo accettare l'evidenza di trasformazioni indilazionabili. Rallentarle artificialmente o accelerarle male provocherebbe conflitti dirompenti che bisogna evitare; 4) nessun problema nazionale può essere risolto negando il carattere socialista della Polonia e aggravando le divisioni che comportano la dispersione delle energie nazionali e la disintegrazione morale con la conseguenza di allontanare il traguardo della riconciliazione. •Pertanto — ha aggiunto Kiszczak — il programma delle riforme è aperto. Snetta quindi anche all'opposizione arricchirlo con contributi in grado di gettare le basi dell'accordo sociale. Se otterremo il loro consenso, sarà possibile chiedere subito al Consiglio di Stato di eliminare il divieto sul pluralismo sindacate in atto dal 1982'. Ed infine: "Siamo pronti al compromesso. Spetta ora a Solidarnosc offrire l'impegno di rispettare la Costituzione'. Poi, in cinque cartelle, la spie-tata risposta di Walesa. "Siamo venuti da lontano, percorrendo strade diverse, per sederci attorno a questo tavolo nella speranza di percorrere assieme il resto del cammino. Si dunque alla mano tesa che ci viene offerta però quale prezzo siamo stati costretti a pagare nel frattempo? Il disastro è sotto gli occhi di tutti. Da noi la gente deve fare la coda per comprare un tozzo di pane, molti non sanno quanti spiccioli avranno in tasca alla fine del mese. E che dire dei giovani senza casa, privi di valide certezze del futuro, che debbono emigrare per costruirsi una vita. Non vogliono televisori di lusso, ma ospedali, scuole. Non si può continuare così. Bisogna bloccare lo sfascio economico arginando il debito estero, salito ormai a 40 miliardi di dollari, e bloccare l'inflazione che divampa a quota 80 per cento. Le nostre condizioni, allora. Semplice: non c'è libertà senza Solidarnosc. Daremo il nostro contributo però a condizioni precise-. In sostanza Walesa insiste nel pretendere dal presidente Jaruzelski il segnale di via libera alle attività ufficiali del «governo ombra» creato dall'organizzazione nell'ultima riunione svolta dal «comitato civico» riunito a Danzica. Ossia il riconoscimento di poter operare alla luce del sole, indipendenza di giudizio dei tribunali, accesso ai mas., media, libertà di associazione e pluralismo politico, diritto allo sciopero e ricostituzione delle cellule di Solidarnosc contadina e studentesca. Soltanto allora scatteranno le controfferte, l'assenso cioè a lasciarsi conglobare nel sistema partecipando alle elezioni parlamentari previste in maggio, forse in un listone unico nel cui ambito il partito operaio unificato, finora egemone, lascerebbe il 35 per cento di spazio ai candidati dell'«opposizione costruttiva». Che finirebbe così per concorrere direttamente all'elezione del Capo dello Stato e legittimare di conseguenza il disegno jaruzclskiano di -ergersi al disopra delle parti-. Piero de Garzarolli Varsavia. La grande tavola rotonda all'interno di un edificio del Consiglio dei ministri, dove sono riuniti per le trattative 57 esponenti di Solidarnosc. del regime, del sindacato ufficiale, della Chiesa, del partito dei contadini e del partito democratico

Luoghi citati: Danzica, Polonia, Varsavia