«Siamo scampati aIle raffiche di un'autoblindo»

Ad Asunción il duello dei consuoceri Ad Asunción il duello dei consuoceri «Siamo scampati «Ile raffiche di un'autoblinda» La fuga accaldata del vecchio Stro. ssner che, scacciato da un generale ambizioso, va a raggiungere il suo sodale Pinochet nell'ultimo angolo delle dittature sudamericane pare riacchiappare la patetica conclusione d'un racconto di Garcia Màrquez, tra nuvole di moscerini dell'estate australe c rimpianti senili dei tempi che finiscono. Trentacinque anni di storia e di potere si sono consumati ieri mattina ad Asunción, in un golpe di palazzo fatto di ambiguità più che di certezze, di appetiti insaziabili più che di rispetto dei diritti civili. Ma il pendolo della democrazia che il sociologo argentino Germani aveva teorizzato muoversi secondo flussi decennali sulle vaste latitudini del subcontinente sta per raggiungere l'apice del suo arco di spinta. A Santiago, i due patriarchi riuniti dovranno fare i conti con i fantasmi che da ogni parte dell'America Latina arrivano ormai ad affollare il palazzo della Moneda. Finisce lentamente un'epoca. E Stroessner è quello che più a lungo ne era stato l'interprete ideale, dittatore rieletto per otto mandati che il popolo — dicevano le statistiche accomodate del regime — appoggiava con più del 90 per cento di suffragi. Quando prese il potere, nel '54, il Sud America era ancora il mondo delle repubbliche bananiere e delle trascinanti illusioni populiste da una parte e dall'altra del Rio Grande do Sul; e dittatori da operetta reggevano gruppi di potere legati alla rendita del latifondo e allo sfruttamento nordamericano delle materie prime, secondo una logica di scambio che premiava la fedeltà con la spartizione degli interessi. Nei processi di modernizzazione che comunque, dal Messico all'Argentina, avvitarono le crisi dei sistemi politici tra gli Anni Sessanta e Settanta, il Paraguay di Stroessner aveva però fermato il tempo, immobilizzando il Paese dentro la stretta che il regime teneva saldamente con un uso feroce e mcUscrirninato della forza istituzionale. Lo aiutarono due condizioni: la geografia, e la struttura dell'economia. Chiuso e lontano dai mari, circondato da ogni parte da territori che sempre gli avevano dato guerre e morti, il Paraguay era finito perduto a qualsiasi corrente di cambiamento, affondando nella pigrizia addormentata di un clima umido, torrido, impossibile. I relitti della Germania nazista vi avevano trovato un rifugio ideale, Gelli e Ortolani vi coltivavano le ambizioni e i disegni di potere. La sua storia teocratica gli assegnava poi destini di vitalità ridotta, e i vicini potenti, troppo grossi e troppo potenti, ne prosciugavano le energie residue. Soprattutto il Brasile, che aveva trasformato in un suo protettorato intoccabile larga parte dei traffici che circolavano attraverso le foreste paraguaye. Stroessner governava con Troppi abusi, finora, sui mal un saggio uso dei principi della compartecipazione agli utili: tutto era diviso, spartito, lottizzato tra i generali delle tre armi, e la corruzione diffusa, ufficiale anzi, permetteva che ciascuno gestisse nel modo più acconcio le sue rendite di posizione. La fedeltà premiava lautamente il conformismo, e le poche voci che la repressione aveva salvato all'opposizione finivano per raggiungere nell'esilio la gran maggioranza dei profughi; tanto che metà Paraguay viveva sparso per l'America Latina, aspettando sempre più sconfortata il tempo difficile di un ritomo. I primi segni di cambiamento si erano avvertiti un paio di anni fa, quando la Dottrina statunitense della sicurezza nazionale (all'ombra della quale Stroessner per decermi aveva potuto continuare tranquillo a gestire le sue pratiche di regime) era parsa perdere d'importanza; e per i dittatori retti dal disegno geopolitico dell'anticomunismo erano cominciati i tempi difficili. Cosi, con l'ultimo ambasciatore americano era arrivata anche l'amara novità di una improvvisa cancellazione degli aiuti commerciali statunitensi; e nell'ultima campagna presidenziale che aveva preceduto il voto di un anno fa c'era stata una brusca rottura tra i possibilisti e gli oltranzisti. Non erano solo beghe di Pa lazzo, un mondo cambiava. H fatto è che Stroessner, invecchiando, stava tentando anche di preparare una ati di mente ROMA — L'ambasciatore Sergio Grimaldi e il giornalista Lucio Lami, inviato del "Gìornale Nuovo» ad Asunción, l'hanno scampata bella, salvandosi fortunosamente dalle pallottole dei militari in rivolta contro Stroessner. 