Shevardnadze e Deng suggellano la riconciliazione

Cina e Urss, svolta di pace Shevardnadze e Deng suggellano la riconciliazione Cina e Urss, svolta di pace Gorbaciov a Pechino in maggio, impegno per superare le divergenze ideologiche nel segno delle riforme - Mosca conferma il ritiro di truppe dai confini - Sostanziali progressi sulla Cambogia PECHINO — Fra poco più di tre mesi Gorbaciov verrà a Pech.no per chiudere un trentennale periodo di incomprensioni e dissidi con la Cina e riportare alla completa normalità i rapporti tra i due giganti comunisti. Il vertice sino-sovietico si svolgerà attorno al 15 maggio: lo ha annunciato il ministro degli Esteri sovietico Shevardnadze al termine di una visita ufficiale di tre giorni in Cina, aggiungendo che, già prima dello storico incontro tra il leader cinese Deng e Gorbaciov, i due governi lavoreranno per un allentamento della tensione militare lungo il confine. In un lungo incontro a Shanghai, Shevardnadze e Deng hanno affrontato il complesso dei rapporti sinosovietici, accordandosi sulla necessità di superare le divisioni ideologiche del passato e dì costruire un nuovo rapporto alla luce delle riforme politiche ed economiche in corso nei rispettivi Paesi. Sono stati discussi in dettaglio i negoziati in corso per una soluzione politica della crisi cambogiana, quelli per la delimitazione e l'allentamento della tensione militare lungo il confine sino-sovietico e le prospettive della cooperazione economica bilaterale. Dopo 30 anni di dure polemiche ideologiche, anche il clima dell'incontro tra Shevardnadze e l'anziano leader di Pechino ha fornito la prova della svolta nelle relazioni tra i due colossi del comunismo. Deng, rivolgendosi a un certo punto al viceministro degli Esteri sovietico Rogachev, gli ha detto che si ricordava di averlo incontrato negli Anni Cinquanta, 'quando litigavamo» ha aggiunto con un sorriso. In una conferenza stampa poco prima di lasciare la Cina alla volta del Pakistan, Shevardnadze ha sottolineato che, prima del summit» sarà necessario che i due governi lavorino alacremente per un allentamento della tensione militare lungo il confine. Ha ribadito quanto affermato alla vigilia di Natale alle Nazioni Unite da Gorbaciov, cioè che l'Urss ritirerà unilateralmente entro due anni 200.000 effettivi dal proprio fronte orientale e tre quarti di quelli attualmente di stanza in Mongolia. Anche Deng si è espresso durante l'incontro con 1' ospite sovietico a favore della riduzione della tensione militare lungo il confine, ma ha ricordato a Shevardnadze che questo è uno solo dei cosiddetti «tre ostacoli» che debbono essere rimossi del tutto per una completa normalizzazione dei rapporti. Gli altri due sono, come da lungo tempo ripete Pechino, la presenza sovietica in Afghanistan e quella del Vietnam, stretto alleato dell' Urss, in Cambogia. Sulla questione cambogiana, il vero pomo della discordia tra i due Paesi, sono stati compiuti durante la visita "Sostanziali progressi-. Il viceministro degli Esteri cinese Tian Zengpei ha detto che i due governi sono d'accordo sulla necessità del ritiro delle truppe vietnamite, e su quella di un dialogo e di una riconciliazione tra le quattro fazioni cambogiane. C'è anche concordanza di vedute sulla necessità di congelare le forze militari cambogiane attualmente in campo e di affidare ad un organismo internazionale la supervisione ed il controllo del ritiro vietnamita, del rispetto degli accordi fra le quattro fazioni e delle libere elezioni. Rimangono invece differenze dì opinione, ha detto Tian Zengpei, sull'assetto di un futuro governo quadripartito e sul ruolo che può avere il principe Sihanouk. L'ex monarca cambogiano, che si trova a Pechino e che alloggia nella stessa residenza di Stato dove è stato ospitato Shevardnadze, è stato al centro di un piccolo «giallo» diplomatico. Il ministro degli Esteri sovietico ha detto di non averlo incontrato non avendo ricevuto alcun invito in tal senso. Diversa Invece la versione fornita da Tian Zengpei, secondo il quale la possibilità di un incontro è stata prospettata, ma Shevardnadze avrebbe rifiutato, definendo l'incontro con Sihanouk -prematuro-. (Ansa-Agi-Api