Ribbentrop e Molotov si giocarono la Lituania

Ribbentrop e Molotov si giocarono la Lituania I RETROSCENA CHE PORTARONO IL PAESE ALL'URSS E IL SUO PORTO LIBERO AI TEDESCHI Ribbentrop e Molotov si giocarono la Lituania Il cinque gennaio di cinquant'anni fa, il ministro di Lituania a Roma Cameckis, si recò a Palazzo Chigi, per comunicare che il suo governo, «desideroso di spingere fino all'estremo limite compatibile con la sua sovranità' le concessioni ai tedeschi, aveva revocato lo stato d'assedio a Memel, soppresso la polizia politica, esteso l'uso del tedesco negli atti ufficiali, nominato come Governatore di Memel un oriundo del territorio. «Su questa strada, si legge nell'appunto redatto da Raimondo Giustignani, il governo Lituano intende continuare, ma da parte tedesca si rifugge dal dare indicazioni precise su quelli che sono i desideri concreti della Germania per una soddisfacente soluzione del problema'. Forse il diplomatico lituano faceva lo gnorri pour cause. Si sapeva benissimo qual era il problema e che cosa volessero i tedeschi, cioè Hitler. Memel costituisce certo un episodio minore, ma tutt'altro che marginale, indicativo semmai della politica hitleriana, anche se l'Europa, distratta da più gravi minacce, preferì non accorgersene. Memel (in lituano Klaipeda) era allora un Territorio autonomo di poco più di 150.000 abitanti, lituani cattolici con una forte minoranza di origine tedesca. Infatti nel 1250 circa i Cavalieri dell'Ordine teutonico s'impadronirono di questo importante porto sul Baltico, lo fortificarono e ne fecero un avamposto del germanesimo in territorio slavo: che, dopo varie vicende, fu incorporato dalla Prussia. Alla fine della prima guerra mondiale fu staccato dalla Germania con il trattato di Versailles, venne occupato militarmente e poi annesso dalla neo-indipendente Lituania, costretta a rinunciare alla storica città di Vilno in favore della Polonia. Gli Alleati riconobbero l'annessione nel 1923, ma imposero uno statuto autonomo per la città ed il territorio circostante. Quando Hitler iniziò la sua politica revanscista, era naturale che anche Memel finisse nell'occhio del ciclone. Si servi ovviamente della popolazione di origine tedesca, che venne organizzata politicamente e militarmente. Questa ottenne del resto una notevole affermazione nelle elezioni del dicembre 1938, anche sull'onda dell'annessione dei Sudeti da parte della Germania. Allarmato il premier inglese Neville Chamberlain, dichiarò ai Comuni che -l'incaricato d'affari britannico a Berlino ha ricevuto istruzioni di esprimere, unitamente all'ambasciatore francese, la speranza che il governo del Reich vorrà far uso della sua influenza per assicurare il rispetto della Statuto in parola*. Era un avvertimento, e un avvertimento serio, anche perché la situazione del Baltico era di vitale interesse per la sicurezza inglese. Ma fu anche un avvertimento inutile. Infatti, come si apprende da un lucido rapporto del nostro ministro a Kaunas, Giovanni di Giura, il nuovo Direttorio del Territorio autonomo di Memel, entrato in carica il 23 gennaio, lasciava ben poco da sperare. Se il governatore Gailus, nel suo discorso d'insediamento, dopo aver promesso un'applicazione più liberale dello statuto, aveva espresso -la convinzione che il Territorio di Memel è, economicamente, del tutto legato alla Lituania e che l'uno non può sussistere sema l'altro-, ben diverso fu il tenore del discorso del neo-eletto presidente del Direttorio, Bertuleit. Questi dichiarò esplicitamente: «Il nuovo Direttorio manterrà una linea nazional-socialista: ognuno sarà libero di essere nazionalsocialista o meno, ma il Direttorio non permetterà una propaganda contraria e saranno