Shamir offre un mini-ritiro

Shamir offre un mini-ritiro I soldati israeliani lascerebbero le maggiori città dei territori occupati Shamir offre un mini-ritiro In cambio i palestinesi dovrebbero accettare un regime di autogoverno come fase intermedia a una soluzione del conflitto - Ma l'Olp risponde: è solo una mossa dilatoria GERUSALEMME — Shamir, il primo ministro conservatore che si è sempre caratterizzato per la sua posizione intransigente sulla questione palestinese, ha offerto il ritiro delle truppe Israeliane da alcune città dei territori occupati se i palestinesi accettano un regime di autogoverno come fase intermedia verso una soluzione definitiva del conflitto arabo-israeliaro. Mai prima di ieri un capo del governo israeliano aveva fatto una proposta così esplicita. Ma due consiglieri di Arafat hanno già definito una semplice tattica dilatoria l'offerta di Shamir: «E' solo una mossa per ottenere la cessazione della rivolta nei territori occupati-. -In una certa fase, quando c'è l'autonomia, l'esercito lascerà diversi centri urbani e si concentrerà in altre zone»; Shamir lo ha detto ad un gruppo di rabbini americani in visita in Israele. Shamir ha parlato anche di «una certa concentrazione delle nostre truppe in località speciali, con esclusione dei grandi centri abitati». Si tratta di una misura che rientra nei piano tracciato dagli accordi di Camp David che nel 1978 spianarono la strada alla conclusione della pace tra Israele ed Egitto. In passato Shamir aveva avversato gli accordi di Camp David, ma ora si appella ad essi anche per rifiutare di trattare con l'Olp. Camp David prevede elezioni nei territori occupati per dar loro un governo in regime di autonomia amministrativa ed esprimere degli esponenti che possano rappresentare la popolazione palestinese in trattative di pace che dovrebbero coinvolgere anche Egitto e Giordania. Shamir ha ripetuto tuttavia di non avere nessuna intenzione di trattare con l'Olp, che qualifica sempre come terrorista. In un'intervista rilasciata a Le Monde, d'altronde, aveva dichiarato che i palestinesi possono migliorare la loro «situazione politica» se accettano di trattare con Israele lasciando fuori l'Olp, ed aveva aggiunto: "Ma se vogliono uno stato palestinese subito, non lo otterranno né con le trattative né con la forza». E' perlomeno insolito che il leader dei conservatori israeliani parli di uno Stato palestinese senza escluderlo in via assoluta, ma solo come obiettivo immediato. D'altronde, in passato, come aveva ribadito nel corso della campagna per le elezioni del novembre scorso, Shamir aveva assicurato che Israele non avrebbe mal rinunciato alla Cisgiordanla e alla striscia di Gaza, considerandoli parte del territorio che la Bibbia assegna al popolo eletto. n premier ha promesso di presentare un piano di pace israeliano e gli è stato chiesto se la sua offerta di parziale ritiro delle truppe rientrava in questo piano. Si è limitato a rispondere: -Questi principi sono parte del programma di governo», aggiungendo che il punto più critico nel processo di pace è di arrivare a dare il via alle trattative. « Una volta che si arriva a questo punto, verranno i risultati positivi». Dopo il discorso al rabbini, Shamir, parlando con i giornalisti, ha ribadito la sua opposizione alla creazione di uno Stato palestinese. (Agi-Ap-Ansa)

Persone citate: Arafat, Shamir

Luoghi citati: Egitto, Gaza, Giordania, Israele