Le sette vite di Papandreu di Tito Sansa

Le sette vite di Papandreu Assediato dagli scandali il premier greco tenta la riscossa Le sette vite di Papandreu Comizio-fiume di fronte a cinquemila persone - Ma continuano le rivelazioni sui casi di corruzione e la relazione con Dimitra - Un collaboratore: speriamo non crolli, perché dietro di lui c'è il vuoto DAL NOSTRO INVIATO ATENE — A una settimana dal suo settantesimo compleanno, che cade domenica 5 febbraio, il primo ministro greco Andreas Papandreu è tornato nell'arena politica. Dato per spacciato fisicamente in estate e politicamente a dicembre, domenica scorsa si è presentato ai suoi fedeli del Pasok, il partito socialista panellenico, nello stadio coperto del Pireo, con grinta del vecchio combattente di una volta. Era smagrito, piuttosto pallido sotto un lieve velo di cerone (ma la televisione di Stato fa miracoli e riesce a farlo apparire pasciuto), la voce tradiva talvolta tremori senili, ma il cono tribunizio era trascinatore e i contenuti erano battaglieri come ai bei tempi. Dinanzi a circa cinquemila iscritti e funzionari convenuti da ogni angolo della Grecia in aereo, in battello e in auto, Papandreu ha parlato per quasi due ore, senza pause, senza esitazioni, per dire agli avversari politici «rieccomi, sono in forma». -Andrea, sei un dio» ha gridato qualcuno con voce isterica. Il capo del partito e del governo ha risposto: • No, Dio è il popolo-. Nel presentarsi per la prima volta in pubblico dopo la delicata operazione cardiaca dell'autunno scorso a Londra (un triplice by-pass), ha detto: -Speravano, loro, che io non tornassi-. Ha cosi aperto praticamente la campagna elettorale per le politiche del 18 giugno (il medesimo giorno in cui nella Comunità dei Dodici si voterà per il rinnovo del Par¬ lamento europeo), benché ancora non si sappia come qui in Grecia avverranno le elezioni, se con l'attuale sistema che premia il partito con la maggioranza relativa oppure con la proporzionale pura, come vorrebbero le due opposizioni tanto di destra quanto di estrema sinistra. La reazione alla ricomparsa di Papandreu in un pubblico comizio è stata enorme, tanto alla televisione di Stato che si compiace, quanto alle radio libere, che mettono in evidenza la contabilità -non esatta» fatta dal primo ministro sui problemi dell'economia, della sanità e dell'ordine pubblico e i suoi sforzi per minimizzare il problema del terrorismo e gli scandali a catena nei quali sono coinvolti uomini di governo e del suo partito. Tutti i quotidiani ateniesi, che sono ben diciotto, hanno dedicato ieri l'intera prima pagina con enormi titoli alti anche una quindicina di centimetri al ritomo del «grande vecchio». Con l'evidenza che altrove viene data a una sciagura, molti giornali hanno lanciato un allarme semplicemente perché Andrea (così lo chiamano) lancia il guanto di sfida alle opposizioni. Ecco alcuni dei titoli: -Contrattacco su tutti i fronti - Rapporto di Andrea», «Inizio della lotta elettorale - Cinque mesi di fuoco», «Andrea, sei sul banco degli imputati», «Così saranno le elezioni: violenza e brogli», «Prova dal balcone con un uditorio in conserva» (accanto c'è una grande fo¬ to di Papandreu in atteggiamento mussoliniano). Un giornale dell'opposizione se la prende con l'ex ministro della Giustizia Agamennone Cutsojorgas che, coinvolto nello scandalo del bancarottiere Coscotas, si dimise ma fu promosso ministro nell'ufficio del primo ministro e titola «Calcio a Me-nio». Un altro quotidiano, nel pubblicare documenti francesi i quali comproverebbero che la Grecia comperò aerei Mirage pagandoli il doppio del loro prezzo, accusa direttamente il capo del governo. Abituati agli scandali nostrani, gli osservatori italiani si