Pomicino attacca i ministri pentiti «L'intesa non vi piace? Andatevene» di Stefano Lepri

Pomicino attacca i ministri pentiti «L'intesa non vi piace? Andatevene» Continuano le polemiche sull'accordo governo-sindacati Pomicino attacca i ministri pentiti «L'intesa non vi piace? Andatevene» E a De Mita: subito dopo il congresso de, verifica sul pubblico impiego ROMA —Chi vuole prendere le distanze dall'intesa governo-sindacati ha una sola strada, dimettersi»: Paolo Cirino Pomicino, ministro della Funzione pubblica, sferza i colleghi di governo che, un po' confermando un po' smentendo, hanno tentato di defilarsi dall'accordo firmato all'alba del 26 gennaio. Ma poi anche lui prende di mira De Mita: occorre sfruttare subito la disponibilità offerta da Cgil, Cisl e Uil a discutere i tagli alla spesa pubblica. -Dopo il congresso de-, naturalmente, ma subito dopo: secondo Pomicino occorre chiamare i sindacati a Palazzo Chigi innanzitutto per una verifica sui rinnovi contrattuali del pubblico impiego. Non si può discutere degli aumenti agli statali senza mettere nel conto anche ciò che i sindacati hanno ottenuto sul tavolo fiscale, dal recupero del drenaggio Irpef agli sgravi contributivi per il '90. 'Non voglio una rivincila con i sindacati, beninteso — dice Cirino Pomicino — ma solo un rispetto dell'accordo 1 del 26 gennaio nella parte che si riferisce al risanamento della finanza pubblica». Dopo aver fatto i conti alla presidenza del Consiglio, la trattativa vera e propria per i rinnovi contrattuali si svolgerà al ministero della Funzione pubblica: e gli aumenti dovranno essere legati alla produttività del lavoro «net settori dove si può calcolarla chiaramente» o a dati oggettivi come le ore di apertura degli uffici. Il sottinteso è che Ciriaco De Mita deve verificare quanto prima la serietà dell'impegno dei sindacati a collaborare al contenimento della spesa pubblica ('riqualificazione della spesa» si legge nell'ormai famoso verbale). Come reagiranno Cgil, Cisl e Uil ai tagli, probabilmente severi, previsti dal documento che gli esperti della presidenza del consi¬ glio stanno elaborando? Cesseranno o no di opporsi al ticket sulla diagnostica medica, o alle modifiche del metodo di calcolo per le pen: sioni? Da alcuni dirigenti sindacali, ieri, sono venute voci concilianti. «Chiudiamo il capitolo dell'intesa sul fisco con le necessarie correzioni — dichiara il segretario confederale Cgil Giuliano Cazzola — e puntiamo risolutamente sul tenia del debito pubblico. Il problema non è quanti soldi spendere ma spenderli bene, e con quali contropartite istituzionali per il sindacato». Insomma •di fronte al nodo della spesa pubblica il sindacato non può fare come lo st-rizzo» sostiene Silvano Veronese della Uil. Ma potrà partire un dialogo serio, su misure di risanamento incisive, quando il governo appare indebolito e discorde? E' ormai scontato che ogni decisione sarà rinviata a dopo il congresso de. Dopo le pesanti critiche dei socialisti, nella maggioranza il governo è stato attaccato ieri dai liberali, che l'hanno definito «senza., bussola» e -paralizzato», dèi segretario del psdi Antonio Cariglia che gli ha imputato «mancanza di coraggio nei tagli alla spesa», dal segretario del pri Giorgio La Malfa che giudica anzi «indebolita la formula» del pentapartito. Dall'opposizione, il segretario del pei Achille Occhetto giudica «scandaloso che ogni giorno un ministro si alzi per attaccare l'accordo con i sindacati sul fisco fatto dal suo governo. Così si danno segnali irresponsabili, si creano solo panico e incertezza tra gli operatori economici e finanziari e nella Borsa». Solo una piccola parte delle questioni fiscali in sospeso potrà essere risolta la settimana prossima alla Camera, in un incontro tra i gruppi di maggioranza che si terrà mercoledì o giovedì. Stefano Lepri

Persone citate: Achille Occhetto, Antonio Cariglia, Ciriaco De Mita, Cirino Pomicino, De Mita, Giorgio La Malfa, Giuliano Cazzola, Paolo Cirino Pomicino, Silvano Veronese

Luoghi citati: Roma