Vendeva gas mortale all'Iran l'olandese arrestate a Milano di Susanna Marzolla

Vendeva gas mortale all'Iran l'olandese arrestate a Milano E' considerato la mente di un'organizzazione internazionale Vendeva gas mortale all'Iran l'olandese arrestate a Milano I giudici: «Lo abbiamo catturato su richiesta dei colleghi americani» • «Presto l'estradizione» MILANO — Cinque giorni di pedinamenti e appostamenti: alla fine gli agenti della Digos sono entrati nella stanza 404 del residence Piave, a Milano, e hanno arrestato Franz Nicolas van Anraat, 47 anni. Cittadino olandese, viveva in quel residence da un anno assieme alla moglie polacca e al figlio. Persona apparentemente irreprensibile, per la legge italiana, negli Stati Uniti è invece accusato di associazione per delinquere e «riesportazione illegale di prodotto controllato». Il prodotto in questione è il tiodiglicole, una sostanza chimica necessaria per fabbricare l'iprite, gas micidiale, sperimentato nella prima guerra mondiale, che brucia la pelle, paralizza il respiro ed è mortale nel novanta per cento dei casi. Il mandato di cattura contro van Anraat è stato emesso dal giudice Caterina Blake. della corte distrettuale del Maryland. In questo Stato, a Baltimora, ha sede infatti la «Alcolac International» che produce il tiodiglicole. La sostanza usciva legalmente dagli Usa, destinata ufficialmente al Belgio o alla Svizzera, ma poi tornava indietro e prendeva vie diverse: la Giordania (e probabilmente l'Iraq) e l'Iran. La commercializzazione del prodotto era affidata alla «Nu Kraft mercantile corporation», con sede a New York. L'agente generale per gli Stati Uniti di questa azienda — nonché titolare di una ditta svizzera di import-export, la «FCA Contractor», con sede a Bissone, nel Canton Ticino (capitale sociale 50 mila franchi, 43 milioni di lire), che ha cessato l'attività nell'86 — è proprio l'olandese van Anraat, che appare quindi al centro di questo commercio illegale. Assieme a lui agiva Nicolas Defino, cinquant'anni, cittadino statunitense, che si è costituito in questi giorni al giudice di Baltimora. Le indagini sono state avviate dagli agenti della dogana americana che si sono insospettiti per l'insolita quantità di tiodiglicole che lasciava il Paese. A partire dal 1987 ci sono state infatti quattro spedizioni della sostanza chimica per un totale di 1935 barili (e ogni barile contiene circa 240 litri): un carico, ufficialmente, era diretto in Svizzera, gli altri tre in Belgio. Ma gli agenti della dogana hanno scoperto che la destinazione finale era la Giordania e da qui, con tutta probabilità, uno dei Paesi impegnati nella guerra del Golfo. I sospetti sul traffico sono diventati certezza nell'estate dell'anno scorso. Prima, in luglio, è stato arrestato il cittadino tedesco Peter Valasec, poi, in settembre, è stata seguita passo passo la quinta spedizione, ufficialmente destinata a Singapore. Invece i barili (il tiodiglicole per evitare inconvenienti era stato sostituito con acqua), arrivati a Karachi, sono stati deviati a Bandar Abbas, in Iran. •Ma questa potrebbe essere soltanto la punta dell'iceberg», ha dichiarato il procuratore del Maryland, Willcox. ri magistrato americano ha rifiutato di dire se le forniture all'Iraq siano passate per il Mediterraneo e quindi per il nostro Paese, o se ditte italiane figurino tra le possibili altre fornitrici di armi chimiche al Medio Oriente. Ha invece precisato che Bonn sta aiutando Washington nell'inchiesta sulla pista tedesca, la più importante di tutte: la Germania è infatti la principale fonte di approwigionament j di gas tossici per il Terzo Mondo. Gli Stati Uniti hanno aumentato gli sforzi contro la proliferazione delle armi chimiche dopo che Gheddafi, secondo la denuncia americana, ne ha incominciato la produzione sperimentale a Rabta in Libia. In base alla legge statunitense, i trafficanti rischiano dieci anni di carcere e 250 mila dollari di multa, circa 325 milioni di lire. L'Italia che ruolo può avere in questa vicenda? Alla Digos hanno detto che l'arresto di van Anraat è avvenuto "a fini estradizionali»: cioè solamente per aderire alla richiesta del giudice americano. Dopo l'interrogatorio d'ufficio da parte del magistrato, sarà avviata la pratica in vista dell'estradizione negli Stati Uniti. Fin qui le dichiarazioni ufficiali. Si è scoperto però che van Anraat aveva già vissuto due anni (dall'84 all'86) a Milano e ci si chiede quale sia stata la sua attività in quel periodo. Inoltre nella sua stanza sono state sequestrate un centinaio tra bolle e fatture sospette. Susanna Marzolla

Persone citate: Anraat, Bandar Abbas, Bissone, Caterina Blake, Franz Nicolas, Gheddafi, Kraft, Nicolas Defino, Peter Valasec, Willcox