Il «Pechiney» in mano alla magistratura di Enrico Singer

Il «Pechiney» in mano alla magistratura La Cob non fa nomi ma i finanzieri sospetti diventano potenziali imputati Il «Pechiney» in mano alla magistratura DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — Sullo scandalo Pechiney, ormai, è aperta un'inchiesta giudiziaria. Quella tecnica, condotta per tutto il mese di gennaio dalla Cob, il «gendarme» della Borsa di Parigi, è approdata a una sola convinzione: -Forti indizi autorizzano a parlare di un reato di insider trading». Ci sono quindi dei colpevoli che la magistratura dovrà individuare. Ci sono talpe che hanno «soffiato» le informazioni segrete sull'acquisto del gigante americano dell'imballaggio Triangle da parte dell'industria chimica di Stato francese. E ci sono finanzieri, grandi e piccoli, che hanno sfruttato queste informazioni per realizzare in pochi giorni, in Francia, Svizzera e Usa, una speculazione da 15 miliardi di lire. Nel rapporto della Cob, reso pubblico ieri dal ministero delle Finanze, non ci sono nomi nuovi né rivelazioni clamorose. Ma tutti quelli che finora erano personaggi «sospetti» sono diventati adesso dei potenziali imputati. Compresi Roger-Patrice Pelat — ex compagno d'armi e grande amico di Mitterrand — e Max Théret, uomo d'affari legato al ps. Certo, i «gendarmi» della Borsa si guardano bene dal pronunciare sentenze: si limitano a ricostruire l'intreccio dell'operazione e a definire il ruolo giocato dai protagonisti. Sull'intreccio, la Cob dice di non avere più dubbi. La speculazione è avvenuta in due fasi: una cominciata già nell'estate '88, quando Pechiney e Triangle avviarono le trattative, l'altra precipitata con acquisti frenetici di titoli tra il 14 e il 18 novembre scorso. In questa seconda fase sono state scambiate 228.770 azioni: più di centomila per ordine di agenti di cambio americani, circa 60 mila per ordine di società svizzere e 56.350 per conto di personaggi francesi. La Cob ne elenca la lista completa: Max Théret (attraverso la sua Compagnie parisienne de placements) ha acquistato 32.300 azioni, Roger-Patrice Pelat 10 mila (anche a nome della moglie e del figlio), tre agenti di cambio hanno acquistato in totale 13.400 titoli e Isabelle Pierco, un'amica di Pelat, ne ha acquistate altre 650. Sul meccanismo della speculazione, i risultati della Cob sono più deludenti. Soprattutto, non c'è nessuna traccia concreta delle talpe che hanno «consigliato» gli acquisti dei finanzieri. O almeno, -nessun indizio decisivo per arrivare alla loro identificazione». Su questo capitolo, l'inchiesta tecnica si limita a ripetere : nomi dei tre principali sospetti: il capo di gabinetto del ministero dell'Economia, Alain Boublil (che si è dimesso dieci giorni fa), il mediatore libanese Samir Traboulsi (che ha trattato l'affare per conto della Triangle) e un alto funzionario della Pechiney. Sono limiti che dividono già i commenti dei politici. Ma, per la prima volta, sono le reazioni positive a prevalere. Anche se quelle dei socialisti e dei neogoldsti sembrano ispirate da considerazioni opposte. Per il partito di Mitterrand, l'inchiesta giudiziaria è un modo per dimostrare che non ci sono coperture, per fugare i sospetti. Per quello di Chirac, la speranza è che -dai sospetti la giustizia arrivi a individuare le responsabilità». Enrico Singer

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