meravigliano per la virulenza degli attacchi e ricavano l'impressione che tutta la Grecia sia in fermento e che il governo debba cadere da un momento all'altro. Ma non è così, Papandreu è saldamente in sella. Commissioni di inchiesta parlamentari sono al lavoro da diverse settimane, qualche ministro tirato in ballo dalla stampa si è dimesso, ci sono stati cinque rimaneggiamenti di governo in due mesi, ma finora nessuna inchiesta è stata conclusa e intanto non passa quasi giorno senza che nuovi intrallazzi di tangenti e bustarelle vengano portati alla luce. Ma tutto rimane quasi come prima e non accade nulla di irreparabile, gli stessi funzionali dei partiti politici ammettono che la Grecia è piombata in una profonda crisi non tanto politica ed economica, quanto morale e che la popolazione è turbata e non ha più fiducia. Di fronte alle rivelazioni delle corruzioni, delle racco¬ mandazioni e del nepotismo dilaganti, lo scandalo della vita privata di Papandreu, che ha abbandonato la moglie americana Margaret dopo 37 anni di matrimonio per convivere con una hostess della Olimpie Airways ormai fa soltanto sorridere. La ragazza in questione, la formosa Dimitra Liani, chiamata Mimi, ha meno della metà degli anni di Papandreu, 34, ma — si dice — ha talmente ammaliato il capo del governo che questi le permette di intervenire perfino nelle decisioni politiche. Per i teatri di rivista l'idillio senile del capo di governo è una manna e alcuni giornali hanno perfino una rubrica mondana che si occupa soltanto di Andrea e della sua Mimi. Domenica, per esempio, gli ateniesi hanno appreso che venerdì sera -il primo ministro e la lady companion, insieme con i loro amici signore e signora Cotopuli e una sconosciuta bellezza bionda hanno cenato nel ristorante Jalousie». Il giornale in lingua inglese Athens News sotto il titolo «Due cannucce e un bicchiere» informa che -la coppia di governo è rimasta li diverse ore, ripartendo all'una del mattino e pagando 14.800 dracme (circa 130 mila lire)-. Papandreu però non ha trascurato i suoi doveri di capo del governo e -più volte si è alzato per dare istruzioni telefoniche al portavoce del governo Cotopulos-. ■Papandreu ha bevuto vino del monte Athos e mangiato un filetto, ma non ha ord'nato musiche particolari — rivela ancora il croni¬ sta mondano —. Ma l'orchestra ha suonato vecchi motivi romantici come "Spiacente di amarti", "Sono pazzo d'amore per te" e "Io e te innamorati". Dopo il pasto la Liani ha ordinato un Grand Marnier. Andrea e Dimitra hanno bevuto con due cannucce dallo stesso bicchiere godendo la musica. Per tutto il tempo Andrea ha tenuto la mano di Dimitra nella sua'. "Papandreu non è più lui» dice con amarezza uno dei suoi più stretti collaboratori, che non vuol venire identificato. I chirurghi inglesi che lo operarono al cuore gli ordinarono una vita ritirata «da pensionato», di lavorare poco, di non bere, di andare a dormire presto. Lui invece, quasi ogni notte esce dalla villa nella quale si è rifugiato dopo che la moglie lo ha buttato fuori di casa mettendovi la figlia comune, e va per locali notturni. Vuol far vedere quanto è vivo e vegeto agli avversari politici in vista delle elezioni del prossimo giugno. 'Speriamo che ce la faccia — dice il collaboratore —. Perché oltre al nostro grande vecchio nel Pasok, il nostro partilo, c'è il vuoto, dietro a lui non c'è proprio nessuno». Benché i sondaggi demoscopici diano il Pasok per sicuro perdente, tutti coloro con cui ho parlato qui ad Atene (tanto di sinistra quanto di destra) sono dell'opinione che in cinque mesi molto può cambiare perché -da Papandreu c'è da aspettarsi di tutto, è capace di qualsiasi colpo a sorpresa». Tito Sansa

Luoghi citati: Atene, Grecia, Londra