«Rodriguez è un re della coca»

«Rodriguez è un re della coca» «Rodriguez è un re della coca» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Allarmata, l'amministrazione Bush si chiede se ha di fronte un altro Noriega, il dittatore e «narcotrafficante» del Panama, o se il generale miliardario Rodriguez, il nuovo capo del Paraguay, porterà invece la democrazia nel suo Paese. Al Dipartimento di Stato, Charles Redman ha espresso la speranza che il militare, braccio destro di Stroessner per 35 anni, di cui era consuocero, abbia posto fine alla più lunga dittatura sudamericana, -per ripristinare i diritti umani e promuovere riforme democratiche". Ma al Pentagono e alla Dea, l'antidroga, anonimi funzionari hanno manifestato il timore che dopo un breve periodo iniziale Rodriguez accentui la repressione e la corruzione imperanti in Paraguay. Il ritratto del nuovo uomo forte fornito dagli esperti Usa non è tranquillizzante. Andrés Rodriguez ha fatto soldi e carriera al comando del corpo più agguerrito e più spietato del Paese, quello del Primo Cavalleria. Sua figlia Marta ha sposato un figlio di Stroessner, Alfredo, e il primogenito è un colonnello dell'aviazione. Secondo Allan White, del «Consiglio dell'Emisfero Occidentale» un istituto di ricerca di Washington, Rodriguez ha sfruttato il potere a fini personali, assumendo prima il controllo del contrabbando di sigarette e alcolici dal Paraguay al Brasile e all'Argentina, poi quello del traffico di droga verso gli Stati Uniti. Il generale, che vive in un lussuoso palazzo ad Asunción, è miliardario: tra l'altro possiede la grande agenzia di cambio Guarani, le birrerie Munich, tra le maggiori del Paese, e la fab¬ brica di oggetti in rame Impaco. I suoi legami col mondo della droga furono scoperti dalla Dea ne!l'85. Quell'anno, il suo pilota personale, Juan Viveros, fu catturato mentre portava fuori dal Paraguay in aeroplano 43 chili di cocaina, confiscati poco prima da Rodriguez ai narcotraficantes. La Dea concluse che il generale riciclava anche denaro sporco: -Il Paraguay — è scritto in un rapporto — è diventato un paradiso per i grandi spacciatori, che vi acquistano terreni e proprietà immobiliari tramite intermediari". Lo storico del Sud America Hoyt Williams dell'Università dell'Indiana ha dichiarato che Rodriguez «è la classica mela marcia: in Paraguay ha una pessima reputazione, si sa che protegge e fornisce supporto logistico ai signori dei narcotici, e offre loro asiiO". Invano, negli ultimi anni il Dipartimento di Stato aveva tentato a più riprese di indurre Stroessner a stroncare il traffico di droga e ad accettare la democrazia, sospendendo gli aiuti economici e le forniture militari. Aldo Zucolillo, l'editore del giornale ABC Color, chiuso dal dittatore nell'84, ha dichiarato in un'intervista che Rodriguez, 'accetterà le richieste Usa". Il parere di White e di Williams invece è che il generale si sia ribellato per garantirsi la successione e il potere. Affermano che Stroessner stava per destituirlo, e per passare le consegne al figlio Gustavo. 'Il vertice politico e militare del Paraguay è una mafia — ha detto White — Stroessner aveva incominciato col chiudere le agenzie di cambio e con l'offrire a Rodriguez il posto di ministro della difesa, a privarlo cioè della base finanziaria e militare del suo potere". Gli esperti Usa non escludono che la politica abbia avuto qualche peso nella rivolta di Rodriguez. Il generale aveva spalleggiato Stroessner su decisioni controverse come l'asilo al criminale di guerra nazista Mengele, al dittatore nicaraguense Somoza e al trafficante di droga francese Ricord. Ma si era schierato all'opposizione all'interno del partito Colorado, quando i «militanti», la corrente del dittatore, avevano esasperato il carattere poliziesco del regime. Il suo scontro con Stroesnner era diventato pubblico quando la figlia Marta aveva lasciato il marito «per violenze e alcolismo». e. c.