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Vedi alla voce somaro LA LINGUA CHE PARLIAMO Vedi alla voce somaro Un mio vecchio maestro diceva che i paragoni zoologici sono poco riguardosi. E infatti asino, cane, porco, scimmia, oca, vipera, lumaca, pappagallo, applicati ad esseri umani, non sono complimenti. Sull'argomento ha attirato la mia attenzione la prof. Liselotte Wcidner, che insegna alla Padagogische Hochschule (la Facoltà di Magistero) di Heidelberg, nostra assidua lettrice, che mi offre anche molte preziose indicazioni. I nomi di animali che abbiamo enunciato sono applicabili, nelle principali lingue europee, con lo stesso valore che hanno in italiano; ma altri, come civetta, troia o allocco, non si possono usare con uguali significati figurati. Prendiamo civetta, molto usato in italiano per indicare la donna che «con vezzi e moine cerca di attirare l'attenzione degli uomini» (così un recente dizionario), che non potrebbe davvero essere tradotto in inglese con owl o in tedesco con Kauz, che restano pur sempre confinati nel reparto zoologico. L'inglese dovrebbe, semmai, dire coquette (o minx oflirt) e il tedesco Kokette, con termini, cioè, di un'altra lingua, il francese, specialista, si direbbe, in molti aspetti del linguaggio amoroso e in questo caso elargitorc di coquette anche allo spagnolo (koqueta). Prendiamo ora il volgarissimo troia, una delle 650 parole della lingua e dei dialetti ita¬ liani per dire «prostituta» raccolte dal tedesco Edgar Radtkc (anche se ce n'è qualcuna in più). Ora, in inglese, il termine sarebbe reso con wliore, in tedesco con Hure (oltre che con Dime), in francese con putain, in spagnolo con pula o ramerà. Nell'ambito zoologico resta l'inglese bitclu che significa propriamente «cagna», termine con cui anche in italiano si designa una donna di non grandi virtù. Passando ad allocco in senso figurato, troviamo l'inglese fool «stolto», il tedesco Tólpel (che, però, si riferisce anche ad un uccello dei Sulidi), il francese sol «sciocco», lo spagnolo estùpido, tutti termini fuori della zoologia. Come si vede, almeno in questo quadro, l'italiano pare la lingua più ricca di paragoni con gli animali. Del resto, per la prostituta, oltre al termine già citato, ci sono designazioni che la rassomigliano alla pantegana (voce veneta che vuol dire «grosso topo di fogna»), alla vacca, alla scrofa, sinonimo di troia. Passando a termini affettuosi, in inglese duck «anatra» significa anche «tesoro, amore, caro» e così il tedesco Spatz «passero»; l'italiano ha passerotto, riferito a bambino, ed anche topino ed altrettanto significa il tedesco Màuschen. Come vezzeggiativo per «giovane donna» o «bambina» si sente talora gattina come Katzchen in te¬ desco e kitten in inglese. Questi termini nella forma positiva (tedesco Katz e inglese cai) non si usano perché non hanno valore affettivo; e direi che, neppure nella nostra lingua, gatto detto di un uomo sia molto lusinghiero. E' certo che l'italiano coi suoi diminutivi e vezzeggiativi sostituisce scialbi aggettivi presenti in altre lingue. Il francese mon petit loup è reso con lupacchiotto mio, mon petit lapin con coniglietto mio; l'inglese my little dove con colombella mia, my little lamb con agnellino mio; ma la trasposizione da un idioma all'altro deve fare i conti con una diversa impostazione delle singole lingue. Quando un inglese dice della moglie my old trout «mia vecchia trota» se non lo fa sorridendo, offende, direi, piuttosto gravemente; ma a nessun italiano verrebbe mai in mente di chiamare né in senso positivo né in senso negativo trota la moglie. Ci sono poi usi particolari di certi termini. Da noi, spregiativamente e volgarmente si può offendere una donnaccia dicendo che è una vacca. In francese vache si applica anche a uomini e se di uno si dice: C'est une belle vache si vuol semplicemente dire che è una carogna (ed anche questo termine si riferisce alle bestie). Qualcosa di simile si può dire di chameau «cammello», riferito a donna, anche se io ricordo che, durante il Fronte popolare a Parigi, chameau era chiamato d".gli avversari politici Leon Blum; tanto è vero che la lingua si incarica di smentire le posizioni linguistiche delle femministe ad oltranza. Il rapporto uomo-animale è un tema di grande interesse linguistico. Già in Omero si trova più cane e «canissimo» riferito ad un uomo sfrontato e il vecchio dissidio donnaserpente risale addirittura al Paradiso terrestre. Ancora oggi serpente e vipera sono offese se dirette ad una persona. Il tedesco ha, per questo rispetto, diversi tèrmini. Se si riferisce a persona maligna, potrà usare Schlange che significa, appunto, «serpente»; ma se si riferisce a persona furba (il serpente del Paradiso terrestre aveva tutte e due queste qualità) dirà Luclis «lince» o Fuchs «volpe». L'inglese ha fax ma nella locuzione sly old fax, che significa «vecchia volpe» e porta perciò in un diverso ambito semantico. Come si vede, considerando questi termini, siamo ben lontani, nonostante certe congruenze, dall'uniformità linguistica. E' quello che insistentemente fanno notare gli esperantisti, così attivi nella, loro propaganda per una lingua artificiale universale, ma queste differenze rendono affascinanti le lingue naturali col loro misto di razionalità e di contraddizioni. Tristano Bolelli

Persone citate: Edgar Radtkc, Fuchs, Heidelberg, Katz, Leon Blum, Spatz, Tristano Bolelli

Luoghi citati: Hure, Parigi