trovati mezzi appropriati per controbatterla-. Più chiari di così! La lituania aveva trovato il suo «Quesling». Il giorno dopo, 2500 persone s'iscrissero a Memel nelle squadre d'assalto naziste, le SA. Cinquanta di esse vennero inviate in Germania, a seguire speciali corsi di addestramento. Fu introdotta la parità nell'uso della lingua tedesca e Lituana, ed i deputati di Memel vennero esonerati dal prestare giuramento di fedeltà allo Stato lituano. Erano altrettante violazioni dello Statuto autonomo di Memel di cui Londra era uno dei firmatari e garanti. Rispondendo a un'interrogazione alla Camera dei Comuni, il sottosegretario agli Esteri, Butler, confermò che a Memel erano state adottate misure nazionalsocialistiche ed aggiunse: «Ma il governo Lituano non si è finora opposto ad esse-. Come dire: se non si oppone lui perché dobbiamo opporci noi? E cosi il Territorio autonomo di Meme! scivolò nelle braccia di Hitler. Il ministro Di Giura telegrafò a metà marzo ch'era imminente l'ingresso a Memel di truppe tedesche, in concomitanza con le prime notizie che la Germania aveva iniziato l'occupazione della Boemia, in violazione dell'accordo di Monaco. Il 21 marzo il nostro incaricato d'Affari a Berlino. Massimo Magistrati, telegrafò che quel rappresentante di Lituania lo aveva informato che la Germania aveva chiesto la immediata restituzione di Memel, e che il suo governo «sarebbe vivamente grato al governo di Roma, se esso potesse, in via amichevole, intervenire presso il governo di Berlino perché tutte le numerose questioni legate con la retrocessione, venissero risolte in spirito di amicizia..-. Non esiste traccia di un intervento di Ciano. Eppure il ministro degli Esteri lituano, Urbsys, si trovava in visita a Roma, quando Ribbentrop 10 mandò a prendere con un aereo privato il 21 marzo. Secondo quanto l'incaricato d'affari lituano comunicò al governo italiano, Ribbentrop disse a Urbsys che «il territorio di Memel doveva essere restituito al Reich in breve tempo. Per far ciò vi erano due alternative, o una cessione amichevole, in seguito alla quale 11 Reich avrebbe preso in considerazione certi interessi lituani sul porto di Memel izona francai, ovvero, dovendosi prevedere dei torbidi... l'esercito tedesco passando la frontiera non avrebbe potuto prevedere dove si sarebbe fermato-. Chiaro? Al governo di Kaunas non rimase che capitolare, e la sera del 22 marzo fu firmato a Berlino l'accordo sulla «restituzione» di Memel. Il giorno dopo Hitler in persona entrò nella città e vi pronunciò un infiammato discorso. La dolorosa storia non finisce li. La convenzione sulla retrocessione di Memel comprendeva un articolo, il quarto, in cui «ambedue i Paesi s'impegnano a non usare alcuna forza l'un contro l'altro e di non appoggiare in alcun modo l'impiego di forze di un terzo Stato contro uno dei contraenti-. Ed invece un protocollo segreto firmato il 28 settembre successivo da Ribbentrop e da Molotov, trasferi la Lituania dalla sfera d'influenza tedesca a quella dell'Urss. la quale dopo avervi stabilito delle basi militari, fini con l'annetterla nell'estate del 1940, insieme con le altre repubbliche baltiche. Meno di un anno dopo, nel giugno del 1941, la Lituania, poco prima che le truppe tedesche entrassero nel Paese, insorse e proclamò la sua indipendenza, che fu poi soppressa da Hitler. Quando le operazioni belliche riportarono le truppe sovietiche in Lituania, questa ritornò ad essere una repubblica socialista dell'Urss. Le vicende della Lituania sono emblematiche della tormentata storia europea. E' certo significativo che dopo tante prove dolorose quella fiera popolazione sia ancora percorsa da fremiti indipender.tistici. Enrico Serra