Vice di Cory da Marcos (grave)
Vice di Cory da Marcos (grave) Vice di Cory da Marcos (grave) «Sono qui unicamente per motivi umanitari» - Imelda telefona a Manila la sua richiesta dall'ospedale delle Hawaii, poi sviene mentre portano il marito in rianimazione - Il leader filippino non sembra disposto a far tornare in patria il morente, a meno che la coppia restituisca i capitali sottratti WASHINGTON — Sono sensibilmente peggiorate le condizioni di salute dell'ex presidente delle Filippine Ferdinand Marcos, esule nelle Hawaii e ormai tenuto in vita grazie a un respiratore automatico. Il settantunenne ex dittatore si trova nel reparto di terapia intensiva, controllato a vista 24 ore su 24. Per l'applicazione del respiratore automatico è stato necessario praticare la tracheotomia: i medici hanno detto di avere preso la decisione in seguito alla formazione di un edema polmonare. L'intervento ha avuto un carattere di emergenza, ha detto la capo infer¬ miera, Cindy Miller. Marcos si trova in ospedale dal 15 gennaio scorso, quando venne ricoverato con una diagnosi di polmonite e asma. La moglie Imelda, 59 anni, è svenuta mentre accompagnava il marito in sala di rianimazione. Cadendo ha battuto la testa ed è stato necessario ricoverarla. Pochi minuti rrima aveva chiamato per telefono il vicepresidente filippino Salvador Laurei, chiedendogli di recarsi con urgenza nelle Hawaii perché Marcos intendeva trasmettere al governo Aquino un messaggio importante. Laurei ha già lasciato Manila, dopo aver informato Cory Aquino del viaggio alle Hawaii. -Data l'impossibilità di Marcos di mettersi in comunicazione diretta con la signora Aquino, mi ha chiesto di aiutarlo a parlare al popolo — ha detto —: Marcos non può nuocere più a nessuno. Vado da lui per molivi umanitari, per accontentare un uomo morente e sua moglie-. La Aquino, riferisce un portavoce ufficiale, «non ha dato alcuna istruzione a Laurei- e ritiene che si rechi alle Hawaii come capo dell'opposizione, non come vicepresidente. Prima di questa evoluzione, erano corse voci a Manila e Honolulu che indi¬ cavano Laurei e l'industriale Enrique Zobel impegnati alla ricerca di un compromesso per il rientro di Marcos nelle Filippine e una possibile pacificazione nazionale. Cory ha sempre respinto la richiesta di Marcos di 'poter tornare e morire in patria-. L'ostacolo maggiore è l'accusa, che gli viene rivolta dal governo filippino, di avere sottratto alle casse e al Tesoro dello Stato 10 miliardi di dollari, oltre dodicimila miliardi di lire. L'ex dittatore inizialmente pensava di riuscire a tornare in patria sull'onda di un golpe, ma tutti i putsch filo-mar cosiani sono miseramente abortiti. Cosi la coppia ha sollecitato un provvedimento umanitario, che le consentisse di tornare a Manila anche in cambio della promessa di non fare più politica. Cory Aquino, tuttavia, ha sempre subordinato la fine dell'esilio alla restituzione del maltolto, e i Marcos hanno sempre negato d'essersi appropriati di pubblico denaro, un'impasse da cui sembrava difficile uscire. Quando poi anche la magistratura Usa ha incriminato l'ex dittatore per investimenti e transazioni illecite, Manila si è ancora più irrigidita, interrompendo di fatto le trattative. (Ansa-Ap-Agi)
Persone citate: Aquino, Cindy Miller, Cory Aquino, Enrique Zobel, Ferdinand Marcos
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