«Padre Stanislaw era perseguitato» Il governo: non c'è prova di delitto

«Padre Stanislaw era perseguitato» Il governo: non c'è prova di delitto Urban risponde a Solidarnosc: «Nessun complotto contro i preti> «Padre Stanislaw era perseguitato» Il governo: non c'è prova di delitto L'autopsia: è deceduto per asfissia da monossido di carbonio - Sgomento a Bialystok VARSAVIA — Padre Stanislaw Suchowolec, il vice-parroco della chiesa del «Cuore immacolato» di Bialystok, vicino a Solidarnosc e già amico di Jerzy Popieluszko, trovato morto lunedì mattina nella canonica, era oggetto di persecuzioni da parte di sconosciuti fin dal 1985, secondo quanto si apprende da fonti autorevoli dell'opposizione. Il portavoce del governo polacco, Jerzy Urban, ha però affermato che non vi sono elementi, al momento attuale, per ritenere che sia nel caso di Suchowolec sia in quello di padre Stefan Niedzielak, il sacerdote settantaquattrenne rinvenuto morto la notte fra il 20 e il 21 gennaio a Varsavia in circostanze oscure, si tratti di un delitto e ancor meno di una "provocazione- politica. • Non vi è alcuna ragione di ritenere che ci sia qualcuno che vada in giro per la Polonia a seminare la morte fra i preti — ha detto Urban nel corso di una conferenza stampa — o che dista un complotto contro di essi». Secondo Zbignitw Romaszewskl, della commissione per la legalità di Solidarnosc, in più occasioni, a partire dal 1985, Suchowolec era stato oggetto di atti ostili da parte di sconosciuti. La prima volta era stato aggredito davanti al presbiterio della chiesa mentre più volte gli erano stati svitati i bulloni delle ruote dell'automobile allo scopo evidente di causargli un incidente stradale. In una occasione, quando era in vacanza, l'auto era stata presa in prestito da un suo amico. Durante la marcia le ruote si erano staccate provocando un incidente dal quale l'uomo alla guida era uscito con una frattura della colonna vertebrale. Nell'agosto 1988 sconosciuti gli avevano lanciato sassi infrangendo il parabrezza della vettura e il sacerdote ha rischiato di scontrarsi con un autocarro che proveniva dalla direzione opposta. Due giorni dopo la casa dei suoi genitori a Bialystok prendeva fuoco e padre Suchowolec ritenne che si fosse trattato di incendio doloso. Dopo questi incidenti, gli abitanti della cittadina avevano firmato una petizione per chiedere alle autorità di intervenire, ma venne loro risposto che la denuncia doveva esser fatta dallo stesso sacerdote. Secondo Urban, in base alle prime risultanze dell'inchiesta, la morte di Suchowolec sarebbe avvenuta dopo l'una di notte, ora alla quale era ancora stato visto far fare una passeggiata al suo cane poi rinvenuto esanime vicino al prete. Gli inquirenti, secondo quanto ha lasciato intendere il portavoce del governo, ritengono che il prete sia morto per asfissia da monossido di carbonio provocata da un inizio di combustione dovuto a corto circuito. L'autopsia di Suchowolec è stata effettuata ieri alla presenza dell'avvocato nominato dalla curia, Lech Lewensztajn. In base alle prime risultanze si conferma che causa della morte di Suchowolec è stata asfissia da ossido di carbonio. Lo ha reso noto in serata l'agenzia Pap, citando la procura di Bialystok, secondo cui nell'organismo del sacerdote è stata rinvenuta «una notevole concentrazione di ossido di carbonio-. Gli esami continuano presso l'istituto di medicina legale della città. Per quanto riguarda padre Niedzielak, Urban ha detto che nella canonica della chiesa di san Carlo Borromeo •non sono state trovate tracce di lotta» e si tende ad escludere che la frattura della colonna vertebrale, fra la sesta e la settima vertebra cervicale, sia stata causata da un colpo inferto da un assassino in quanto se cosi fesse stato -avrebbe dovuto lasciare traccia». Il prete era stato rinvenuto con il collo spezzato, i denti e il naso rotti, alcune unghie per meta strappate e il volto pieno di sangue. Secondo le prime risultanze dell'esame autoptico, appariva probabile un omicidio. Dalla canonica erano peraltro scomparse, oltre ad alcuni piatti d'argento, le lettere minatorie che l'anziano sacerdote, che si occupava dei polacchi morti in Urss sotto Stalin, aveva ricevuto. Conferma delle lettere, nelle quali lo si invitava a -smettere se non voleva fare la fine di Popieluszko», era stata data da alcuni testimoni. (Ansa)

Luoghi citati: Polonia, Urss, Varsavia