«La legge non difende il fumatore passivo»
«La legge non difende il fumatore passivo» La Cassazione sull'ambiente in fabbrica «La legge non difende il fumatore passivo» Annullate le sentenze di due pretori favorevoli ai nemici del tabacco ROMA — Il cosiddetto fumatore passivo, che secondo recenti studi correrebbe gli stessi rischi di chi ha il vizio del fumo, non ha dalla sua parte alcuna norma di legge capace di proteggerlo. Esiste un vecchio decreto presiden/aale che risale ai 1956 in materia di igiene degli ambienti di lavoro, ma non può essere invocato da chi, non fumatore, sia costretto a lavorare tra colleghi che non possono fare a meno della sigaretta. E' in sostanza questo ii ragionamento seguito ualla Corte di Cassazione. La Suprema corte ha pertanto annullato le sentenze di due pretori, uno di Santhià, l'altro di Milano, che avevano invece ritenuto che si potesse vietare il fumo nei posti di lavoro. U pretore di Santhià Roberto Tanist. in uria sua sentenza del novem¬ bre 1987. aveva affermato che ii lavoratore danneggiato dal fumo -passivo- poteva rivolgersi al magistrato citando il datore di lavoro che non gli assicurava un ambiente salubre in base all'art. 20 del decreto presidenziale del 19 marzo 1956. Il caso era nato dall'azione di 200 lavoratori di una fabbrica ai quali il datore di lavoro aveva imposto la proibizione di fumare in alcuni reparti già saturi dei fumi derivati dalla produzione, r. pretore di Milano Angelo Culotta, pur affrontando la questione da una prospettiva diametralmente opposta, giunse 5 mesi più tardi alle stesse conclusioni del collega di Santhià. Questa volta era stato un dipendente a citare in giudizio il datore di lavoro perché l'impianto di condizionamento non era suffi¬ ciente ad eliminare il fumo prodotto dai colleghi «inquinatori-. Anche in questo caso il magistrato, condannando il datore di lavoro, fece riferimento all'articolo 20 del decreto presidenziale del *56: in particolare il dottor Culotta ritenne di attagliare la norma relativa agli scarichi industriali al problema delle sigarette. Le interpretazioni dei pretori non hanno ora trovato una convalida da parte della Suprema corte di Cassazione che. come si è detto, non ha individuato nel vecchio decreto alcun appiglio che possa consentire la protezione del fumatore passivo. Secondo i supremi giudici quella normativa riguarda esclusivamente la difesa dei lavoratori dagli inquinamenti derivanti dalla produzione industriale. (Ansa)
Persone citate: Angelo Culotta, Culotta, Santhià Roberto
Luoghi citati: Cassazione, Milano, Roma, Santhià
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