Rientra Skoro, è tornata l'allegria
Rientra Skoro, è tornata l'allegria Mentre Muller si cuce la bocca per le indiscrezioni sulla sua vita coniugale Rientra Skoro, è tornata l'allegria Lo jugoslavo: «Loro favoriti, noi pronti a sfruttare la situazione; e in squadra si respira un'aria nuova» Forti dubbi sul recupero di Ferri - Berggreen incoraggia gli ex compagni: «In schedina ho messo 2» . . DAL NOSTRO INVIATO MILANO — Il problema del Torino, piccolo per il calcio italiano che ha molti altri pensieri, enorme per la società (ancora) di Gerbi e De Finis, si è come perso in una vigilia di smog e nebbia, di discorsi nei quali la lotta per la salvezza dei granata non ha posto. Rubano spazio altre cose, che per squadra e tifosi sono marginali. Ne ruba anche Muller il quale, agli occhi di qualche sostenitore del divismo, è ormai assurto al ruolo di genio incompreso: voleva una grande squadra, è finito in questo Torello che ansima. Lui ogni tanto offre lo sprazzo di gol belli e importanti, ma quanto a dividere la fatica di una gara in undici proprio non ci sta. Da Junior a Falcao, allo stesso Careca che si batte come un leone tanto da diventare il nuovo Vinicio per i tifosi partenopei, a Dunga che striglia i giovani compagni viola, i brasiliani in Italia hanno dato fior di esempi. Muller dice che nel calcio italiano è tutto da rifare, allenatori compresi. Non gli è piaciuto soprattutto Gigi Radice che gli parlava di "professionalità». E lui non è piaciuto ai compagni, che vorrebbero trapiantargli la testa di Edu. Ma fare un giocatore completo, mischiando i due brasiliani in granata, non è purtroppo consentito. Oggi Muller (che ha riaperto il silenzio stampa, qualcuno ha riparlato del suo matrimonio disfatto — o rifatto? — e la cosa non gli è piaciuta) dovrebbe sentire gli stimoli della Scala iel calcio, ed Edu dovrebbe partire in panchina. Poi si vedrà. Dipende da Comi, la sua caviglia non è ancora guarita del tutto. Muller ritrova Skoro, in tandem hanno fatto buone cose, n jugoslavo è contento di giocare a San Siro: "Bel campo, bel pubblico, bella Inter. Favorita? Certamente, così andiamo tri campo sereni, pronti a sfruttare la situazione. C'è più allegria, buon segno. Non vogliamo tornare al fondo della classifica». Claudio Sala, che esordisce a San Siro co- ! me allenatore, prende atto dei miglioramenti psicologici del gruppo, e dei progressi degli infortunati. Ma i dubbi restano. Catena e Brambati più recuperabili di Ferri (che sta bene, ma solo la partita dirà quanto è guarito dallo stiramento). Ferri gli servirebbe molto, per Matthaeus: "Lasciatemi pensare ancora un poco. Debbo anche capire le idee di Trapattoni, se gioca Fama o gioca Diaz». Per Serena è pronto Benedetti. Sala ha ammesso che "contro il Como in difesa si rischiava sui palloni alti». Lo proccupa soprattutto la spinta di Brehme, bisogna impedirgli il micidiale cross (per Serena). Fuser o Sabato sulla strada del panzer, a togliergli spazio. Torino da prudenza e contropiede, secondo logica. Ieri mattina al Filadelfia, Klaus Berggreen ha fatto vedere la sua schedina agli ex compagni. C'è anche il 2 per Inter-Torino. E una spiegazione: «Siete vivi, in allenamento mi fate faticare. L'importante è non andare in campo con paura». Consolano intanto Claudio Sala i progressi generali in fatto di condizione fisica. Nel dopo Radice, con l'appoggio del preparatore atletico Trucchi, la preparazione ha subito mutamenti. Più velocità che «fondo», lavori ripetuti. "Comunque — dice Sala — se ognuno programma gli allenamenti secondo convinzioni proprie, debbo dire di aver "ereditato" una squadra in buonissima salute atletica». Parole serie, nessuna voglia di non sollevare polveroni. C'è già troppa gente, anche all'interno della società, che non capisce come questo sia il momento dei fatti. b.per.
Luoghi citati: Filadelfia, Italia, Milano, Torino
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