«Italiani, convincete Israele»

«Italiani, convincete Israele» Intervista al ministro egiziano per gli Affari Esteri - Oggi Cossiga incontra Mubarak «Italiani, convincete Israele» «Bisogna spingere Gerusalemme ad accettare la Conferenza internazionale di pace» - «L'orientamento pacifico dell'Olp merita ii sostegno internazionale» - «Deve crescere il ruolo delle superpotenze» ASSUAN — Il presidente della Repubblica Francesco Cossiga, accompagnato dal ministro degli Esteri Giulio Andreotti, è in Egitto, ad Assuan, prima tappa della missione che lo porterà in sei Paesi africani. Cossiga, primo capo di Stato italiano a compiere una visita ufficiale in Africa, avrà oggi un colloquio con il presidente egiziano Hosni Mubarak. Nel corso dell'incontro tra la delegazione italiana e i rappresentanti egiziani, abbiamo posto alcune domande al ministro di Stato per gli Affari Esteri Butros Ghali. Ministro Ghali, quale ruolo può giocare l'Italia per la ricerca di una soluzione pacifica in Medio Oriente? «Non dimentichiamo la posizione attiva e positiva dell'Italia nell'ambito della Comunità europea, ad esempio, la proposta del governo italiano subito dopo l'uccisione del leader palestinese Abu Jihad, che una forza europea per la pace è incaricata nei territori occupati sotto il controllo dell'Orni; inoltre si deve raggiungere una sistemazione det territori occupati tramite i negoziati. Gli altri Paesi europei non hanno respinto l'idea, però non hanno fatto alcun passo per realizzarla. La posizione europea per divenire efficace e concreta deve essere fornita di maggiore coraggio per imporre ad Israele di accettare la Conferenza internazionale di pace In Medio Oriente, soprattutto con l'avvicinamento americano, dopo il dialogo con l'Olp, alla posizione della Cee. «Ora tocca al movimento europeo trasformarsi in una "offensiva diplomatica coordinata" per risolvere un problema dal quale dipende la stabilizzazione della pace in Medio Oriente, cosa molto vitale per l'Europa, dato che la sicurezza europea è legata a quella del vicino Medio Oriente». Quale via segue l'Egitto per tentare di giungere a una soluzione del conflitto israelo-palestinese? «Il punto di vista egiziano conferma chiaramente che l'Intifada palestinese equivale a un annuncio ufficiale della nascita di una nuova era nel conflitto israelo-palestinese perché questa rivoluzione popolare ha rimesso in luce la causa palestinese dandole la priorità nell'interesse internazionale. Inoltre include premesse di vasti mutamenti all'interno della società israeliana, grandi riflessi sul processo della pace medesima. L'Egitto è convinto che la formula della Conferenza internazionale di pace è la forma più opportuna ed efficace per la soluzione della crisi in Medio Oriente, con la partecipazione di tutte le parti interessate, oltre le superpotenze. «Dall'altra parte la diplomazia egiziana si impegna a rafforzare l'unione e la posizione comune giordano-palestinese che rappresenta un pilastro essenziale per la soluzione pacifica del conflitto in Medio Oriente. E' da ricordare il pieno sostegno egiziano e il riconoscimento dello Stato palestinese, annunciato dal Consiglio Nazionale palestinese il 15 novembre 1988, basato sulla convinzione che i palestinesi hanno scelto la pace e la convivenza. Al contrario, gli israeliani non hanno finora potuto precisare a loro stessi una scelta chiara fra la pace e la guerra. Perciò la diplomazia egiziana, insieme con tutte le forze amanti della pace, esorta Israele ad accogliere il richiamo della vera pace. Ci auguriamo che Israele possa partecipare presto con un ruolo positivo a questa fase storica e che il popolo israeliano contribuisca, come tutti i popoli della zona, a realizzare una pace duratura e giusta, mettendo fine alle sofferenze e al¬ le guerre. Tutto ciò non si può realizzare finché non ci sarà giustizia e dignità per tutti». L'Egitto ha giustamente reintegrato a pieno diritto il suo posto nel mondo arabo, ma la persistente tensione originata dall'Intifada e dalla mancata soluzione del problema palestinese dimostra la pericolosità delle cosiddette «crisi regionali» malgrado la distensione EstOvest. Quale ruolo auspica l'Egitto per i due supergrandi nella soluzione della crisi medio-orientale? «La Comunità intemazionale ha una responsabilità importante in questa fase per il cammino verso la soluzione pacifica della crisi medioorientale. La diplomazia egiziana crede che per la garanzia di riuscita di tale cammino occorra il forte sostegno internazionale per l'orienta¬ mento pacifico dell'Olp, come è stato confermato dalla dichiarazione politica del Consiglio Nazionale Palestinese. Ciò non si realizzerà finché le due Superpotenze non si convincono a dare priorità al processo di pace nel Medio Oriente, rendendosi conto che la pace mondiale non si potrà rafforzare se non con la soluzione della crisi in Medio Oriente. «L'Egitto si augura di accelerare i tempi in modo da dare inizio ai colloqui fra le parti interessate, inclusi i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, il Segretario Generale dell'Orni, per studiare la preparazione dello svolgimento della conferenza internazionale di pace in Medio Oriente con la partecipazione di tutte le parti in causa compreso l'Olp, sullo stesso livello degli altri membri». (A cura di Paolo Pati-uno)

Persone citate: Butros Ghali, Cossiga, Francesco Cossiga, Ghali, Giulio Andreotti, Hosni Mubarak, Mubarak, Paolo Pati-uno