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Indiscreti in confessionale E' ritornata la scomunica La Chiesa contro chi registra e divulga i «segreti» Indiscreti in confessionale E' ritornata la scomunica CITTA' DEL VATICANO — Toma, dopo un «buco» di cinque anni, la scomunica per «Il sesso in confessionale», vale a dire per chiunque registri e/o divulghi una confessione. L'ex Sant'Uffizio — oggi Congregazione per la Dottrina della Fede — si è accorta che il nuovo Codice di diritto canonico, entrato in vigore nel 1983, aveva una lacuna, e ha dovuto provvedere, nel settembre scorso, a turare la falla giuridica con un «decreto», pubblicato sugli «Acta Apostolicae Sedìs» (la -Gazzetta ufficiale» vaticana), ma passato inosservato. Nel 1973 Norberto Valentini e Clara Di Meglio avevano registrato su nastro oltre 600 confessioni riguardanti i rapporti prematrimoniali ed extraconiugali, i «giochi d'amore» fra coniugi, l'autoeccitazione, il controllo delle nascite. Ne erano scaturiti un «best seller», e un provvedimento di scomunica. Il Vaticano aveva stabilito che chiunque si comportasse come i due giornalisti sarebbe stato colpito immediatamente da una «scomunica latae sententiae»; una pena che cade sul responsabile nel momento stesso in cui compie l'azione. Ma il Codice dell'83 si era «dimenticato» di recepire questa pena canonica, che quindi era decaduta, in base alla norma che vuole abrogate le leggi penali non comprese nel nuovo testo. Quindi per cinque anni — dall'83 all'88 — sarebbe stato possibile ripetere l'exploit de «Il sesso in confessionale» senza essere puniti, se non con un procedimento canonico specifico. Adesso invece «chiunque registra per mezzo di strumenti tecnici, oppure divulga per mezzo di strumenti dì comunicazione sociale ciò che viene detto dal confessore e dal penitente» si trova automaticamente escluso dalla Chiesa, non può avvicinarsi ai sacramenti e se muore va sepolto in terra sconsacrata, m. tos.