Il prete polacco non è stato ucciso

Il prete polacco non è stato ucciso La curia di Bialystok condivide le conclusioni dell'inchiesta Il prete polacco non è stato ucciso VARSAVIA — Padre Stanislaw Suchowolec, il sacerdote trentunenne vicino a Solidarnosc, trovato morto lunedì mattina nella canonica della chiesa del «Cuore Immacolato» di Bialystok (Polonia Nordorientale), è deceduto per un incidente. E' quanto indica un comunicato della procura di Bialystok secondo cui le indagini e l'autopsia indicano che il viceparroco, amico di padre Popieluszko, è morto per asfissia in seguito a inalazione di ossido di carbonio prodotto dall'incendio provocato da una stufa elettrica. Si esclude cioè l'ipotesi di un omicìdio. La versione ufficiale è stata confermata «in Ztnea di massima» dalla curia di Bialystok. (Ansa-Agi) ■ Usa, controlli su 700 Boeing WASHINGTON — L'ente federale americano per l'aviazione (Faa) ha ordinato una serie di controlli su più di 700 aerei della Boeing perché sono state riscontrate anomalie nei sistemi di allarme antincendio. Le ispezioni riguarderanno tutti i Boeing 737, 747, -757 e 767 costruiti dopo il 1980, su alcuni dei quali sono stati trovati invertiti i sistemi che collegano le spie antincendio ai sistemi di spegnimento. La Faa cita il caso di un 757, dove il sistema automatico segnalava l'incendio in un motore e attivava l'Impianto di spegnimento nell'altro. (Ansa) ■ Rabta: «Italiani coinvolti» BONN — Anche due imprese italiane, secondo il settimanale tedesco Stern, hanno contribuito alla realizzazione dell'impianto chimico di Rabta, in Libia: destinato secondo molte indicazioni a produrre armi chimiche. Le imprese citate da Stern sono la Olsa e la Italo Wanso: avrebbero fornito caldaie e gruppi elettrogeni. La 7/a/o Wanso però non esiste negli annuari delle società italiane, è invece segnalata la Italwanson con stabilimento e direzione a Cavenago Brianza, che opera nel settore delle caldaie, condizionatori e trattamento delle acque. Ma la Italwanson sostiene di non poter esportare i propri prodotti all'estero, producendo e commercializzando esclusivamente in Italia su licenza della belga Wanson. Il settimanale coinvolge anche una società francese, la De Dietrich, che avrebbe fornito cisterne e reattori a pressione. Stern precisa che queste partecipazioni potrebbero essere state inconsapevo¬ li della reale destinazione degli impianti, il coinvolgimento delle tre imprese sarebbe infatti avvenuto attraverso la compagnia chimica tedesca Imhausen, coordinatrice dell'operazione. Soltanto per i dirìgenti della Imhausen, dunque, si può parlare dì partecipazione consapevole alla controversa operazione Rabta. ■ Izvestia criticano Sacharov MOSCA — Il quotidiano del governo, le Izvestia, hanno duramente criticato ieri sera l'intervista concessa da Andrei Sacharov a un pubblicista francese e pubblicata, in Italia, da La Stampa. Nell'intervista, successivamente smentita dalla moglie di Sacharov, Elena Bonner, al Premio Nobel per la pace erano attribuite affermazioni assai pessimistiche sulla sorte di Gorbaciov che, secondo il testo, potrebbe essere rovesciato con la forza. Le Izvestia ribattono che si tratta di fantasie polìtiche, e commentano: 'Tutto questo non aiuta certo la perestroika e le forze del rinnovamento». Il giornale aggiunge che criticare quanto avviene nel Paese è «assolutamente normale», ma che 'nell'intervista ci sono affermazioni alle quali difficilmente si può passar sopra». ■ Antartico: Sos ecologico BUENOS AIRES — Si fanno sempre più fondati i timori che al largo della costa antartica si stia consumando un disastro ecologico di grandi proporzioni. La nave argentina Bahia Paraiso, arenatasi sabato scorso, è affondata disperdendo in mare un grosso quantitativo di nafta che sta già uccidendo un crostaceo dì fondamentale importanza nel ciclo vitale della zona. La chiazza è ampia 16 chilometri, mentre non si hanno informazioni sulla quantità di nafta dispersa In mare. Peter Wilkniss, direttore del programma antartico della National Science Foundation statunitense, ha dichiarato alla Abc che se tutti i 950 mila litri di combustibile imbarcati finissero in acqua si tratterebbe dì una vera e propria calamità. Il gruppo ecologista Greenpeace ha confermato che si stanno già verificando morie di crostacei. 'Stanno morendo, stanno venendo fuori dall'acqua. I gabbiani sono attratti dal krill che galleggia sulla nafta. E'un disastro», ha detto Peter Bogart, portavoce di Greenpeace. (Agi)