L'ex campione Marino Basso si difende «Ho solo aiutato il padre del rapito» di Giuliano Marchesini
L'ex campione Marino Basso si difende «Ho solo aiutato il padre del rapito» Sequestro Celadon, dopo la svolta nelle indagini a Vicenza L'ex campione Marino Basso si difende «Ho solo aiutato il padre del rapito» 'E' sotto inchiesta per la sparizione di 800 milioni del riscatto: «Mai visto quella valigia» DAL NOSTRO INVIATO VICENZA — -Si figuri l'amarezza. Questa storia ha coinvolto la mia immagine. Come se io fossi uno dei peggiori delinquenti che girano perle strade». Marino Basso, l'ex campione mondiale di ciclismo, parla dell'ipotesi del reato di truffa formulata nei suoi confronti dal giudice istruttore di Vicenza Massimo Gerace, per la presunta sparizione di ottocento milioni da quella valigia che conteneva i tre miliardi richiesti dai banditi per liberare Carlo Celadon, il ragazzo sequestrato oltre un anno fa e non ancora rilasciato. E si difende con la rabbia che gli era propria quando s'impegnava in volate tumultuose. Marino Basso si lascia persino andare a qualche imprecazione. Poi dice: «Adesso le spiego come stanno effettivamente le cose. Ho appena avuto un incontro con Candido Celadon, il papà del ragazzo rapilo l'anno scorso. Ieri sera gli avevo telefonato da Catania. Io non sapevo niente di questa faccenda, la notizia mi aveva colto di sorpresa». A Candido Celadon, l'ex campione del mondo ha chiesto «chiarimenti». «Sia¬ mo amici, tra noi due non ci deve essere alcun problema». E che cosa si son detti. Marino Basso e il padre del giovane sequestrato? «Gli ho domandato: Candido, ma che cosa sta succedendo? Mi ha risposto che non lo sapeva nemmeno lui. Allora io: ma secondo quel che ho sentito sei stato proprio tu a presentare la denuncia. Celadon mi ha spiegato, ha raccontato che gli avevano chiesto come avesse conosciuto l'avvocato Aldo Pardo e che lui ha precisato che ero stato io a far da tramite. Tutto qua». E Basso come aveva conosciuto l'avvocato Pardo, a sua volta destinatario di una comunicazione giudiziaria per il caso Celadon? «Me lo aveva presentato un'amica. Poi parlai di questo legale a Candido: poteva anche rendersi utile, per cercare di far liberare finalmente il ragazzo. Ricordo che Celadon disse: chissà che questa non sia la volta buona. Dopo, non mi son più interessato della faccenda. Candido veniva a trovarmi a casa, ogni tanto. Naturalmente, parlava sempre di questo figlio prigioniero dei banditi, mi raccontava di come stavano andando le cose». Celadon, l'ex campione del mondo di ciclismo lo conosce da anni. «Sa, lui è anche un appassionato di ciclismo. Ultimamente, .» diceva spesso: Marino, sé si risolve tutto, se veniai.o fuori da questa angoscia, posso fare anche da sponsor. Insomma, era disposto a metter su una squadra». •Figurarsi — ripete Marino Basso — se io potevo fargli una carognata. Adesso, Candido è pronto a fare una smentita a proposito dei sospetti che mi coinvolgono, è pronto a dire che io in questa storia non c'entro per niente». Tutto un equivoco, insomma, insiste con irruenza l'ex campione mondiale. «Ho già preso contatto con i miei avvocati: voglio andare s :bito dal giudice, per chiarire la mia posizione. Io non ho proprio nulla da nascondere. Uno si nasconde se ha la faccia sporca». E quella valigia che conteneva tre miliardi da consegnare ai rapitori di Carlo Celadon? «Quella non l'ho mai vista. Continuo a domandarmi come sia venuta fuori questa faccenda. Io di quei soldi non mi sono mai inte¬ ressato. Ma scherziamo? Ci mancherebbe altro. Adesso dico che prima di parlare di certe cose bisognerebbe sentire le persone». Marino Basso ci tiene a precisare che fa parte di una società immobiliare e di una di pubblicità. «E ho una partecipazione, con i miei fratelli, nella ditta per la costruzione di biciclette da corsa. Sì può credere che io abbia bisogno di prendermi dei soldi? E poi, a una cosa così indegna non ci voglio nemmeno pensare». Marino Basso pensa piuttosto alla squadra ciclistica di cui è responsabile: la deve presentare il 13 febbraio a Santa Marinella, in vista dell'inizio della stagione sportiva agonistica. «Ma intanto devo togliermi di dosso questa infamia. Io ho la coscienza a posto. Sarei andato via di testa, se mi fossi messo a fare un'azione di quel genere». L'ex «iridato» del ciclismo impreca ancora. Poi conclude: «Senta, la vita mi ha dato grandi gioie, però anche qualche bastonata. Ma sono sempre riuscito a rimettermi in piedi. Un campione deve farlo». Giuliano Marchesini
Luoghi citati: Catania, Gerace, Santa Marinella, Vicenza
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