Pechino-Parigi, il mito rivive di Enrico Singer

Pechino-Parigi, il mito rivive Dopo 82 anni si ripete, con la stessa auto, il raid del principe Borghese Pechino-Parigi, il mito rivive DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — E' stata la prima, grande avventura in automobile. Anche la più famosa. Quasi una leggenda: 16 mila chilometri, da Pechino a Parigi, percorsi in due mesi a bordo di un'Itala tra il giugno e l'agosto del 1907. Un raid che, a 82 anni di distanza, fa ancora impallidire le varie Parigi-Dakar di cui, in fondo, è una specie di bisnonno. Più che una corsa, una sfida contro la polvere del deserto e il freddo della steppa, gli imprevisti tecnici, la fatica. "La metà del mondo vista dall'automobile-, come scrisse il giornalista Luigi Barzini che partecipò a quell'impresa in un posto di fortuna ricavato tra i due enormi serbatoi da 300 litri di benzina della macchina pilotata dal principe Scipione Borghese e dal meccanico Ettore Guizzardi. Una sfida che, adesso, sta per ripetersi. Con la stessa Itala — presa in prestito dal care un'impresa-. Nessuna competizione, insomma. L7tala, che partirà il 16 marzo da Pechino e che è attesa a Parigi attorno al 20 giugno, non sarà opposta, come nel 1907, alle tre De Dion-Bouton — che arrivarano al traguardo con venti giorni di ritardo — né all'olandese Spyker e al triciclo a motore Contai che furono costretti al ritiro. Avrà anche tutta l'assistenza necessaria. Sarà accompagnata da un manipolo di 27 persone (compresa un'equipe della televisione) a bordo di una piccola carovana di camion e auto «4x4». Questo, forse, toglierà una parte di rischio all'avventura, ma è l'inevitabile concessione alla tecnologia. Nel 1907, quando una delle ruote in legno dell7/ala si spaccò, fu un contadino russo a ricostruirla lavorando d'ascia. Ormai ci sarà una buona scorta di pezzi di ricambio. E ci sarà anche un Museo dell'automobile di Torino e restaurata pezzo per pezzo — e su un percorso Pechino-Parigi ancora più massacrante. Questa volta i chilometri saranno 22 mila: dalla Cina in Pakistan, Iran e Turchia per raggiungere poi l'Urss e l'Europa. Un itinerario diverso che è stato scelto perché la nuova avventura sia il più possibile vicina a quella di allora: passare oggi per le strade della Mongolia o della Russia asiatica percorse nel 1907 significherebbe infilare VItala tra colonne di camion lungo rettilinei asfaltati. Soltanto il passo di Khunjerab a quota 4800 metri tra Cina e Pakistan, o i 2500 chilometri sull'altopiano dell'Iran potranno riproporre l'emozione e le difficoltà della gara originale. Anche se gli organizzatori del raid versione 1989 — la Fiat e la Rai — hanno voluto precisare ieri a Parigi che -l'obiettivo non è ripetere una corsa, ma rievo¬ automezzo delle Poste collegato via satellite con l'Italia per inviare informazioni e immagini del raid che saranno trasmesse ogni settimana dalla Rai. I problemi più grossi sono stati quelli organizzativi. Ottantadue anni fa bastò un invito del giornale parigino Le Matin e tanto entusiasmo. Questa volta è stato necessario un delicato lavoro diplomatico per superare le difficoltà politiche che avevano già impedito, nel 1954 e nell'83, la realizzazione del progetto. Poi ci sono state le difficoltà tecniche. Il restauro dell'/tato ha richiesto due anni di lavoro: sono stati prodotti di nuovo pneumatici e candele usciti di serie dal 1910 e due delle ruote in legno sono state ricostruite da una fabbrica specializzata in sulky, i carrozzini per le corse al trotto. Ma adesso tutto è pronto per la Pechino-Parigi bis. Enrico Singer

Persone citate: De Dion-bouton, Ettore Guizzardi, Luigi Barzini, Scipione Borghese