Kabul assediata

Kabul assediata Ancora scontri sulla strada per il passo di Salang Kabul assediata I guerriglieri attaccano convogli di viveri -1 sovietici in ritirata si accaniscono contro i civili ■ Chiusa l'ambasciata italiana (Biloslavo è stato portato a Delhi) MOSCA — Sulla strada che collega Kabul al parso di Salang, al confine con l'Urss, si combatte senza tregua. Le truppe sovietiche "partecipano ai combattimenti — ha detto il generale Bronislav Omelicev, vice capo di stato maggiore — solo quando è necessario a garantire la sicurezza del ritiro», e bombardano con l'aviazione e l'artiglieria le postazioni dei guerriglieri. Kabul è accerchiata; la unisce al resto del Paese solo questa strada, che però è sotto la costante minaccia dei mujaheddin. I quali non attaccano i convogli sovietici in ritirata- ma quelli diretti nella capitale carichi di viveri. Le operazioni intraprese dalle truppe governative in questi giorni, spiega la Tass, non hanno solo lo scopo di aprire la via per Salang, «ma anche di stabilire un sicuro controllo su di essa dopo la partenza dei soldati sovietici: Si tratta tuttavia di un compito -niente affatto semplice, e rappresenterà una difficile esperienza per quei distaccamenti afghani cui verrà affidato il duro compito di difendere la strada». Il comandante che assedia Kabul è Ahmad Shah Massud, leader del più agguerrito gruppo della guerriglia. L'Armata Rossa, che nei giorni scorsi aveva duramente colpito le popolazioni civili a ridosso del passo di Salang, starebbe ora punendo proprio la regione dove Massud è nato, la valle del Panjshir. Ieri quattro missili sono stati lanciati sui villaggi della regione di Khinja, il bilancio è di almeno 70 morti. Il messaggio sembra essere chiaro: ammonire Massud che, con 1 suoi uomini si prepara all'assalto contro Kabul. Secondo i mujaheddin, l'Armata Rossa ha deciso di usare la mano pesante dopo la visita a Kabul del ministro della Difesa sovietico, generale Yazov, il quale avrebbe tentato di avviare un dialogo con Massud. Al rifiuto, sarebbero seguiti attacchi contro cittadine e villaggi sparsi lungo l'arteria Kabul-Salang e, ieri, anche a una distanza di almeno 50 km. Ma proprio ieri il comandante sovietico, generale Gromov, ha negato che le sue truppe vogliano fare «terra bruciata», come ha detto il Dipartimento di Stato Usa. -Non so dove prendano queste informazioni», ha detto l'alto ufficiale. -Non credo che qualche americano abbia visitato questa regione che essi dicono sia stata distrutta». I diplomatici occidentali hanno quasi tutti lasciato Kabul. Ieri, con la delegazione diplomatica italiana ha lasciato la capitale afghana anche il giornalista Fausto Bilo¬ slavo, che si trova ricoverato in un ospedale di New Delhi. Appena le condizioni di salute lo consentiranno, farà ritorno in Italia. La nostra ambasciata a Kabul chiuderà i battenti oggi con la partenza dell'ultimo addetto. Anche il personale dell'ambasciata Usa ha lasciato ieri la capitale assediata e il capo della missione ha dichiarato che Washington non considererà completo il ritiro sovietico finché il Cremlino non porrà fine a tutti i bombardamenti e ritirerà anche tutti i consiglieri militari. I sette funzionari e quattro malines hanno raggiunto l'aeroporto scortati da blindati sovietici. I diplomatici occidentali a Islamabad hanno confermato che entro il 6 febbraio tutti i sovietici avranno lasciato l'Afghanistan. Fino a quella data continuerà il ponte-aereo con l'Urss. e.st. Kabul. Un elicottero afghano controlla da vicino un convoglio di camion sovietici che porta derrate alimentari nella capitale (Ap)

Persone citate: Ahmad Shah Massud, Bilo, Biloslavo, Bronislav Omelicev, Gromov, Massud, Yazov