'Eravamo in auto, stavo riaccompagnando Lami in albergo, dopo una cena a casa mia, quando ci hanno sparato adddosso da un'autoblinda». La voce dell'ambasciatore, al telefono, arriva lontana ma tranquilla, qualche ora dopo la drammatica sparatoria. «Era prima di mezzanotte, guidavo lungo l'avenida Mariscal Lopez, un violone che porta nel centro della capitale. Davanti alla caserma della guardia presidenziale ho illuminato con i fari due autoblindo, schierate ai lati della strada. Non la bloccavano, mi pareva, e sono passato in mezzo, normalmente. Ma ho avuto subito la sensazione che qualcosa non andasse. Ho fatto inversione di marcia, ho superato le due autoblindo, ma da una delle torrette ci hanno sparato una sventagliata. I vetri sono volati in frantumi, una pioggia di schegge ci ha investiti. Ho accelerato, mi sono allontanato. Io ero indenne, Lami invece perdeva sangue. L'ho portato subito in ospedale, mentre si sentivano altri spari nella notte, in diverse parti della città. Così è cominciato il golpe: — Quali sono le condizioni di Lucio Lami? -E'stato ferito dalle schegge di vetro alla testa, sul viso, addosso. Temevo fosse stato colpito dalle pallottole, ma ci è andata bene. E' stalo tratte- successione dinastica, con il passaggio progressivo dei poteri al figlio più vecchio, Gustavo, tenente colonnello dell'aviazione. Ma questo passaggio di mano avveniva proprio nel periodo di turbamento che Washington stava provocando dentro 1 progetti a venire del regime, e la transizione finiva per rimettere integralmente In gioco la stessa successione. Il generale Andrés Rodriguez ha chiuso la questione, e parla anche di 'progressivo ritorno alla democratizzazione». Sono le frasi tradizionali dei dittatori latinoamericani, non hanno molta importanza Anche perché Rodriguez, che già era uno dei candidati alla successione di Stroessner, suo consuocero e suo compare d'affari, avrebbe tenuto a lungo l'appalto nel contrabbando dell'eroina. Mentre Rodriguez chiudeva i conti dell'ultima dittatura (quella del Cile sta già tirando le cuoia, dall'ottobre scorso), a qualche grado di latitudine più a Nord, a Caracas, un'altra America Latina si riuniva a celebrare un'elezione presidenziale democratica. Le contraddizioni del continente restano, ma le incertezze diffuse — dell'Argentina, del Brasile, dell'Uruguay, del Perù, dello stesso Cile, di questo dubbio Paraguay in festa — non bastano a cambiare il tempo nuovo della democrazia che il pendolo sta portando nel suo movimento verso l'alto. Ora tocca a Bush. Mimmo Candito Nuove rivelazioni sui «vizi» del fut . s... ... ■■>■;< Asunción. Il palazzo -iella compagnia telefonica, nel centro de —Quante sono state le vittime del golpe? 'Naturalmente non si fa un bilancio ufficiale dei morti. A quanto so, di sicuro le vittime sono parecchie decine, forse un centinaio. E fra di loro c'è anche uno straniero, mi dicono un francese». — E adesso qual è la situazione che vede ad Asunción? "Direi sotto controllo, si avvia alla normalità. Oggi è la festa del patrono del Paraguay, perciò le scuole, i negozi, gli uffici e le fabbriche sono nuto in osservazione tutta la notte, ma non è mai stato in pericolo. E a mezzogiorno (le quattro del pomeriggio di ieri, in Italia, ndr) è stato dimesso». — H golpe è stato davvero sanguinoso? "Sì, perché la polizia e la guardia presidenziale di Stroessner si sono battuti accanitamente contro i carri armati e i fucilieri che si sono rivoltati. Si è sparato attorno alle caserme, al palazzo presidenziale. Gli scontri sono stati molto violenti». uro ministro: l'Fbi riapre l'inchiesta lla capitale, gravemente danneggichiusi. Adesso, nelle strade c'è il solito traffico, solo qualche strada è ancora bloccata dai militari in assetto di guerra». — Ma il generale Rodriguez, al quale è riuscito il fattoresorpresa per scalzare Stroessner, come è giudicato dalla gente? *Da quello che vedo, la reazione della popolazione è piuttosto positiva. Alcuni festeggiano anche nelle strade. Tutto l'esercito è ormai schierato dietro Rodriguez. Mentre l'opposizione politica è più Sulla vita del ato dalle cannonate (Tel. Ap) guardinga, prudente. Perché teme che si sia trattalo soltanto di una rivoluzione di palazzo. Niente più di questo». — Nessuno aveva colto segni premonitori di questo colpo di Stato? "A posteriori — risponde al telefono l'ambasciatore Grimaldi — si possono collegare fra di loro pochi indizi che sul momento nessuno aveva valutato. No, la sorpresa c'è stata, Stroessner e come lui tutta la gente non se l'aspettava». p. pat. l'ex portavoce