Bonn, i duemila anni d' una giovane capitale di Alfredo Venturi

Bonn, i duemila anni d'una giovane capitale Quando a «Bonna» c'erano i legionari Berlino era ancora una palude: ma la storia non basta a vincere i complessi d'inferiorità Bonn, i duemila anni d'una giovane capitale DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — Nella più singolare fra le capitali d'Europa si celebra quest'anno un anniversario importante: Bonn compie la bellezza di duemila anni. Come si conviene a un luogo politico per eccellenza come questo, la ricorrenza è adeguatamente documentata: precisamente da un passo dello storico romano Lucio Annc-o Floro. Scrive dunque Floro che Claudio Druso, incaricato da Augusto di preparare la conquista della Germania, cioè dell'oltre Reno, fra il 13 e il 9 avanti Cristo allestì una linea fortificata lungo la riva sinistra. E nel 12 fece collocare una testa di ponte sull'altra riva di fronte a Bonna Che si tratti della futura capitale lo hanno accertato gli specialisti di questa università, sede di raffinati studi filologici. Duemila anni fa, dunque, Bonn era uno dei cinquanta castella destinati a puntellare il limes imperiale. Augusto questo limes lo voleva provvisorio, in attesa della grande penetrazione nella Germania intema Ma come si sa l'ambizione romana fu bruscamente ridimensionata, nell'anno nono dell'era cristiana dai guerrieri di Arminio che nella selva di Teutoburgo fecero macello di legionari E così Bonn rimase una munita fortezza di confine. Laggiù nell'Oriente barbarico, in un fiume ancora senza nome, c'era un'isoletta paludosa che soltanto dodici secoli più tardi sarebbe diventata Berlino. Questa capitale di ripiego toccata in sorte ai tedeschi, dunque, può almeno contrapporre alla metropoli prussiana più antichi quarti di nobiltà. Nell'87, Berlino di anni non ne ha celebrati che 750: con il suo ingresso nel terzo millennio Bonn si prende una rivincita anagrafica e storica L'anno del bimillenario è stato aperto dalle note della Nona Sinfonìa di Beethoven, che di Bonn è il figlio più illustre. E proseguirà con un articolato programma di manifestazioni culturali, sportive, accademiche, folkloristiche. Uno dei quotidiani locali, il General Anzeiger, ha pubblicato un ricco volume illustrato, «Chronik der Stadt Bonn», e altre iniziative editoriali sono imminenti. L'anniversario è visto come occasione per mettere a punto l'immagine della città in rapporto al suo ruolo di capitale. Questo ruolo ha un vizio di origine: è nato provvisorio. Agli albori del loro Stato postbellico i tedeschi, con lo sguardo fisso a Berlino, devono scegliere una sede temporanea del potere, in attesa del sospirato ritorno nella metropoli storica che a sua volta coronerà il sogno della riunificazione. Sono in ballo Bonn e Francoforte e vince la piccola città renana con uno scarto minimo: 200 deputati contro 179 decidono che Francoforte, con i simboli unitari racchiusi nella sua storia, po¬ trebbe alla fine far dimenticare il sacro obiettivo berlinese. Scelgono Bonn proprio perché la sua modestia provinciale non implica rischi di questo tipo. Inoltre Konrad Adenauer è di queste parti: e il primo Cancelliere federale gradisce avere l'ufficio sotto casa Più tardi i tedeschi devono rinunciare se non proprio al sogno almeno al programma di breve termine della riunificazione e ael ri tomo a Berlino. E all'inizio degli Anni Settanta, consule Willy Brandt, la provvisorietà viene finalmente accantonata. Così ora si può ridisegnare la città adeguandola al ruolo: un vasto programma urbanisti ;o corregge le disfunzioni di una capitale nata temporanea le cui istituzioni erano state alloggiate In sedi di fortuna La rideflnizione dei connotati urbanistici continua ancora, fra Bonn e Bad Godesberg grandi cantieri dilatano il Bundesdorf, il villaggio federale che sì estende lungo la riva del Reno. Ma l'integrazione, fra la città e quella che ormai è la sua funzione più importante, è rimasta imperfetta Si immagini che cos'era Bonn prima di vedersi affibbiare questo ruolo. Un piccolo centro fiero delle sue verdeggianti colline sacre al mito germanico: una di queste colline è infatti il Drachenfels, la rupe da cui Sigfrido scagliò nel Reno 11 drago sconfitto. Fiero anche della tradizione accademica Una tradizione non antica l'università fu fondata dopo il 1815, quando i prussiani si insediarono in Renania, ma corroborata da un eccellente livtL'o di studi Più a monte Bad Godesberg, centro termale piene di ville e piantai. E' proprio di quelle dimore, dove le più facoltose famiglie tedesche andavano alle acque, che i diplomatici di tutto il mondo hanno fatto le loro ambasciate e le loro residenze. Ma l'innesto non è stato fa¬ cile. Se i tedeschi che vivono a Bonn lo fanno con 11 rimpianto delle loro metropoli, da Berlino a Monaco, da Amburgo a Francoforte, gli stranieri si struggono di nostalgia per le grandi capitali d'Europa Londra, Parigi Roma E su Bonn fioriscono le battute. Per esempio l'ex cancelliere Helmut Schmidt, amburghese, dice che questa non è una città, è un grappolo di villaggi. Secondo Ignaz Kiechle, il bavarese ministro dell'Agricoltura, la cosa più interessante in questa città è il treno per Monaco. Certo non bisogna indugiare a salirvi: nella stazione della capitale i treni sostano appena due minuti Si deve ovviamente a un americano la battuta più feroce: Bonn è grande un quarto del cimitero di Chicago, ma è morta il doppio. In realtà vivere a Bonn può essere piacevole: almeno quel tanto che basta per non essere ridotti a sognare Chicago. Per esempio, piace a chi pre¬ ferisce i boschi alle soffocanti congestioni urbane. Il clima non è certo esaltante: ma non è mica tanto diverso da quello di Londra E non è poi così morta la città: se non altro animata dall'irrequieta presenza studentesca C'è un'intensa attività musicale, come si conviene alla patria di Beethoven. Ci sono attive gallerie d'arte, e almeno due musei importanti. Quello renano, notevole per la documentazione dell'età romana. E il museo Koenig di storia naturale, un'istituzione classica nel suo genere. E' qui che si riunì nel '48 il Consiglio parlamentare, la prima assemblea rappresentativa del dopoguerra Questa fu anche agli inizi la sede della Cancelleria federale. La ritrovata democrazia muoveva i suoi primi passi davanti a una platea di animali impagliati: silenziosi testimoni della pagina nuova che si apriva nella storia tedesca. Alfredo Venturi